Di Carlo Baffi Verstappen, il monarca assoluto - Motoremotion.it

Formula 1

Published on Ottobre 8th, 2023 | by Massimo Campi

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Verstappen, il monarca assoluto

 

Di Carlo Baffi

Verstappen si riconferma Campione del Mondo di Formula Uno per la terza volta in carriera giungendo secondo nella Sprint Race che precede il Gran Premio del Qatar. Ripercorriamo il magico triennio iridato del fuoriclasse olandese che sta demolendo tutti i primati del Circus.

L’inizio del feroce regno di Max Verstappen ha un inizio ben preciso: domenica 12 dicembre 2021, per l’esattezza alle ore 16:32 italiane. Fino a dieci minuti prima, ad otto giri dal termine, Lewis Hamilton era il leader del Gran Premio di Abu Dhabi, ultimo round del mondiale di F.1 con 11” di vantaggio su Max Verstappen il suo diretto rivale per la corsa al titolo. La classifica piloti vede i due al comando a pari punti: 369,5. L’olandese però è primo, dal momento che vanta una vittoria in più. E’ un testa a testa palpitante che ha caratterizzato l’intera stagione. Un confronto con colpi bassi e pure due incidenti da brividi, figlio di una tensione che ha superato i livelli di guardia non solo tra i due drivers, bensì anche fra la Mercedes e la Red Bull, i rispettivi team. Una vera e propria guerra in pista e fuori. Lewis leader sin dal via vede avvicinarsi meritatamente la sua ottava corona iridata: supererebbe così Michael Schumacher fermo a sette. Ma il destino è in agguato, perché Nicholas Latifi va a muro e di colpo cambia lo scenario. La direzione gara manda in pista la safety car per recuperare la Williams del canadese. Verstappen coglie l’attimo per fiondarsi ai box e montare le soft, Hamilton invece resta davanti con le dure usate. La corsa procede dietro la vettura di sicurezza per altri sei passaggi con la Mercedes del britannico davanti alla Red Bull dell’olandese, ma tra loro vi sono quattro doppiati. La situazione parrebbe congelata, quand’ecco che il direttore di gara Michael Masi dispone che i ritardatari si sdoppino. “Non ci posso credere!” esclama allibito via radio l’inglese. E’ la svolta! Perché alla ripartenza del 58esimo ed ultimo giro, Verstappen potrà attaccare Hamilton grazie ad un treno di gomme fresche e molto più efficaci. Della serie, il 72° Campionato del Mondo di F.1 sarà deciso in un confronto impari, per volere della direzione gara. La fine è nota, con Max che spodesta Lewis e viene incoronato Re in un clima infuocato dai veleni e dalle polemiche. Dalla Mercedes tuonano, ma si dovranno accontentare del titolo costruttori. Senza nulla togliere all’orange, i tanti dubbi che aleggiano tuttora su quell’anomalo epilogo sono più che leciti ed a nostro avvisano offuscano i meriti del nuovo fenomeno.

Il Bis – L’anno successivo non inizia nel migliore dei modi per il binomio Verstappen-Red Bull. Dopo le prime tre gare l’iridato è solo sesto, complici due ritiri in Bahrain ed in Australia. La vittoria in Arabia Saudita non basta per contrastare la partenza a razzo della Ferrari che lancia Charles Leclerc in vetta al mondiale a quota 71, forte di due trionfi ed un secondo posto. A Milton Keynes c’è una certa preoccupazione di fronte al Cavallino straripante che si candida a giocare il ruolo di favorito. “Più che pensare al titolo – denuncia Max – oggi è più importante finire le gare.” Intorno alle rosse regna l’euforia, pure eccessiva e si da per spacciata la Red Bull. Una mera Illusione, perché a partire dal G.P. dell’Emilia Romagna, i “bibitari” risalgono in cattedra e tra Imola e Montreal, Verstappen centra cinque affermazioni ed un terzo posto. Da un gap di 46 punti, il campione in carica esce dal Canada come nuovo capoclassifica del mondiale con 49 lunghezze in più del monegasco. Il parziale a favore dell’olandese volante rispetto al ferrarista è di 150 a 55. A Silverstone incappa in una giornata no chiudendo solo 7°, ma da lì in poi totalizzerà nove successi ed una piazza d’onore in 12 appuntamenti: commetterà altri due passi falsi a Singapore ed in Brasile. Non c’è storia e alla concorrenza restano le briciole. A Suzuka, in Giappone, quint’ultima prova in calendario, si riconferma Campione siglando il suo 32° successo in carriera e la Red Bull si aggiudica il titolo costruttori (quinto della sua storia): è il 9 ottobre del 2022. Leclerc non è manco più secondo, scavalcato da Sergio Perez compagno dell’alieno. E la Mercedes? E’ sparita dai radar a causa di una crisi tecnica senza precedenti. Il progetto W13, frutto della mente di Mike Elliot, è rivoluzionario perché si fonda sul concetto delle cosiddette “zero sidepods”, ossia la miniaturizzazione delle pance laterali. Ma sin dai test pre-stagionali denuncia grossi problemi d’instabilità. I continui saltellamenti (porpoising) rendono l’auto inguidabile e costringono i tecnici ad alzare il fondo, riducendo di conseguenza il carico aerodinamico e quindi le prestazioni. Hamilton fatica ad accettare l’imbarazzante realtà che lo vede precipitato agl’inferi. Coi suoi ingegneri sperimenta assetti estremi peggiorando la situazione. Ad Imola subisce l’onta del doppiaggio da parte di Verstappen, l’acerrimo rivale. A fine anno chiude sesto, sopravanzato dal suo compagno Russell che in Brasile mette a segno l’unica vittoria stagionale delle “Frecce d’Argento”. Il 2022 vede dunque Verstappen e la Red Bull rafforzare il proprio regno e gettare le basi per dominare anche l’anno dopo. L’unica nota dolente emerge ad ottobre, quando si apprende che il team di Milton Keynes ha sforato il budget-cap insieme altre tre squadre. Il mancato rispetto del regolamento finanziario (relativo all’esercizio 2021) da parte dei dominatori incendia il paddock alimentando non pochi sospetti e risentimenti. Tutto finirà in una bolla di sapone, con la Red Bull che se la cava con due sanzioni. Una di natura finanziaria (7 milioni di dollari) e l’altra sportiva che comporta una riduzione del 10% del monte ore in galleria del vento rispetto a quanto le spetta per il mondiale 2023. Trattasi di un buffetto, come dimostrerà la pista.

Storia recente – Il campionato in corso infatti, registra una supremazia ancora più netta del precedente. “Mad Max” vince il primo G.P. e trionfa in altri 12, a cui si aggiungono due seconde piazze. Resta il mistero di Singapore, quando la sua RB19 va in crisi per le stradine della città stato, dove l’asfalto non è uniforme e lui, remando, rimedia un quinto posto dando l’anima. Perez annaspa e chiude ottavo. Una battuta d’arresto che interrompe la lunga striscia di successi e fa sfumare il sogno Red Bull di vincere tutte le gare in calendario. Qualcuno collega il flop all’introduzione da parte delle direttive tecniche 18 e 39, ma viene prontamente smentito sette giorni dopo a Suzuka. Verstappen domina dal venerdì alla domenica e rimette tutti in riga, non perdendo l’occasione di mandare a quel paese i sospettosi, senza francesismi. Il Giappone laurea nuovamente la Red Bull iridata tra i costruttori e questo grazie a Max, che ha marcato 400 dei 623 punti del team: in sostanza il titolo marche l’ha vinto da solo.

Favoloso Tris – L’appuntamento con la storia è fissato in Qatar, con Verstappen che ha disposizione il primo match point già il sabato nella Sprint Race. Gli basterà guadagnare tre punti in più del suo rivale diretto, il compagno Sergio Perez. Una pura formalità. Nelle qualifiche del venerdì sigla la sua 30esima pole percorrendo un giro monstre al suo primo tentativo in Q3: tempo di 1’23”778. Il sabato, negli Shoot-Out che compongono la griglia della Sprint-Race, è terzo dietro al duo McLaren-Mercedes con Piastri davanti a Norris. Lo start dell’orange non è dei migliori, viene passato da più vetture e sfila quinto. Patisce la scelta di montare la gomma media più lenta a carburare rispetto alle soft. Affronta le tornate iniziali quinto senza assumersi grossi rischi per poi cominciare a risalire dal giro 9. Sorpassa nell’ordine Leclerc, Sainz e si butta alla caccia di Russell secondo alle spalle del rookie Piastri. Siamo al dodicesimo passaggio, quando nelle retrovie Ocon innesca un incidente a tre che coinvolge Perez ed Hulkenberg. I tre finiscono in sabbia, entra la safetry-car e col messicano out, “Max Emilian 1° d’Olanda” mette le mani sulla sua terza corona. Raggiunto l’obiettivo, dal pit-wall Red Bull, ammoniscono lo ammoniscono:” Dimenticati di Piastri !”. Ma quando la gara riparte, il “Terminator” fredda Russell e sale secondo. Negli ultimi giri con il capofila a 2”, si placano i bollenti spiriti di Verstappen che una volta tagliato il traguardo viene celebrato via radio dal suo Team Principal Chris Horner. Lui si scioglie un po’ e ringrazia tutta la squadra con cui festeggia in parco chiuso. Segue la premiazione ufficiata dal Presidente Fia Mohammed Ben Sulayem e da Stefano Domenicali, Ceo di Liberty Media.

Ricorsi storici – Il caso ha voluto che a decretare Verstappen campione sia stato lo strike di Esteban Ocon. Proprio quel pilota che nel 2018, in Brasile, aveva compromesso la vittoria di Max mandandolo in testa coda. L’olandese l’aveva presa malissimo, anche perché il transalpino era doppiato e durante le operazioni di peso lo aveva spintonato più volte dopo averlo redarguito duramente. Ebbene, assodato che il mondiale 2023 si sarebbe comunque risolto per manifesta superiorità, la storia ci ha messo lo zampino. Un dettaglio in più che sarà ricordato nelle cronache.

Hall of Fame – Come annunciatogli via etere da Horner, “Super Max” è entrato nel prestigioso “Club dei Tre”. Ha raggiunto nomi illustri del calibro di Stewart, Lauda, Brabham, Senna e Piquet. Proprio quest’ultimo (che è anche padre della compagna di Max) vinse per due volte il titolo di sabato. La prima a Las Vegas in Usa nell’81, la seconda a Kyalami in Sud Africa nel 1983: in entrambe le occasioni al volante della Brabham. L’olandese è stato invece il primo driver della storia della F.1 a diventare Campione in una corsa non titolata come Gran Premio.

Futuro – Il giorno precedente la Sprint Race, Verstappen è stato chiaro affermando che se anche fosse arrivato il titolo non ci sarebbe stata alcuna mega festa visto che il giorno dopo c’era da vincere il Gran Premio. La fame insaziabile del cannibale è nota, per cui c’è da credere che il suo trono resterà saldo a lungo, almeno finché avrà voglia e fino a quando la Red Bull sfornerà delle monoposto competitive. Solitamente il ciclo vincente di una scuderia dura circa 4/5 anni. Lo spartiacque potrebbe essere quello del 2026, quando entreranno in vigore nuove regole tecniche. Attualmente nel mirino del 26enne, che esordì in F.1 ancora minorenne, ci sono nuovi record da demolire. Nell’albo d’oro della F.1, davanti a lui ci sono ancora cinque mostri sacri: Prost e Vettel con quattro titoli, Fangio con 5, per arrivare a Schumacher ed Hamilton a quota 7. Il britannico è ancora in circolazione e mira a raggiungere l’ottava corona, che scaccerebbe l’incubo di Abu Dhabi. Ovviamente Max permettendo.

Immagini Pirelli press

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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