Personaggi

Published on Aprile 27th, 2024 | by Massimo Campi

0

Giuseppe Busso il progettista del V6 Alfa Romeo

 

Tra gli uomini che hanno fatto grande l’Alfa Romeo c’è sicuramente la figura di Giuseppe Busso uno dei grandi progettisti della casa di Arese, noto per avere creato alcuni tra i più noti motori che hanno equipaggiato le vetture di serie, tra cui il sei cilindri a V.

Giuseppa Busso era nato a Torino il 27 aprile 1913, dopo avere preso il diploma di perito industriale entrò in FIAT come calcolatore all’ufficio tecnico motori aviazione nel 1937. Successivamente passò all’ufficio tecnico automotrici ferroviarie sperimentali e nel 1939 emigra a Milano, direzione Portello. All’Alfa Romeo sotto la guida di Orazio Satta Puliga si occupa di alcuni motori da competizione e durante il periodo bellico rimane alle dipendenze di Wilfredo Ricart nel servizio studi speciali che era sfollato ad Armeno sul Lago d’Orta.

Finita la Seconda Guerra Mondiale, Giuseppe Busso accetta l’incarico di Direttore Tecnico delle neonata Ferrari. A Maranello con Gioachino Colombo si occupa della dello sviluppo della 125S e lavora su due su due progetti di motori: un 1.500 cc a dodici cilindri con compressore ed un sei cilindri derivato da una bancata del V12 della 125S. Busso è noto per avere un carattere duro e spigoloso, ben presto la sua personalità entra in conflitto con quella di Colombo e nel 1948 rientrò in Alfa Romeo, richiamato da Orazio Satta Puliga.

Finito il periodo sportivo con la vittoria di due mondiali di Formula 1, l’Alfa Romeo, sotto la guida di Giuseppe Luraghi ed Orazio Satta Puliga si dedica allo sviluppo industriale delle sue nuove vetture di serie e Giuseppe Busso è il progettista che si dedicò allo sviluppo della meccanica di tutti i modelli che avrebbero fatto la storia dell’Alfa Romeo: 1900GiuliettaGiulia e derivate e Alfetta, oltre al motore V6, che equipaggiò numerosi modelli di punta della fabbrica di Arese, quel motore che verrà sempre identificato con il suo progettista tanto da essere soprannominato e poi chiamato “V6 Busso”.

Giuseppe Busso è stato uno dei personaggi di spicco, ma anche molto complesso che a differenza di molti altri dirigenti ha lasciato il segno sia in quello che ha fatto ma anche in quello che ha detto e nei suoi scritti che hanno identificato e sottolineato alcuni eventi storici della fabbrica italiana. Attraverso i suoi appunti si possono ricostruire molte pagine della storia e delle scelte dell’Alfa Romeo. Nonostante il carattere spigoloso la sua è stata una carriera in cui si è contornato di validi collaboratori all’interno dell’ufficio tecnico diretto da Orazio Satta che hanno realizzato moltissimi progetti, alcuni realizzati e molti altri che sono rimasti nell’ombra e sono poi magari serviti a nuove idee da sviluppare.

Giuseppe Busso era un progettista a cui piacevano le competizioni, ma tra i suoi progetti più noti c’è l’Alfa Matta la fuoristrada studiata per l’Esercito Italiano. La presentazione venne effettuata ad Assisi con la fuoristrada che sale le scale dimostrando la grande potenza del mezzo. Busso credeva nella trazione anteriore, sin dagli anni ’50 studia il piccolo motore 103 che poi non entrò mai in produzione ma è la dimostrazione di come si pensava giù al futuro negli uffici tecnici della casa lombarda.

Busso è un fine tecnico, i suoi metodi di progettazione guardano più alla scuola inglese che a quella italiana anteguerra. Era stato critico con personaggi come Vittorio Jano che giudicava troppo empirico per la sua mentalità che si basava soprattutto su dati e sperimentazione.

La storia delle opere di Busso in Alfa Romeo inizia nel 1954 con la Giulietta e continua fino agli anni ’90 con la 164, l’ultima a montare il suo sei cilindri. Giuseppe Busso  ha progettato anche il famoso bialbero 4 cilindri della Giulia, uno dei propulsori più longevi della casa italiana, ed anche uno dei più potenti nelle varie versioni. Tra le caratteristiche dei suoi motori c’è la distribuzione bialbero, ad esclusione del V6 che è equipaggiato da un solo albero a camme con il rimando di corti bilancieri per il comando delle valvole di scarico.

Una delle vetture iconiche è sta l’Alfetta, una vettura che rappresenta all’epoca tutto il concentrato delle esperienze dell’Alfa Romeo. Nell’Alfetta troviamo il bialbero quatto cilindri unito alla trasmissione transaxle con il cambio al posteriore per avere una ottimale distribuzione dei pesi. Per le sospensioni la scelta è stata di montare dei triangoli sovrapposti all’anteriore con ponte De Dion posteriore e parallelogramma di Watt, tutte soluzioni all’avanguardia che identificano la berlina di Arese come una vera rivoluzione tra le vetture di serie. Non a caso il nome “Alfetta” ricorda quello della monoposto 159 che ha conquistato il mondiale 1951 di Formula 1. Busso, che aveva fatto parte della progettazione negli anni prima della guerra, chiamava la vettura di seria “Alfettina” proprio per distinguerla dalla monoposto dei grandi trionfi.

L’ultimo grande progetto di Busso è stato il V6 che rivisto ed aggiornato in varie versioni, venne utilizzato per più di 25 anni, anche per equipaggiare le versioni più potenti dell’Alfa 164, dell’Alfa Romeo 155, della Fiat Croma, della Lancia K e delle recenti Alfa 147Alfa 156Alfa 166Alfa GTV e Lancia Thesis. Fece il V6 con un solo albero a camme, visto che era stato accusato di sapere progettare solo motori con la distribuzione bialbero in testa, dimostrando ancora una volta di sapere fare un prodotto sofisticato e di eccellenza.

Giuseppe Busso è stato per trent’anni una delle personalità più di spicco all’interno dell’Alfa Romeo fino ad arrivare alla carica di co-direttore generale. Il tecnico torinese è rimasto sempre molto legato alla fabbrica anche dopo il suo pensionamento, avvenuto nel 1977. Il 31 dicembre 2005 è stato prodotto l’ultimo motore V6 e, per un’amara ironia della sorte, Giuseppe Busso è deceduto pochi giorni dopo, il 3 gennaio 2006.

Print Friendly, PDF & Email

Tags: ,


About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



Back to Top ↑