Published on Marzo 26th, 2024 | by Massimo Campi
0Didier Pironi: 26 marzo 1952
Di Carlo Baffi.
Fu indubbiamente un pilota di talento, ma perseguitato dalla cattiva sorte. Potrebbe essere sintetizzata così la carriera di Didier Joseph-Louis Pironi, nato il 26 marzo 1952 a Villecresnes, un comune situato nel dipartimento della Valle della Marna nella regione dell’Ile-de France. Un uomo soprannominato simpaticamente “Cicco Bello” per via della forma tondeggiante del viso. Un personaggio dall’animo nobile e di un’educazione d’altri tempi. Aveva origini italiane, la famiglia proveniva dal Friuli. Dopo essersi dedicato, quando era giovanissimo, al nuoto con ottimi risultati a livello agonistico, Didier è attratto dal motorsport iniziando a macinare chilometri dalle categorie addestrative.
Cresce nella popolare filiera della Renault-Elf e nel 1974 si laurea Campione di F.Renault, conquistando il titolo europeo della formula legata al costruttore transalpino nel ’76. La stagione successiva vede Pironi impegnato in Formula 2 nel campionato continentale in cui chiude terzo, ma è in F.3 che ottiene il risultato più importante, ossia la vittoria nel prestigioso Gran Premio di Monaco. Un successo che gli spalanca le porte della Formula 1 in cui fa il suo esordio nel Gran Premio d’Argentina al volante della Tyrrell-Ford il 15 gennaio 1978 (arriva 14esimo). In quello stesso anno però, Pironi si aggiudica la 24 Ore di Le Mans a bordo della Renault Alpine A442B in coppia col connazionale Jean-Pierre Jaussaud. Nel ’79 è ancora alla corte di Ken Tyrrell “il boscaiolo” ed il modello 009 gli permette di salire due volte sul podio, grazie ai terzi posti in Belgio ed in Usa-Est incamerando il doppio dei punti dell’anno prima, ossia quattordici. Altri risultati importanti li consegue l’anno dopo non più con la Tyrrell, bensì con la Ligier. Pironi firma due pole position e centra il suo primo trionfo in F.1 nel Gran Premio del Belgio a Zolder. Nella classifica mondiale chiuderà al quinto posto. Prestazioni di rilievo che non passano inosservate agli occhi di Enzo Ferrari che ingaggia Didier in vista del 1981, mettendolo al fianco del leggendario Gilles Villeneuve. Tra i due nasce subito una perfetta intesa che a poco a poco si trasforma in una profonda amicizia. Nella prima stagione in rosso, i risultati di Pironi sono un po’ sottotono. Se il canadese sigla due vittorie con la 126 CK turbo, il francese è vittima di troppi ritiri, consolandosi con qualche piazzamento in zona punti. Nel 1982 però, la Ferrari schiera la potente 126 C2 e gioco forza i due piloti entrano in rotta di collisione. La fame di supremazia è all’origine di una crescente rivalità interna che esplode nel Gran Premio di San Marino ad Imola, nella gara di casa. Pironi s’impone davanti a Villeneuve dopo una lotta serrata, inizialmente concordata a tavolino per alimentare lo spettacolo. In effetti la corsa doveva ripagare in qualche modo gli spettatori orfani dello schieramento completo per la protesta di alcuni team inglesi, ma la vittoria spettava al pilota che si fosse trovato in testa dopo metà gara. Ed il funambolo canadese era primo e mai si sarebbe aspettato uno sgarro negli ultimi giri. Dal muretto, gli uomini del Cavallino espongono un cartello con la scritta “slow”, un messaggio che dovrebbe congelare le posizioni, ma Didier lo interpreta a suo vantaggio. Da qui la rottura immediata tra i due e automaticamente quel rapporto quasi fraterno è dominato dal rancore. Due settimane dopo sul circuito di Zolder si consumerà la tragica morte di Villeneuve nel corso delle prove pomeridiane del sabato, mentre è intento a battere il tempo dell’odiato rivale.
Che questa vicenda sia all’origine della rabbiosa reazione di Gilles, causa della sua stessa fine, è tutta da dimostrare. Ma in tanti sono convinti di questa conseguenza, probabilmente pure lo stesso Didier. Nei round successivi, “Ciccio Bello” collezionerà un altro successo in Olanda e due secondi e terzi posti, che lo proiettano primo in classifica. Purtroppo però il destino è ancora in agguato. La prima avvisaglia si manifesta a Montreal davanti a buona parte dei tifosi canadesi ostili. Il ferrarista viene tamponato violentemente in partenza dall’esordiente Riccardo Paletti, che perde la vita. Pironi ne rimane profondamente scosso.
Passano due mesi ed arriviamo al 17 agosto. Sul circuito di Hockenheim sono in corso le prove libere del Gran Premio di Germania, quando la Ferrari numero 28 del francese esce rovinosamente di pista. Il pilota resta imprigionato nelle lamiere riportando gravi fratture agli arti inferiori. Un terribile schianto che pone fine alla sua carriera automobilistica. Amante comunque dell’adrenalina e dell’alta velocità, Didier si butta su un altro sport che l’aveva sempre attratto: l’offshore. Una scelta che gli sarà fatale. Il 23 agosto del 1987 nel corso di svolgimento dell’undicesima prova del campionato europeo, nelle acque di Poole presso l’Isola di Wight in Gran Bretagna, lo scafo di Pironi si capovolge mentre cercava di superare la scia di un’onda provocata da una petroliera. Il francese perde la vita a soli 35 anni insieme agli altri due membri dell’equipaggio, mentre era al comando della gara. Cinque mesi dopo la sua compagna darà alla luce due gemelli; uno verrà chiamato Didier e l’altro Gilles.
Immagini © Raul Zacchè/Actualfoto