Published on Settembre 9th, 2023 | by Massimo Campi
0G.P. d’Italia nella storia – 2 settembre 2018
Di Carlo Baffi
Il Campionato 2018 è partito nel migliore dei modi per la Ferrari, grazie ai due successi di Sebastian Vettel, in Australia e Bahrein. Pare l’anno giusto per il Cavallino, finalmente in grado di dare del filo da torcere alla Mercedes, che dall’avvento dell’era turbo ibrida datata 2014, sta imponendo il suo dominio assoluto. Vettel tiene la leadership della classifica nella prima parte di stagione, malgrado sia incalzato da Hamilton il campione del mondo in carica, nonché vincitore di tre edizioni delle ultime quattro del mondiale. Ma il cammino del ferrarista subisce un’inversione di tendenza da Hockenheim. E’ la gara di casa di Seb che mentre si accinge ad assaporare la sua quinta affermazione stagionale finisce fuori. Un autogol clamoroso che permette a Lewis di sopravanzarlo nella graduatoria piloti. Inoltre a rendere più pesante l’atmosfera della Rossa è il repentino aggravarsi dello stato di salute di Sergio Marchionne, il Presidente e A.D del Cavallino che si sarebbe spento tre giorni dopo il G.P. di Germania. Un vuoto difficile da colmare a Maranello, data la personalità vulcanica e molto efficiente del manager italo-canadese. Quando il Circus affronta il 14esimo appuntamento previsto a Monza, Hamilton è primo a quota 231 davanti a Vettel a 214. Il teutonico è comunque rinfrancato dalla vittoria in Belgio dove ha preceduto il britannico e la tappa italiana, grazie alla spinta del popolo del Cavallino, potrebbe consentirgli di rilanciarsi nella corsa iridata. Per lui è una sorta di chances in cui è vietato sbagliare. Il fine settimana inizia però con la sorpresa del meteo che due ore prima delle libere 1 del venerdì scatena un acquazzone che muta radicalmente le condizioni dell’asfalto. Ad issarsi in testa è Sergio Perez con la Force India-Mercedes che sul filo di lana precede di poco il ferrarista Raikkonen. Una mattinata poco proficua per Vettel, che dopo solo quattro tornate chiude 17° complice un problema al cambio che gli viene sostituito. In ombra pure le “Frecce d’Argento” al 10° ed 11° posto con Bottas ed Hamilton. La sessione pomeridiana, svoltasi sotto un cielo coperto, si apre con un grande spavento. Dopo soli due minuti, Marcus Ericsson lanciato sul rettilineo in piena velocità perde il controllo della sua Sauber-Ferrari e scarta improvvisamente verso sinistra, mentre si trova ad un centinaio di metri dalla Prima Variante. La sua vettura impatta contro le barriere e prosegue la sua folle corsa capottandosi per ben tre volte. Fortunatamente lo svedese è illeso. La bandiera rossa viene immediatamente esposta al fine consentire il recupero della scocca gravemente incidentata e permettere ai commissari di pulire la pista dai detriti. Visibilmente scosso Ericsson torna nel paddock coi propri mezzi, ad ulteriore riprova degli standard di sicurezza raggiunti dalle monoposto di nuova generazione. La sessione riprende dopo circa venti minuti con tutti i grossi calibri sul tracciato e s’accende la sfida tra Ferrari e Mercedes in un susseguirsi di avvicendamenti al vertice che vede alla fine prevalere Vettel e Raikkonen davanti alle “Frecce d’Argento” ed alle Red Bull. Cavallino ancora sugli scudi nelle libere 3 del sabato con Vettel precedere Hamilton, Raikkonen e Bottas. Le qualifiche del pomeriggio si aprono ancora sotto la minaccia della pioggia, una circostanza che potrebbe rendere molto più incerta la composizione di una griglia in cui le Ferrari godono dei favori del pronostico. Raikkonen e Vettel si portano subito al comando della Q1, ed Hamilton insegue. Mentre il pericolo pioggia pare allontanarsi, via alla Q2. Hamilton e Bottas conquistano la testa della classifica, ma Vettel li fulmina col miglior crono di Vettel con 1.20’542”. E arriviamo al momento clou della Q3, salutata da un pallido sole tornato a far capolino sul circuito brianzolo. Hamilton da fuoco alle polveri mettendosi subito dietro le rosse, che nell’ultimo minuto e mezzo però si confermano le monoposto più rapide. Vettel migliora, ma è Kimi Raikkonen a freddare tutti: 1’19”119! Gran colpo di “Iceman” che con questa sua seconda pole a Monza, entra nella storia con il giro più veloce di sempre nel Tempio della Velocità. Da record pure la media, la più alta registrata da un pilota durante una sessione di qualifica del mondiale, con 263,587 km/h. Il primato precedente di 1’19”525 apparteneva a Montoya e risaliva al 2004. Vettel è secondo a 161 millesimi, poi Hamilton, Bottas, Verstappen e Grosjean. Sugli spalti i ferraristi esultano, ignari che nel clan di quanto stia accadendo tra gli uomini in rosso i cui animi non sono così tanto sereni. Dopo aver appreso via radio della pole del compagno dal proprio ,ingegnere Riccardo Adami, Vettel commenta con un telegrafico:” Ne parleremo dopo.” E poi quando David Coulthard lo intervista appena uscito dall’abitacolo chiedendogli se ci sono stati problemi con le scie, risponde:” E’ sempre così a Monza, penso che Kimi si trovasse in una posizione ideale, alle mie spalle. Però è bello avere due vetture in prima fila.” Una conclusione diplomatica, che però lascia intendere che qualche malumore c’è eccome. Seb infatti tornando più tardi sulla questione ammetterà:” Chiaramente non ero felice, ma non vi dirò il perché.” E poi prosegue:” C’è un ordine con cui uscire dai box che cambia ad ogni gara e questa volta toccava a Kimi essere secondo, dietro di me.” Prova che il finlandese abbia beneficiato del traino, importantissimo sul tracciato brianzolo. In cuor suo il tedesco sperava forse che dal box facessero invertire le posizioni per l’ultimo tentativo, ma non è stato così:” Era la mia unica chance per fare la pole e non è stato un buon giro – fa autocritica Seb, che poi aggiunge – è un bene essere finito secondo e non dietro ad Hamilton. Partendo dalla pole, suppongo che Kimi abbia il permesso di vincere. Ovviamente lui lo vuole e pure io. Spero che uno di noi due ci riesca. Io e Kimi partiremo uno affianco all’altro e sarà diverso rispetto a quando c’è un avversario perché dovremo stare attenti a non toccarci alla prima curva.” Un messaggio rivolto al compagno ed al team stesso, per avere un appoggio nella lotta iridata. Ma per perché mai Kimi dovrebbe fare la sua gara? La risposta sarebbe legata al futuro di “Iceman”, che non è ancora stato deciso, come ha precisato il nuovo amministratore delegato del Cavallino Louis Camilleri. In realtà Marchionne intendeva promuovere al fianco di Vettel la giovane promessa Charles Leclerc, campione di F.2 nel 2017, cresciuto nella Ferrari Driver Academy ed attualmente in forza all’Alfa Romeo-Sauber, team cliente di Maranello. Ma con il decesso del numero uno della Ferrari tutto si è fermato. Di conseguenza, può essere che in questo stato di incertezza Kimi intenda giocarsi al meglio le proprie carte. Da qui i dubbi e le incertezze circa la gestione dei due drivers in gara. Verrà chiesto a Kimi di piegarsi alla ragion di squadra? Mah… La domenica pomeriggio, per la gioia del popolo del Cavallino (186 mila nei quattro giorni, di cui 90mila solo per la gara), le due SF71H escono dalla pit-lane e vanno a comporre una prima fila tutta griffata Ferrari. Le attese sono elevate, così come il sogno di rifilare un uno-due alla “Stella a Tre Punte” proprio nel mitico “Tempio della Velocità”. Due Rosse in prima fila mancano dal 2000 e sono molto competitive grazie anche al motore che attualmente è il più potente del lotto. Ciò a dispetto delle Mercedes costrette a correre in difesa su un tracciato dove la power unit conta e parecchio. Sulle tribune, tra i tanti striscioni pro-Ferrari spunta pure un curioso cartello con il volto di un Hamilton piangente, risultato della magia di un originale ritocco al computer. Forse però è prematuro celebrare in anteprima la sconfitta del leader del mondiale. Lui ostenta tranquillità, seppur si trovi nella fossa dei leoni e dopo aver parcheggiato la sua W09 EQ, fa una capatina ai box e si ripresenta sulla griglia a bordo di un monopattino, a riprova che ogni occasione è buona per catalizzare l’interesse delle telecamere. Il tempo è molto più clemente dei giorni precedenti, il cielo è solo velato e le probabilità di pioggia sono decisamente scarse. Allo spegnimento del semaforo, Raikkonen scatta al comando seguito da Vettel che cerca di passare il compagno in Prima Variante. “Iceman” però non intende fare sconti ed allunga quanto basta per restare davanti. Irritato da quella risposta, Seb ritenta l’assalto alla staccata della Roggia, ma forse non si accorge di avere Hamilton negli scarichi, il quale a sua volta scorge il varco e ci si fionda. Seb lo vede in ritardo ed allora cerca di difendersi in extremis, ma finisce per toccare la vettura del rivale. Morale si gira e va in sabbia danneggiando l’avantreno, mentre la Mercedes n°44 fila via indenne. Un altro harakiri clamoroso, il secondo dopo quello che Hockenheim, che non solo fa svanire di botto le possibilità di una doppietta dopo poche centinaia di metri, ma potrebbe pesare e parecchio nella battaglia per il titolo. E’ risaputo che con performances così vicine prevarrà chi sbaglia meno. Nel frattempo la direzione gara manda in pista la safety car, al fine di rimuovere la Toro rosso di Hartley ferma dopo un contatto in partenza. Una circostanza favorevole al teutonico, che per sua ulteriore fortuna riesce a ripartire e dopo aver sostituito il musetto, può dare inizio ad una rimonta disperata, cercando almeno di salvare il salvabile. Curiosa la sua dichiarazione a fine gara:” Errore? Evidentemente non avevo dove andare e Lewis non mi ha lasciato spazio.” Un’accusa all’avversario, peccato che dalla direzione gara non è arrivata alcuna notizia di investigazione sull’azione del britannico. Con Vettel ormai nelle retrovie, la missione di Hamilton si fa in discesa, il che alimenta la sua insaziabile fame di vittoria. Non appena rientra la safety car, si porta negli scarichi di Raikkonen infilandolo subito in Prima Variante, per contro Kimi risponde alla grande e si riporta in testa alla Roggia, salutato da un’ovazione da stadio. Vettel intanto mangia l’asfalto, si sbarazza nell’ordine di Vandoorne, Ricciardo, Leclerc, Sirotkin e Stroll, issandosi al 9° posto dopo 16 tornate. Giunto in prossimità di Perez non ha vita facile, la difesa arcigna del messicano capitola però al giro 18 ed il quattro volte iridato sale all’ottavo posto e poi al settimo. Nelle posizioni di testa Raikkonen controlla Hamilton, quando dal box viene richiamato per il pit-stop anticipando tutti. Dal 21° passaggio è quindi l’inglese a condurre facendo segnare pure il giro veloce. Ad inseguirlo sono Verstappen, Bottas e Raikkonen (rientrato in battaglia), mentre Vettel soffia ad Ocon il quinto posto. La marcia di Hamilton dura sino alla 28esima tornata quando effettua la sosta, un giro dopo quella di Verstappen. La leadership passa quindi nelle mani di Bottas seguito da Raikkonen che fa segnare il passaggio più rapido. Rientrato in terza posizione, Lewis punta alla coppia di testa confidando nel gioco di squadra: Bottas stoppa “Iceman”, agevolando il ricongiungimento del compagno. E’ un bel duello tra finnici, con Valtteri che non si scompone tanto che via radio riceve un eloquente:”Good job!” Il suo compito si esaurisce al 34° giro quando imbocca la pit-lane per la sosta, cedendo la scena a Kimi e Lewis. E’ l’inizio di un confronto impari e dall’epilogo segnato. Il ferrarista, causa l’usura della gomma posteriore sinistra non può fare granché quando il nemico affonda il colpo e deve capitolare in fondo al rettilineo di partenza. E’ la tornata 44 ed è pure il colpo del KO per il Cavallino. In pratica è l’epilogo amaro di una giornata che sarebbe dovuta andare in tutt’altro modo. I giri finali non vivono di ulteriori emozioni, se non della strenua difesa di Verstappen contro Bottas per mantenere una posizione ormai perduta. Nel tentativo disperato di respingere Valtteri, il focoso “Mad Max” l’ha spedito lungo alla prima chicane, costringendolo a fare lo slalom per riprendere la pista. Condotta punita giustamente con 5” di penalità da sommare al tempo finale. Sanzione che il giovane olandese criticare via radio continuando a non cedere strada al rivale. Che dire, l’han cresciuto così. E Vettel? Chiuderà quarto. Dopo il secondo pit, ha montato le supersoft e da decimo ha tirato per risalire a ridosso del podio. Peccato per quel frangente di follia alle prime battute. Hamilton taglia il traguardo da trionfatore, forse insperato, dell’89esimo G.P. d’Italia precedendo Raikkonen al suo centesimo podio in carriera. Nel giro d’onore Lewis attende l’arrivo di Bottas, terzo, per procedere fianco a fianco su invito del proprio pit-wall:” Fate la parata per i nostri colleghi italiani.” Un messaggio alquanto discutibile, forse in risposta ai fischi che hanno salutato il trionfo di Lewis. Comportamenti anti-sportivi da “curva sud” e francamente fastidiosi, proseguiti anche durante la cerimonia del podio, ma che non turberanno più di tanto Lewis che dichiarerà:” Il tifo contro è uno stimolo.” Risposta intelligente che fa del britannico un personaggio anche a livello mediatico, che fra l’altro vanta tifosi anche nella Monza ferrarista. Dopo aver espletato tutti i protocolli d’obbligo per il vincitore, Lewis si ripresenta a sorpresa sul muretto box salutando i suoi fans e tuffandosi tra loro. Un finale meritato per un fuoriclasse che ancora una volta ha messo in mostra il suo grande talento e che ora guida la classifica con ben 30 lunghezze di vantaggio su Vettel. Un margine consistente anche se mancano ancora sette round alla fine. Maurizio Arrivabene team principal del Cavallino ribadisce che la Ferrari non mollerà sino alla fine. Peccato che da Monza in avanti, Hamilton farà centro per altre cinque volte, mentre Seb nemmeno una: solo due seconde e due terze piazze. Il british metterà le mani sulla sua quinta corona, eguagliando il grande Juan Manuel Fangio (solo Schumi era riuscito a fare tanto) al termine del G.P. del Messico, terz’ultimo appuntamento in calendario, accontentandosi dei punti del quarto posto. Il divario a fine anno tra i due sarà impietoso: ben 88 lunghezze. Tra i costruttori il gap sarà quasi identico con la Mercedes prima a quota 655 e la Ferrari seconda a 571. Raikkonen saluterà Maranello dopo aver siglato ad Austin il suo 21° ed ultimo trionfo in F.1 ed approderà alla Sauber. Il suo volante sarà ereditato Leclerc, confermando quell’avvicendamento che era già nei piani del Cavallino.