Formula 1

Published on Novembre 14th, 2022 | by Massimo Campi

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Interlagos: Il primo sigillo di Russell

 

Di Carlo Baffi

Il giovane pilota britannico coglie il suo primo successo in F.1 precedendo il compagno Hamilton che completa la doppietta Mercedes. Al terzo e quarto posto si piazzano le Ferrari di Sainz e Leclerc. In ombra la Red Bull, rispettivamente sesta con Verstappen e settima con Perez.

Al penultimo appuntamento del Campionato del Mondo 2022, è finalmente arrivata la prima vittoria dell’anno per le Frecce d’Argento. Un riscatto che compensa in parte una stagione molto difficile complice i troppi problemi denunciati dal modello W13. A rompere il ghiaccio è toccato al 24enne inglese George Russell alla sua prima annata come pilota ufficiale della Mercedes. Un’impresa cercata in tutti i modi anche dal sette volte iridato Lewis Hamilton, a cui resta soltanto la gara di Abu Dhabi, in programma il prossimo 20 novembre, per non restare a bocca asciutta e stabilire il record di almeno un trionfo in ogni mondiale disputato. “Hammertime” ha dovuto invece applaudire il connazionale cresciuto nel vivaio della “Stella a Tre Punte” e dotato di un talento straordinario che fa di lui una sorta di predestinato. Un fuoriclasse attorno al quale orbita il futuro del team capitanato da Toto Wolff, ovviamente Hamilton permettendo. Del resto le doti di “King George”, come già qualcuno lo chiama, sono note agli addetti ai lavori ed agli appassionati, dopo averlo visto affermarsi in GP3 ed in F.2 alla sua prima stagione. E che dire di Sakhir 2020, quando disputò il suo primo Gran Premio da pilota ufficiale Mercedes sostituendo Hamilton fermato dal Covid-19? Allora, un errore della scuderia al pit-stop ed una foratura gli negarono un trionfo più che meritato. Il driver nato a King’ trascorse un altro anno sulla modesta Williams e poi arrivò la promozione da Stoccarda. Sfortunatamente lo attendeva una monoposto problematica, anzi la più scorbutica di quelle realizzate dalla “Stella a Tre Punte”, ma George non ha mai mollato, anzi. Forse adattandosi meglio alle caratteristiche della W13 è riuscito a mettere nel carniere punti importanti stazionando costantemente davanti ad un eptacampione del calibro di Hamilton nella classifica piloti.

La sua prima pole, l’ha messa a segno in Ungheria dove è giunto terzo e ad Interlagos ha trionfato. L’anteprima era andata in scena il sabato nella Sprint Qualifying, in cui era giunto primo mettendosi alle spalle Sainz, Hamilton e Verstappen (su quest’ultimo ha effettuato un sorpasso magistrale), poi in gara ha completato l’impresa. Partiva con al fianco un osso duro come Hamilton (l’ultima prima fila tutta Mercedes non si vedeva dall’Arabia Saudita 2021) ed allo start è stato impeccabile balzando al comando e mantenendolo sino alla bandiera a scacchi. E’ stato lucido, senza commettere alcuna sbavatura durante i 71 giri previsti malgrado le safety car e con una posta in palio decisamente alta, di quelle che ti cambiano la vita. A sua insaputa, non è stato avvertito volontariamente dai suoi tecnici di una perdita d’acqua dal motore che avrebbe potuto mandargli in fumo i sogni di gloria. Scelta saggia al fine di non agitarlo. Nel giro di rientro, dal box gli hanno comunicato via radio il benvenuto nel club dei vincitori di un Gran Premio e lui ha risposto:” … è solo l’inizio.” Un messaggio rivolto a chi corre al suo fianco? Chissà… Una volta uscito dall’abitacolo s’è abbandonato alla comprensibile commozione rivelando ai microfoni dei media:” Gli ultimi dieci giri, l’intensità a livello fisico mi ha prosciugato, con Lewis dietro sapevo che non potevo sbagliare, ma sono contento di avercela fatta. E’ un sogno che si realizza e devo dire un enorme grazie alla squadra.” Non sono mancate le congratulazioni di Sir Hamilton:” Il weekend di George è stato fantastico e merita ampiamente questa vittoria.” Alla Mercedes temevano una lotta fratricida tra i due, che avrebbe vanificato la grande chances di centrare l’uno-due. Invece ciò non è avvenuto dal momento che l’inseguimento di Hamilton è stato compromesso al settimo passaggio, al rientro della vettura di sicurezza. “Hammertime” s’è ritrovato negli scarichi la Red Bull di Max Verstappen che s’è avventato sulla preda cercando il sorpasso all’esterno. Lewis s’è difeso allargando la traiettoria e l’avversario è finito sul cordolo. Il corpo a corpo deve aver rispolverato le vecchie ruggini, “Mad Max” ha tenuto giù il piede convinto di infilare il nemico, ma col risultato di urtare l’ala anteriore sinistra della W13, giustificandosi via radio con il classico “non mi ha dato spazio.” Prontamente Hamilton replicava:” Questo non è un incidente di gara.” Ad avere la peggio è stato comunque il Campione del Mondo, che non solo ha dovuto riparare ai box per sostituire l’ala, ma s’è visto pure appioppare una penalità di 5” e la sua corsa è finita li. Hamilton ha invece proseguito ed è salito sul podio:” Che dire – ha dichiarato nel post-gara – è Max. Sono contento di essere riuscito a rimontare dopo l’incidente, ma ho perso il Gran Premio per quel contatto.” Nelle parole di Hamilton si cela una certa rassegnazione nel giudizio ai riguardi dell’eterno rivale, il quale nelle ultime battute s’è reso protagonista di un altro gesto che ha fatto discutere. Premessa, l’olandese s’è riconfermato Campione con largo anticipo, facendo suo pure il primato di vittorie ottenute in una stagione: se ne contano 14. Ebbene, sollecitato dal team a far passare Perez, che lo seguiva ed è in lotta per il secondo posto nel mondiale, non ha risposto. E quando, concluse le ostilità, dal pit-wall gli è stato chiesto cosa fosse successo, ha replicato inacidito di non voler più sentire richieste del genere, sottolineando di avere le sue ragioni per comportarsi così. Si dice che nel pre-gara l’orange fosse stato chiaro sulle proprie intenzioni. Un concetto ribadito anche ai microfoni di Sky, ma lasciando aperto uno spiraglio:” Se Checo avrà bisogno di un aiuto ad Abu Dhabi, glielo darò”. Bontà sua. Perez non ha compreso le ragioni di questo comportamento, ma ha pure aggiunto polemicamente:”…ha dimostrato chi è”. Che dire? E’ risaputo che nel motorsport i favori in corsa sono merce rara, però la memoria di “Super Max” ha forse qualche bug. E’ passato solo un anno da quando ad Abu Dhabi, Verstappen detronizzò Hamilton grazie ad una decisione criptica della direzione gara (Michael Masi) ed all’aiuto proprio di Sergio Perez, il quale non esitò ad ostruire la strada in tutti i modi al pilota della Mercedes, impedendogli di allungare il passo. Comportamento che indusse Max ad esprimere pubblicamente la sua gratitudine:” Voglio ringraziare anche Checo, perché oggi ha guidato con il cuore. Ha fatto un grande lavoro di squadra ed è uno straordinario compagno.” Durante questo 2022, in tanti hanno avuto l’impressione e sostenuto che Verstappen fosse cambiato. Da quel bulletto di cortile cresciuto da papà Jos, s’era trasformato in un professionista maturo capace di correre con il cervello, prendendo i rischi solo in casi estremi. Doti che se combinate alla sua classe innata, hanno fatto di lui un campione quasi imbattibile e destinato a prolungare la striscia di successi. Invece ecco che di colpo ricompare la sua vecchia indole, forse la sua vera natura mai scomparsa, celata temporaneamente dal dominio incontrastato. E’ pur vero che nel G.P. di Spagna del maggio scorso, Sergio abbia dato strada a Max verso il successo in modo plateale rimarcando via radio:” va bene per il team, ma ne riparliamo dopo”, poi però arrivò puntuale il rinnovo di contratto e la vittoria a Monte Carlo. Anche se nel Principato, “Checo”, col terzo tempo, fece anticipare la chiusura delle qualifiche dopo aver sbattuto nel tentativo improbabile di migliorarsi. Un crash sospetto (secondo radio-paddock), che infastidì non poco Verstappen intento ad attaccare il crono dei rivali. C’è poi la questione delle scie rifiutate in qualifica da Sergio a Le Castellet ed a Monza, altra condotta non gradita dall’iridato. Fatti che devono aver lasciato il segno e che oggi rischiano di trasformare il box Red Bull in una polveriera in vista del 2023. Un clima di tensione che avrebbe richiesto l’intervento di una figura autorevole come quella di Dietrich Mateschitz, l’ex grande capo recentemente scomparso, capace di avere sempre il controllo della situazione. La classifica attuale vede Perez secondo a pari punti con Leclerc e domenica prossima avrà luogo lo scontro decisivo. Inutile sottolineare quanto sia importante per questa Red Bull pigliatutto piazzare i suoi due portacolori al vertice della classifica, ma probabilmente al cannibale dei Paesi Bassi importa poco. E restando sull’argomento delle gerarchie di squadra apriamo il capitolo riguardante la Ferrari, dove anche qui non mancano i malumori. Come detto Charles Leclerc punta alla seconda piazza ed è comprensibile che stia facendo pressioni sul team. In pista ha rimarcato via radio che Sainz gli cedesse la terza posizione facendo valere gli accordi presi a monte, in virtù dei quali Sainz, in pieno accordo con la scuderia, avrebbe spalancato la porta se ci fosse stata la necessità.

Peccato in quel momento la situazione non era delle più favorevoli. Il monegasco si trovava quarto dietro all’iberico, ma c’erano Alonso e Verstappen in agguato ed un rallentamento poteva compromettere la posizione di entrambi. Inoltre Carlos era finito sotto investigazione per aver affiancato Perez durante il regime di SC. Di conseguenza al pit-wall hanno optato per una decisione conservativa, vista l’importanza dei punti che permettono alla Ferrari di difendere lo status di seconda forza nel mondiale. Logicamente Leclerc non ha nascosto la propria delusione:” Nella foga del momento è stato frustrante perché avevamo parlato prima del via ed in generale non mi piace chiedere questo genere di cose.” Uno sconforto sorto già dalle qualifiche del venerdì in cui Charles ha patito una topica del team che l’ha mandato in pista con le intermedie da pioggia quando l’asfalto era ancora asciutto e che l’ha fatto partire decimo costringendolo a rimontare. La domenica partiva quinto dalla terza fila, ma dopo l’uscita della SC è finito fuori urtato da Norris mentre cercava di sopravanzare la McLaren. Forse un azzardo dettata da troppa irruenza. Da qui il conseguente ritorno ai box e la nuova rincorsa.” Ho lasciato lo spazio all’interno e credo che Lando abbia perso il posteriore e mi ha toccato. Dopo quel contatto la mia gara è stata difficile, il passo era buono però non a livello delle Mercedes. Ora cercherò di trovarmi in una posizione migliore ad Abu Dhabi – ha concluso il “Principino” – voglio finire nel migliore dei modi l’ultimo Gran Premio.” Più che soddisfacente la performance di Sainz che arretrato di cinque posizioni in griglia per la sostituzione del motore endotermico, scattava settimo ed ha pure dovuto fare una sosta anticipata per via di un tear-off infilatosi nella presa d’aria del freno posteriore destro che ha innescato un principio d’incendio. Di fronte a questa “mala suerte”, il madrileno ha sfoderato la grinta arpionando un podio preziosissimo. In sostanza la F1-75 vista in Brasile è parsa più competitiva rispetto al passato, senza soffrire l’eccessivo degrado degli penumatici lamentato in passato. Purtroppo nel giorno in cui le Red Bull sono andate in affanno, si è materializzata una Mercedes più in palla delle rosse ed adesso nell’ultimo round in medio oriente, il Cavallino dovrà sfoderare gli artigli per respingere l’assalto delle Frecce d’Argento, a sole 19 lunghezze. Chiudere il mondiale al terzo posto, superati sul filo di lana dalle W13 apparse sempre in difficoltà, sarebbe una beffa atroce. “Le Mercedes oggi erano le più veloci – ha dichiarato Sainz – è da un qualche weekend che sono in forma e penso che siano in lotta per la vittoria anche ad Abu Dhabi. Noi dovremo limitare i danni.” Anche questo sarà uno degli aspetti che renderà particolarmente interessante l’ultima tappa del campionato 2022, così come la battaglia per il quarto posto tra l’Alpine-Renault e la McLaren-Mercedes. Anche in questo caso la differenza è di 19 punti, con i transalpini che ad Interlagos si sono avvantaggiati grazie all’ottimo quinto posto di Fernando Alonso ed all’ottavo di Esteban Ocon, che ha preceduto Bottas e Stroll. In conclusione, è d’obbligo un plauso alla Haas-Ferrari che pur avendo concluso la corsa con una solo vettura, quella di Mick Schumacher tredicesima, è salita agli onori della cronaca per la pole nelle qualifiche del venerdì siglata da Jan Magnussen. Il danese è stato bravo a sfruttare una condizione atipica con l’aumento della pioggia all’inizio della Q3. Con il miglioramento del meteo la Sprint-Race è stata tutta un’altra storia e Magnussen non ha potuto reggere l’assalto della concorrenza terminando ottavo. Purtroppo per lui, subito dopo il via del G.P., è stato messo ko da una collisione provocata da Ricciardo. Peccato! Comunque sia, il momento di gloria della scuderia a stelle e strisce diretta da Gunther Steiner resta una pagina indelebile nella storia del Circus.

Immagini Pirellipress

Campionato Piloti
1° Verstappen 429 punti – 2° Perez, Leclerc 290 – 4° Russell 265 – 5° Hamilton 240 – 6° Sainz 234 – 7° Norris 113 – 8° Ocon 86 – 9° Alonso 81 – 10° Bottas 49 – 11° Vettel 36 – 12° Ricciardo 35 – 13° Magnussen 25 – 14° Gasly 23 – 15° Stroll 14 – 16° Schumacher, Tsunoda 12 – 18° Zhou 6 – 19° Albon 4 – 20° Latifi, De Vries 2

Campionato Costruttori
1^ Red Bull-Honda 719 punti – 2^ Ferrari 524 – 3^ Mercedes 505 – 4^ Alpine-Renault 167 – 5^ McLaren-Mercedes 148 – 6^ Sauber-Ferrari 55 – 7^ Aston Martin-Mercedes 50 – 8^ Haas-Ferrari 37 – 9^ Alpha Tauri-Honda 35 – 10^ Williams-Mercedes 8

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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