Published on Ottobre 31st, 2022 | by Massimo Campi
0Verstappen: ora i centri sono 14!
Di Carlo Baffi.
Il due volte iridato ha dominato anche a Città del Messico agguantando il primato di trionfi in un mondiale. Sul traguardo ha preceduto la Mercedes di Hamilton e la seconda RB18 di Perez. Attardate le Ferrari, solo quinta e sesta, che non sono mai parse in grado di competere coi primi.
Si pensava che una volta riconfermatosi Campione del Mondo ed eguagliato il record di vittorie stagionali detenuto da Michael Schumacher e Sebastian Vettel, Max Verstappen tirasse un po’ il fiato pago del bottino conquistato. Magari concedendo un po’ di gloria al compagno Sergio Perez nella gara di casa per la gioia dei tanti fans che hanno riempito le tribune dell’Autodromo Hermanos Rodriguez di Città del Messico. Ben 150 mila presenza soltanto la domenica, la maggior parte pronta a portare in trionfo “Checo”, il loro beniamino. Sbagliato! L’orange da buon cannibale, non ha concesso sconti sbriciolando il primato che ora sale a 14. Mai prima d’ora un pilota aveva vinto tanto in un campionato del mondo, senza contare che il sabato ha fatto sua pure la pole, mettendoci parecchio del suo talento. Insomma è sempre più “Super Max Verstappen”. Uno strapotere che tenta in tutti i modi di cancellare polemiche e sospetti sorti dopo la vicenda budget-cap che ha catapultato la sua scuderia, la Red Bull, sul banco degli imputati. E guai a farne accenno. Chiedere alle reti Sky straniere che si son viste negare le interviste dal “fenomeno”, complice l’intervento per padre Jos che facendo fede al soprannome di “The Boss” (usato quando bazzicava le piste) ha vietato al figlio di rilasciare pareri agli inviati dell’emittente fondata da Murdoch. Tutta colpa del giornalista britannico Ted Kravitz reo di aver tirato in ballo la penalità subita da Leclerc a Suzuka e del finale movimentato di Abu Dhabi 2021 (conclusione talmente regolare che è stato silurato il direttore di gara Michael Masi). Guai a mettere il dito della piaga, anche se con ironia. Della serie, nessun’ombra sui successi dell’astro nascente, pazienza se le tv pagano lauti compensi per assicurarsi i diritti di raccontare la massima formula. E fa niente se Max, al termine del G.P. degli Stati Uniti del 2019, alla domanda sulla Ferrari finita giù dal podio, sentenziava che il risultato era normale quando si smette di barare. Parole pesanti, ma forse il suo papi non ricorda. Un atteggiamento sulla difensiva adottato pure dal team in merito alle irregolarità commesse nel caso budget cap (dove alla fine c’è stato il patteggiamento). Comunque bando alle polemiche e tornando al G.P. del Messico, dieci e lode all’olandese volante che ha recitato nuovamente il ruolo di primo della classe. Al via doveva guardarsi dalle due Frecce d’Argento di George Russell e Lewis Hamilton, che avevano ritrovato la competitività; probabilmente facilitate dal circuito e dall’altitudine. Max, con le gomme rosse, è partito in modo perfetto pigliando il comando. Dietro di lui le Mercedes, dotate di gomme gialle lottavano tra loro, con Hamilton (partito terzo) che riusciva ad avere la meglio sul compagno, passato anche da Perez scattato dalla quarta posizione. Verstappen spingeva in modo da aumentare il proprio vantaggio, Hamilton cercava a sua volta di tenere botta, guardandosi le spalle insidiato dalla seconda Red Bull.
Più indietro le Ferrari, partite rispettivamente dalla quinta e dalla settima posizione con Carlos Sainz e Charles Leclerc, cercavano di risalire ma non parevano nei giorni migliori. In pratica, già dalle fasi iniziali la corsa ha preso una piega a favore del team anglo-austriaco forte di una RB18 superlativa nella gestione gomme. Nel primo stint Max era costante sul giro mantenendo le sue soft fino al 26esimo passaggio. Copione identico anche quando ha montato le medie: ritmo costante e nessun degrado. E se alla Mercedes pensavano che il leader avrebbe dovuto affrontare una seconda sosta, sono stati puntualmente smentiti nel vedere la Red Bull numero uno involarsi tranquillamente verso il trionfo. Hamilton va comunque elogiato, perché dopo un brillante start s’è mantenuto vicino all’eterno rivale calzando una mescola differente ed innescando un bel duello. Alla tornata 29 delle 71 previste, l’eptacampione è passato alle hard per arrivare sino al termine, ma presto realizzava che la resa era al di sotto delle aspettative. Oltre a questo handicap s’è ritrovato a tenere a bada Perez, condizione che ha compromesso ulteriormente l’inseguimento a Verstappen, il quale via via prendeva il largo fino a raggiungere un margine di 10”. In pratica la partita si chiudeva quà. Russell, autore di uno start insufficiente non è andato oltre la quarta posizione, vanificando quella seconda prestazione in qualifica che prometteva bene. L’unica consolazione per il britannico è arrivata dal giro più veloce con il punto addizionale agguantato all’ultimo passaggio con le soft. Comprensibile l’insoddisfazione nel box della “Stella a Tre Punte” che viste le premesse puntava alla tanto ricercata vittoria che renderebbe meno amara una stagione molto problematica. Dolenti note in casa Ferrari, con entrambe le F1-75 mai in grado di puntare ai piani alti, sia in qualifica (dove solitamente lottano per la pole) che in gara. Non sono andate oltre il quinto posto con Sainz ed il sesto con Leclerc, rispettivamente a 58 secondi e ad 1’08 dal vincitore. Il monegasco, che disputava il suo 100esimo Gran Premio, non ha nascosto la propria delusione:” Dovremo analizzare il tutto, perché abbiamo sofferto parecchio rispetto a Mercedes e Red Bull e lo testimoniano i distacchi. Quello che fa più male è che abbiamo massimizzato il nostro potenziale ed abbiamo chiuso con un minuto di ritardo.” Critico anche il team principal Mattia Binotto:” Abbiamo faticato sin dalle qualifiche ed in corsa è stata dura. Eravamo convinti che partire con le soft e proseguire con le medie sarebbe stata la strategia migliore per disputare una gara veloce. Invece non avevamo velocità per stare a ridosso dei primi. Non è un problema di gomme, visto che con ogni mescola faticavamo tantissimo. La sensazione – ha proseguito il tecnico reggiano – è che abbiamo sofferto per tutto il fine settimana sia con la power unit, che con il bilanciamento e la trazione. Al momento non abbiamo risposte certe, i problemi sono più di uno, ma tutto questo ci servirà per capire i limiti e migliorarci per la prossima stagione.” Alle spalle delle rosse si sono classificati un risorto Ricciardo, Ocon, Norris e Bottas, a chiudere i primi dieci. Ormai restano solo due round alla conclusione, ossia Brasile ed Abu Dhabi. Il prossimo 13 novembre il Circus sarà in scena ad Interlagos, un tracciato che non lesina sorprese, soprattutto quando ci si mette di mezzo il meteo. Leclerc è chiamato a riprendersi il secondo posto in classifica, il suo diretto rivale Perez è a sole cinque lunghezze. Chissà se almeno nel rush finale Verstappen sarà disposto a dare una mano a “Checo” per firmare una storica doppietta Red Bull ai vertici della classifica piloti? Se non lo facesse, non ci sarebbe da stupirsi. La Ferrari non dovrebbe avere grosse difficoltà a mantenere il ruolo di seconda forza tra i costruttori, visto che vanta quaranta punti sulla Mercedes. Ma è bene non sottovalutare troppo la W13, capace magari di qualche altro exploit. Decisamente serrata si annuncia la sfida tra Alpine-Renault e McLaren-Mercedes, divise soltanto da sette punti.
Immagini Pirelli press
Campionato Piloti
1° Verstappen 416 – 2° Perez 280 – 3° Leclerc 275 – 4° Russell 231 – 5° Hamilton 216 – 6° Sainz 212 – 7° Norris 111 – 8° Ocon 82 – 9° Alonso 71 – 10° Bottas 47 – 11° Vettel 36 – 12° Ricciardo 35 – 13° Magnussen 24 – 14° Gasly 23 – 15° Stroll 13 – 16° Schumacher, Tsunoda 12 – 18° Zhou 6 – 19° Albon 4 – 20° Latifi, De Vries 2
Il campionato costruttori
1^ Red Bull-Honda 696 – 2^ Ferrari 487 – 3^Mercedes 447 – 4^ Alpine-Renault 153 – 5^ McLaren-Mercedes 146 – 6^ Sauber-Ferrari 53 – 7^ Aston Martin-Mercedes 49 – 8^ Haas-Ferrari 36 – 9^ Alpha Tauri-Honda 35 – 10^ Williams-Mercedes 8