Published on Settembre 28th, 2022 | by Massimo Campi
0Emerson Fittipaldi, il campione del 1972 con la Lotus 72D
Il pilota di San Paolo conquista con la Lotus 72D il suo primo titolo mondiale vincendo a Monza
E’ il pomeriggio del 10 settembre 1972, quando Colin Chapman fa volare in aria il suo famoso cappello con la Lotus, pilotata dal giovane Emerson Fittipaldi, che taglia vittoriosamente il traguardo del Gran Premio d’Italia sulla pista di Monza conquistando il titolo Mondiale di Formula 1 piloti ed anche quello costruttori. Il pilota venuto da Brasile non ha ancora compiuto 26 anni ed è il più giovane campione del mondo, fino a quel momento, nella storia della massima formula. “O Rato” come è stato soprannominato per la sua dentatura, o anche “Emmo” come abbreviazione del suo nome, è nato a San Paolo il 12 dicembre del 1946. E’ il secondo figlio di Wilson Fittipaldi, uno dei più noti giornalisti sportivi del suo paese che, come tanti in brasile, è figlio di una famiglia di immigrati italiani con i nonni che sono partiti da Trecchina, un piccolo paese della Basilicata.
La passione sportiva del padre Wilson, che corre come pilota dilettante, contagia Emerson e suo fratello Wilson Jr, i due iniziano con le moto, per poi passare alla quattro ruote. Wilson Jr che è tre anni più grande, corre con i Kart, Emerson è il suo meccanico ed i due fratelli mettono in piedi una piccola ditta di ricambi auto per finanziare le loro corse. È il 1963, quando anche Emmo abbandona le moto per raddoppiare le ruote, è veloce, si fa notare, diventa campione brasiliano nelle varie gare stradali, ma sono le monoposto che attirano le attenzioni del pilota di San Paolo che passa nel 1965 alle gare in monoposto. In Brasile nel 1967 si disputa il primo campionato nazionale di Formula Super Vee, una categoria monomarca nata in Europa l’anno prima, che si basa su parti meccaniche del Volkswagen Maggiolino. Emerson Fittipaldi è il pilota da battere, vince il campionato al debutto, diventa uno degli idoli locali, ma presto capisce che, se vuole diventare un professionista del volante, deve emigrare nel vecchio continente. Attraversa l’Oceano Atlantico nel 1969, arriva in Inghilterra, impegna tutti i risparmi per correre in F.Ford e subito si fa notare conquistando quattro vittorie consecutive e guadagnandosi, in appena tre mesi, un contratto con il team di Jim Russel per correre nella F.3 Britannica. Fittipaldi è velocissimo, Emmo fa volare la Lotus, con il suo stile di guida efficace e veloce, conquista il campionato nonostante l’esordio a stagione iniziata. È subito notato da Colin Chapman, che lo mette nell’abitacolo di una sua Lotus 69 per la stagione 1970 di Formula 2. Il brasiliano non vince, ma sale sul podio già alla terza gara dimostrando di avere grandi doti di apprendimento e nella gestione della monoposto inglese.
La Lotus nel 1970 è concentrata nello sviluppo della nuova 72 per la massima formula. La squadra è composta dall’austriaco Jochen Rindt e dall’inglese John Miles. La stagione inizia con le difficoltà di messa a punto delle vettura, intanto Chapman fa debuttare il giovane brasiliano al GP d’Inghilterra con la 49C lasciata libera da Rindt. Emmo arriva ottavo, nella gara successiva ad Hockenheim Fittipaldi è tredicesimo in prova, ma in gara è quarto, con Jochen Rindt che vince la sua ultima gara prima del dramma di Monza. Tocca a Fittipaldi la pesante eredità lasciata dall’asso austriaco, il secondo pilota, John Miles annuncia il ritiro dalle corse dopo il dramma di Rindt, Emerson Fittipaldi, da pilota di scorta, si ritrova a difendere le sorti della squadra inglese che può ancora vincere il titolo mondiale nonostante la scomparsa del suo ex caposquadra. La Lotus salta il GP del Canada, ma si presenta al via del GP USA sul difficile tracciato di Watkins Glen. È il 4 ottobre 1970, il brasiliano è al via della sua quarta gara nella massima formula, è veloce e redditizio, Stewart si ferma all’82 giro per una perdita di olio, Ickx è in crisi, in testa c’è Pedro Rodriguez ma si deve fermare per un rifornimento ai box. Fittipaldi prende autorevolmente il comando della gara e transita per primo sotto la bandiera a scacchi. È un risultato eccezionale, soprattutto dimostra di avere testa oltre al piede, grazie al suo risultato Jochen Rindt e la Lotus sono Campioni del Mondo 1970.
Il futuro del pilota di San Paolo sembra radioso, ma la stagione 1971 della Lotus non è all’altezza della aspettative. Il titolo va alla Tyrrell-Ford di Jackie Stewart che domina l’annata con una vettura semplice, veloce e soprattutto affidabile. Colin Chapman dopo avere tentato con la nuova fallimentare Lotus 56 a turbina, rispolvera la vecchia 72.
Per la stagione 1972, Colin Chapman decide di abbandonare nuove avventure tecniche e si concentra nello sviluppo della 72, affidata a Tony Rudd, l’ex tecnico della BRM che riprogetta la sospensione posteriore e modifica l’alettone per generare una maggiore deportanza. Cambia anche la colorazione, che passa dal rosso/oro al nero/oro, sempre dello sponsor tabaccaio.
La Lotus 72D John Player Special ottiene la prima vittoria alla terza gara stagionale, sul tracciato spagnolo di Jarama. La principale rivale della Lotus è la Tyrrell di Stewart, Fittipaldi vince ancora in Belgio a Nivelles, a Zeltweg in Austria ed è a podio in Sudafrica, a Montecarlo ed in Francia. Vince anche la Race of Champions di Brands Hatch e l’International Trophy di Silverstone, gare non valide per il mondiale.
Con la vittoria in Spagna prende la testa della classifica per non perderla più fino a fine stagione. A Jarama il brasiliano è terzo in prova, Stewart scompare presto dalla gara con Fittipaldi che vince staccando di 18 secondi la Ferrari 312B2 di Ickx seguita dalla gemella di Clay Regazzoni. A Montecarlo la nera Lotus 72D fatica a tenere il passo della BRM di Beltoise e dalla Ferrari di Ickx con pista bagnata, finendo terza staccata di un giro. A Nivelles, sulla veloce pista belga, Fittipaldi non ha avversari e domina la gara chiudendo con quasi mezzo minuto di vantaggio sulla Tyrrell di Cevert. Il tracciato francese di Clermont Ferrand è molto tortuoso e poco adatto alla 72D che predilige i tracciati veloci. Fittipaldi, con una gara accorta, sale sul secondo gradino del podio dietro Stewart. A Brands Hatch è la Ferrari di Ickx a prendere il comando delle operazioni fino a quando non si rompe il radiatore dell’olio ed il belga si deve ritirare. Fittipaldi prende la testa, lotta con Stewart che cerca il sorpasso, ma al termine dei 76 giri di gara è la nera Lotus del brasiliano a tagliare per prima il traguardo seguita dalla blu Tyrrell a soli 4 secondi. Nella calda estate c’è il ritorno al vertice della Ferrari con Ickx che domina tra le curve tedesche della Nordshleife seguito dal compagno Regazzoni mentre Fittipaldi si deve fermare a quattro giri dalla fine con la trasmissione a pezzi. In agosto sembra che il campionato si rimetta in gioco, oltre a Stewart c’è il ritorno della Ferrari, ma su veloci curvoni della Stiria è la Lotus 72D a comandare le danze. Fittipaldi è in pole, affiancato dalla Ferrari di Regazzoni, Ickx ha rotto il motore nel momento topico delle prove ed è solo nono, mentre Stewart parte alle spalle del brasiliano. Allo start è la Tyrrell la più lesta e prende il comando della gara seguita dalla Lotus, ma dopo 24 giri Fittipaldi affianca Stewart e lo sorpassa in un veloce curvone prendendo la testa della gara e mantenendola fin sotto la bandiera a scacchi. Stewart ha problemi al retrotreno e deve abbandonare qualsiasi velleità di inseguire la nera Lotus che prende un vantaggio netto nella classifica mondiale.
GP d’Italia 1972, la prima gara con le varianti a Monza
Come spesso è successo nella storia della massima formula, il tracciato brianzolo diventa decisivo per la conquista del titolo mondiale. Mancano tre gare al termine della stagione, il vantaggio del brasiliano su Stewart è di 25 punti. In lizza per il titolo ci sono anche Denny Hulme con la McLaren che ha vinto nella gara in Sudafrica e spesso è arrivato a punti nelle altre e Jacky Ickx che ha vinto in Germania. A Fittipaldi basta un piazzamento nei primi quattro per mettere definitivamente la parola fine alle speranze degli avversari.
Dopo l’edizione del 1971, passata alla storia per l’arrivo in volata di quattro vetture nello spazio di soli 18 centesimi di secondo, corsa a più di 240 km/h di media, il tracciato stradale viene modificato con due chicane artificiali per rallentare i concorrenti e aumentare la sicurezza.
La prima viene realizzata all’altezza della biforcazione tra il tracciato stradale e l’anello di Alta Velocità e consiste in un varco di una decina di metri nel guard rail che separa le due sezioni della pista. Le vetture devono percorrere il rettilineo di partenze sul lato destro per poi attraversare la chicane e continuare sul lato sinistro verso la curva Grande. Alla partenza la chicane non viene però utilizzata ed i concorrenti partono direttamente sul lato sinistro. La seconda variante, detta del Mirabello, è realizzata alla Curva del Vialone, dove c’è l’attuale Variante Ascari con i piloti che devono rallentare affrontando il primo secco sinistra-destra e poi ritornare sul vecchio asfalto con un successivo destra-sinistra. Il rallentamento della pista è notevole, la pole position è conquistata dalla Ferrari di Ickx con un tempo di 1:35.65, ben 13 secondi più lento rispetto a quello della Matra di Amon dell’anno precedente.
La squadra di Colin Chapman temeva ancora di incorrere in problemi legali sul territorio italiano, in seguito all’incidente mortale di Rindt di due anni prima ed iscrive le Lotus sotto le insegne della squadra “World Wide Racing” come aveva già fatto nel 1971. Il brasiliano non è velocissimo in prova e parte dalla terza fila con il sesto tempo. Poco prima della partenza i meccanici della Lotus devono intervenire per riparare il serbatoio della benzina che ha una perdita. Mancano solo trenta minuti fanno una riparazione di emergenza ed il brasiliano parte con poca fiducia di vedere la bandiera a scacchi. Stewart si ferma subito con la frizione bruciata, le due Ferrari di ickx e Regazzoni si ritirano entrambe mentre sono al comando della gara. Lo svizzero entra in contatto alla Variante del Mirabello con Pace dopo 17 giri, Ickx si ferma a nove giri dalla fine per un problema elettrico e Fittipaldi che aveva fatto una gara accorta sperando nella tenuta del serbatoio si ritrova al comando. Percorre gli ultimi giri della pista di Monza in un tripudio di bandiere brasiliane, passa da vincitore sotto la bandiera a scacchi e dopo i cinque titoli iridati di Fangio il mondiale torna in Sudamerica, conquistato per la prima volta da un pilota del Brasile.
Emerson Fittipaldi ha solo 25 anni, è il più giovane campione di Formula 1 della storia ed il suo record resiste fino al 2005 quando è stato battuto da Fernando Alonso e, successivamente, da Lewis Hamilton e Sebastian Vettel. Quando torna nel suo paese è paragonato ad un eroe nazionale e la sua vittoria fa nascere in Brasile la passione per i motori che porterà alla nascita di futuri campioni come Carlos Pace, Nelson Piquet ed Ayrton Senna.
Emerson Fittipaldi, “Emmo” come molti lo chiamano ancora, è ritornato al volante della Lotus 72 in occasione del GP d’Italia 2022, mezzo secolo dopo la sua storica vittoria mondiale e ricorda così quella vettura. “Penso che la Lotus 72 è stata la vettura più importante della mia carriera. Mi sentivo parte di quella vettura e la Lotus 72 era una parte di me, c’è stato subito feeling ed una grande intesa. Così è stato anche con Colin Chapman che era un vero genio nell’ideare vetture da corsa. Colin è stato il mio mentore, Lui è stato molto importante come la sua vettura. La 72 è diventata un elemento classico della storia del motorsport, con quella sua livrea nera John Player Special, bellissima! È ancora oggi una vettura molto bella, Chapman ha fatto quella monoposto con delle caratteristiche aerodinamiche avanzate per l’epoca con quella scocca a forma di cuneo ed i radiatori laterali. Sono sempre stato amico con Colin Chapman, era un grande ingegnere aeronautico che ha saputo applicare le sue idee e le sue conoscenze sulle monoposto.”
La Lotus 72 è stata una vettura vincente, ti ha permesso di conquistare il tuo primo mondiale, e nei vari anni ha subito numerosi sviluppi.
“Per i primi tre anni, dal 1970 al 1973, la scocca era praticamente uguale, con pochi aggiornamenti telaistici. Invece sono molto cambiate le altri parti, sospensioni, alettoni, i circuiti della lubrificazione. Ad ogni evoluzione delle gomme seguiva una nuova geometria delle sospensioni, Colin era sempre pronto con qualche innovazione. In quella vettura erano i dettagli a fare la differenza, ed in quei tre anni ci sono state infinite evoluzioni che hanno cambiato praticamente la vettura rendendola sempre vincente.”
Immagini ©Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto