Red Bull e l’insidia del regolamento 2016
Il regolamento tecnico della F1, che entrerà in vigore l’anno prossimo, potrebbe costringere la Red Bull alla resa.
L’inghippo sta tutto in un codicillo che sinora è stato ignorato da buona parte della stampa specializzata. Se fino ad oggi le squadre maggiori potevano fornire ai clienti propulsori con le specifiche dell’anno precedente (come la Manor che utilizza unità Ferrari del 2014), in futuro non sarà più così.
L’articolo 23.5 del nuovo regolamento tecnico, diventato operativo dopo l’approvazione della Federazione internazionale, prevede che “solamente le power-unit, identiche all’unità omologata dalla Fia in conformità dell’appendice 4, possono venire impiegate in un evento (leggi Gran Premio, ndr) durante le stagioni 2016-2020”.
Adrian Newy, direttore tecnico della Red Bull, ritiene che il nuovo regolamento tecnico costringerà il suo team ad uscire dalla Formula 1.
Le squadre per così dire motoriste (ossia Mercedes, Ferrari e, se arriverà, Renault) possono però conseguire vantaggi sui team clienti operando sulla software di mappatura e utilizzando combustibili più … performanti. Inoltre, potrebbero chiedere deroghe durante la solita riunione tecnica del giovedì ante GP per apportare modifiche alle unità utilizzate sulle loro vetture.
Per evitare il loro troppo evidente strapotere, il regolamento prevede, per fortuna, che l’introduzione di cambiamenti è sempre subordinato all’approvazione unanime di tutti i concorrenti.
Detto questo, torniamo alla considerazione iniziale. Poiché Mercedes e Ferrari non sono interessate a rifornire una pericolosa avversaria, la Red Bull (ed in subordine Toro Rosso) ha dinanzi a sé due possibilità: “far pace” con la Renault (viste anche le buone prestazioni delle ultime gare) oppure chiudere baracca e burattini.
“La verità è che nessuno vuole far niente per aiutarci a risolvere questo problema”, dice senza mezzi termini Adrian Newey, direttore tecnico di Red Bull. “Hanno paura di noi. Probabilmente saremo costretti a lasciare la Formula 1. Non vogliamo fare le comparse”.
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