Monoposto

Published on Maggio 22nd, 2023 | by Massimo Campi

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Ralt RT1, la monoposto del debutto in Formula 3 di Guido Cappellotto

 

Ron Tauranac nel 1974 fonda la Ralt, dopo gli anni passati come progettista, socio ed in seguito Team Manager della Brabham, dove la sigla delle monoposto inglesi BT significava proprio Brabham-Tauranac per ricordare i due ideatori della squadra che ha vinto i titoli mondiali con il suo pilota-costruttore. Il primo prodotto uscito dalla nuova factory inglese è la Ralt Rt1 , un’auto semplice e versatile utilizzata nelle corse di  Formula Due , Formula Tre e Formula Atlantic tra il 1975 e il 1978.

Il telaio della Rt1 veniva realizzato con una monoscocca in lamiera di alluminio L72 calibro 16 con un telaio ausiliario in acciaio dietro l’abitacolo per sostenere il motore ed il cambio Hewland FT200. Il disegno della vettura è piuttosto semplice, ma molto efficace, con la carrozzeria ed un grande muso in fibra di vetro a tutta larghezza mentre un’ala era fissata al cambio nella parte posteriore tramite un telaio tubolare.
La vettura è subito competitiva con Larry Perkins che è andato bene nel Regno Unito vincendo due volte a Brands Hatch e ottenendo un primo posto a Monza, e con Bertram Schäfer che conquista una serie di primi tre posti nel campionato tedesco, inclusa una vittoria a Ulm.

Il peso della Rt1 è di soli 500 kg e tra i motori che sono stati montati sulla monoposto ci sono tutti i principali propulsori a quattro cilindri dell’epoca:  HartCosworthToyota e Volkswagen.

Tra i maggiori successi della Ralt Rt1 ci sono quelli di Larry Perkins che vince la Coppa Europa di Formula 3 nel 1975. In seguito arrivano la vittorie in Formula 2 per mano del pilota tedesco-svedese Freddy Kottulinsky al Nurburgring. Nel 1977 vinse, con Elio De Angelis , il campionato italiano di Formula 3. Nel 1978 il palmares si arricchisce con Derek Warwick e Nelson Piquet,  vincitori dei due campionati britannici di Formula 3 e, con Bertram Schäfer, che conquista il campionato tedesco, svedese ed europeo. Altri campionati in Formula 3, Formula Atlantic e Formula Super Vee furono vinti dai piloti con la Ralt tra il 1979 e nel 1980. In Formula Atlantic, la RT1 è riuscita a conquistare ben 15 diversi campionati.

Tra i piloti che hanno corso e vinto con la Ralt Rt1 c’è Guido Cappellotto, che ha ritrovato la sua monoposto dopo 40 anni ed una operazione di restauro. “Ho corso con questa vettura nelle stagioni 1977 e 1978. Inizialmente l’assistenza la faceva Tino Brambilla, in seguito sono andato da Luciano Pavesi. Con i Fratelli Brambilla ho fatto qualche gara, ma non c’era una assistenza all’altezza della professionalità richiesta in un campionato che stava alzando il livello di competitività e sono passato al Team Pavesi, una delle squadre al top della categoria.”

La Ralt era molto competitiva in quegli anni

La Ralt Rt1 rappresenta una macchina di passaggio tra la vecchia generazione delle Formula 3 e le future monoposto ad effetto suolo come la Rt3. All’epoca le vetture vincenti erano Ralt e March, in pratica si correva solo con quelle. La Ralt, in questa configurazione con il 4 cilindri Toyota ed l cambio Hewland, era molto veloce sul dritto ed andava bene anche nel misto in piste come Magione e Montecarlo. Aveva qualche problema nei circuiti guidati come Mugello ed Imola dove andavano meglio le March che avevano un telaio più rigido. ”

Che risultati hai fatto

“Come risultati ne ho ottenuti diversi, ma tra i ricordi più belli c’è il miglior tempo nel primo turno di prove ufficiali a Montecarlo 1977. Entrando in pista mi sono accorto che erano stati montati male i rapporti del cambio, in pratica non avevo la terza marcia, nonostante quell’imprevisto ed un solo paio di giri effettuati, ero in testa alle prove del giovedì soprattutto grazie alle gomme Bridgestone da tempo che avevo montato. Un altro problema era l’assetto della vettura che doveva essere piuttosto morbido, ma in frenata il fondo toccava l’asfalto ed avevamo montato delle bandelle di plastica dura che però strisciavano per terra in staccata. Nel secondo turno di prove alla curva del Casinò la macchina, in appoggio, è scivolata sulle bandelle che toccavano l’asfalto e sono finito contro il guard rail demolendo due sospensioni e la scocca con il risultato di caricare il rottame sul camion e ripartire deluso per Milano. Con la Rt1 ho fatto comunque diversi piazzamenti correndo con gente come Ghinzani, Patrese, Gabbiani,  De Angelis, e quando riuscivi ad arrivare a punti era già un grande risultato. Poi ho fatto qualche gara ancora nel 1978 prima di fermarmi a causa di problemi di salute. Ritorno nel 1979 sempre in Formula 3 con la Rt1 per poi passare alla Rt3 dove ho continuato a correre fino al 1982 .”

Come nasce la passione per la corse di Guido Cappellotto

“Sono nato nel 1952, non ho mai fatto gare di kart ed abitando ad Arcore ho iniziato come molti altri piloti con la F.875 Monza. Con le piccole monoposto che gareggiavano soprattutto sulle Junior di Monza ho corso due stagioni, tra il 1973 ed 1974, la vettura era una Repetto ed il motore lo preparava Salvatore Sala, un meccanico del mio paese. Purtroppo l’avventura in F.Monza non è finita nel migliore dei modi: Nel 1974, al primo giro di una finale sono secondo dietro Ottini, l’avversario al mio fianco mi urta a 170 all’ora alla staccata della Parabolica e finisco in testacoda con altri 24 scalmanati alle mie spalle. Dalle varie botte subite ho rotto la quinta vertebra cervicale con il risultato di fare cinque giorni in coma all’ospedale ed un anno di riabilitazione tra varie ingessature e corsetti di sostegno.”

La passione comunque è rimasta e sei tornato a correre debuttando in Formula 3

“Ho ripreso poi a correre nel 1976 con la Formula 3 inizialmente con la March ex Vittorio Brambilla. Era una Formula 2 trasformata in Formula 3 ed ero entrato in contatto con i Brambilla grazie alle sponsorizzazioni della Scaini Batterie e Beta Utensili. I Brambilla avevano sostituito il serbatoio ed accorciato la vettura per correre nella categoria inferiore. La gestione del Team Brambilla era un po’ approssimativa e le loro forze erano concentrate principalmente sulla vettura di Vittorio che correva in Formula 2. Quando sono passato dalla March alla Ralt Rt1 mi sono reso conto che avevo bisogno di una assistenza più professionale, che conoscesse bene la vettura, e dopo un paio di gare sono andato da Pavesi che allora importava le vetture inglesi costruite da Tauranac. Con Luciano la vettura è subito evoluta e mi sono ritrovato spesso a lottare con i migliori della serie.”

Dalla Ralt Rt1 passi alla Rt3 ed arrivi due volte secondo in Campionato Italiano

“Ho smesso di correre dopo essere arrivato due volte secondo in campionato, nel 1981 e nel 1982. In quelle due stagioni ero in grado di vincere, in seguito è stato scoperto che alcuni avversari andavano più forte grazie a delle irregolarità tecniche al cassonetto di aspirazione dell’aria che consentiva una maggiore potenza del motore. In pratica gli avversari mi andavano via sia accelerazione che sul dritto con motori che teoricamente erano uguali e, pur intuendo che c’era qualcosa che non era regolare, non riuscivo a dimostrarlo. Ormai ero scoraggiato, in quel momento facevo già l’imprenditore, non puntavo a fare il pilota professionista ed ho fatto le mie scelte di vita.”

Sei entrato nell’abitacolo della monoposto dopo molti anni.

“Sono risalito su una monoposto dopo 40 anni, quando ho provato  la mia Ralt Rt3 dopo il restauro. In seguito ho anche ritrovato e restaurato questa Rt1. È una bella sensazione, ho subito ritrovato tutti gli automatismi, è come quando si impara ad andare in bicicletta e si risale dopo parecchio tempo, subito si riesce a stare in equilibrio e pedalare. Magari devi mettere il punto qualche regolazione, ma i comandi e la loro manovrabilità li ho subito ritrovati, come le sensazioni che provi in curva ed in staccata.”

Differenze di guida tra la Rt1 e la Rt3

“Sono due mondi completamente diversi: la Rt1 è una monoposto tradizionale, la Rt3 ha l’effetto suolo. Il modo di pilotarle è differente, la Rt1 è morbida al confronto con la Rt3, che è molto più rigida e professionale. La Rt3 è molto più difficile da mettere a punto ma quando tutto è in ordine ti trasmette delle sensazioni che non hai con la Rt1. La Rt3 va guidata molto più pulita per ottenere le dovute prestazioni mentre la Rt1 è più facile ed intuitiva per un neofita.”

Immagini © Massimo Campi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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