Formula 1

Published on Marzo 20th, 2023 | by Massimo Campi

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Jeddah: Perez batte Verstappen.

 

Di Carlo Baffi

Seconda doppietta consecutiva della Red Bull, con il messicano che precede il Campione del Mondo partito 15esimo dopo i problemi in qualifica. A podio Alonso con l’Aston Martin, prima penalizzato e poi graziato. Decisamente al di sotto delle aspettative le Ferrari che chiudono sesta e settima rispettivamente con Sainz e Leclerc, preceduti dalle Mercedes di Russell ed Hamilton.

Rispetto al recente G.P. del Bahrain lo scenario non è affatto mutato, corsa avara di emozioni con la Red Bull che centra un altro uno-due. Cambia solo il nome del vincitore Sergio Perez, il quale ha preceduto sul traguardo Max Verstappen. Il messicano scattava dalla pole a differenza dell’olandese costretto a partire  quindici posizioni indietro dopo il cedimento del semiasse che gli ha impedito di prendere parte alla Q3 del sabato. Un segnale d’allarme anche per i marziani, che però non toglieva l’ottimismo in vista della domenica. “Mad Max” ci ha abituato a grandi rimonte, ricordiamoci cosa fece in Ungheria ed in Belgio un anno fa. Sulla RB19 numero uno veniva sostituito pure il cambio a scopo precauzionale e si guardava con interesse al duello ravvicinato con Charles Leclerc, arretrato di 10 piazze (secondo tempo in qualifica) per aver montato la terza centralina. Con la corsa ad handicap per Verstappen, le aspettative della Red Bull erano tutte riposte in Perez che pure l’anno scorso, sempre in Arabia Saudita siglò la pole. Al suo fianco c’era il “buon vecchio” Alonso (entrambi con le gomme medie) che sta vivendo una seconda giovinezza con l’ottima Aston Martin, il quale dopo lo spegnimento dei semafori balzava al comando.

Lo spagnolo allungava portandosi a 9 decimi da “Checo”, ma colpevole di essersi posizionato male sulla piazzola della griglia incappava in una penalità di 5”. Un doppio vantaggio per Perez che potendo beneficiare pure del DRS sopravanzava l’asturiano al 3° passaggio. Dietro procedevano Russell, Stroll, Sainz, Ocon, Hamilton, Gasly, Leclerc e Zhou. Verstappen nel frattempo recuperava velocemente e dopo un dritto in curva 23, saliva ottavo passando Hamilton e successivamente settimo sopravanzando Ocon: questo al 13esimo dei 50 passaggi previsti. Davanti Perez conduceva con 3” di margine su Alonso, che non mollava la presa e quando entrava in azione la safety car per l’arresto di Stroll lungo la pista, i due effettuavano subito la sosta seguiti dalla concorrenza. Qui occorre aprire una breve parentesi viste le critiche rivolte alla Fia circa la decisione di neutralizzare il G.P. Era proprio necessario? La Federazione ha spiegato poi che dalle riprese disponibili non si percepiva l’esatta posizione dell’Aston Martin del canadese, di conseguenza s’è optato per la scelta più sicura chiamando in causa la vettura di sicurezza. Ma torniamo in corsa. Al pit Perez e Alonso montavano gomme dure così come Verstappen che si fermava il giro dopo, per la precisione il 19esimo. Alla ripartenza Perez era lesto ad allungare su Fernando che a sua volta avrebbe dovuto guardarsi dagli assalti di Verstappen che s’era sbarazzato di Russell. Portatosi negli scarichi dell’Aston Martin, l’orange incontrava una certa resistenza che però veniva meno intorno al passaggio 26. Una volta secondo Max iniziava a fiutare la sua prossima preda, facendo registrare tempi di mezzo secondo più veloci del messicano. Il gap da recuperare era di 5”4 ed iniziava a profilarsi la possibilità di assistere all’ennesima impresa dell’iridato. Ma “Checo” non era affatto intenzionato a lasciarsi sfuggire il suo quinto successo in carriera ed ha risposto per le rime tenendo il ritmo del compagno, che a sua volta riduceva lo svantaggio a 4”6 quando mancavano 15 tornate al termine. Dal muretto consigliavano ai due di rallentare per non stressare eccessivamente le macchine, ma Verstappen faceva orecchio da mercante e Perez giustamente non s’è fidato. Tre giri dopo però “SuperMax” avvertiva noie al retrotreno ed essendo costretto a rallentare consentiva al rivale di ritornare a +5”. Comunque sia, “Checo” non si sentiva tranquillo complice un problema ai freni. Solo un ulteriore rallentamento dell’olandese scivolato a 6”5 consentiva al messicano di involarsi vittoriosamente sotto la bandiera a scacchi.

L’ultima zampata portava però la firma del Campione del Mondo che all’ultimo passaggio fermava i cronometri sul tempo record di 1’31”906. Soffiava così il giro veloce a Perez, guadagnando un punto preziosissimo che gli permetteva di mantenere la testa del mondiale piloti.  “Una gara non facile, ma sono contento del podio” ha ammesso Verstappen, il cui fine settimana non era iniziato sotto i migliori auspici, dal mal di stomaco allo stop in Q2. Grazie alla sua insaziabile fame di vittorie ed alle potenzialità della monoposto ha raggiunto la piazza d’onore. Anche per il vincitore è stato un Gran Premio faticoso più di quanto si aspettasse. ”Avevo fatto un ottimo lavoro nel primo stint – ha confessato Perez – ma temevo che la safety car mi togliesse la vittoria. Questa volta però ho tenuto duro perché questo tracciato mi doveva la vittoria dall’anno passato e ce l’ho fatta. Il team ha fatto un lavoro fantastico nonostante i diversi problemi meccanici del weekend e li ha risolti. Sono contento per la squadra ed è il momento di far festa.” E come dargli torto. Nel mondiale piloti Max e Sergio sono primo e secondo rispettivamente a 44 e 43 punti, con Alonso terzo a 27. Nella classifica costruttori invece la Red Bull-Honda vanta già 43 lunghezze in più dalla Mercedes seconda. Numeri eloquenti che attualmente fanno della Red Bull una compagine di un’altra categoria. In Bahrain s’era avuto il sospetto che non avesse sfruttato tutto il potenziale, ebbene in Arabia messa un alle strette dagli inconvenienti tecnici, la scuderia di Milton Keynes ha sfoderato una prova di forza facendo il vuoto e rifilando un secondo al giro a tutti, eccezion fatta per l’Aston Martin. Gli unici dubbi potrebbero riguardare il fronte affidabilità, ma alla fine sarà dura per gli avversari recuperare terreno sulle RB19 nel breve termine. La prospettiva di assistere a nuovi monologhi delle vetture partorite dal genio di Adrian Newey è molto probabile anche se il mondiale è lungo. Attualmente Perez è l’unico a poter contrastare Verstappen, ma una lotta fratricida tra i due è da ritenersi pressochè impossibile, anche se infiammerebbe un campionato che rischia di scivolare nella monotonia. Le gerarchie all’interno del team sono ben definite e soltanto nel caso in cui Verstappen fosse bersagliato accanitamente dalla jella potrebbe sorgere la possibilità che Perez diventi il candidato di punta per il titolo.

Giustizia è fatta! E’ quello che abbiamo pensato dopo il dietro-front del collegio dei commissari che ha ridato il podio, il centesimo in carriera, a Fernando Alonso. Il portacolori dell’Aston Martin aveva dapprima partecipato alla premiazione con Perez e Verstappen per poi vedersi retrocedere quarto a causa di una seconda sanzione, questa volta di 10”. All’origine del provvedimento, il non aver scontato correttamente la penalità ricevuta ad inizio gara durante la sosta ai box. Ma cos’è successo? Dalle immagini esaminate in direzione gara s’era rilevato che il carrello spinto da un meccanico avesse toccato la AMR 23 dello spagnolo prima che trascorressero i 5” di penalty. Regolamento alla mano, la vettura non può essere “lavorata” durante il conto alla rovescia della punizione; occorre attendere la fine del countdown. La normativa però vieta di operare sulla monoposto, non di toccarla. Un cavillo a cui s’è aggrappata l’Aston Martin per fare ricorso dimostrando che le tempistiche erano state osservate.” Abbiamo rispettato più dei 5” per avere margine” ha spiegato il Direttore Sportivo Andy Stevenson. Un’arringa che ha sortito l’effetto sperato ottenendo la revisione della sentenza. “Dopo aver esaminato le nuove prove – comunicavano gli stewards – abbiamo concluso che non c’era un accordo chiaro, come era stato suggerito ai Commissari Sportivi in precedenza, su cui si potesse fare affidamento per determinare che le parti avessero concordato che un cric che tocca una vettura equivale a lavorare sulla vettura, senza altro. In queste circostanze, abbiamo ritenuto che la nostra decisione originaria di imporre una penalità alla vettura 14 dovesse essere annullata e lo abbiamo fatto di conseguenza”. A notte inoltrata, Alonso ha così potuto godersi il tanto sospirato podio, il secondo consecutivo con la verde monoposto di Silverstone. Gli è tornato il sorriso dopo aver esternato il proprio rammarico nelle ore precedenti:” A dire la verità, è un po’ una brutta figura per la FIA, perché erano trascorsi 35 giri dal pit stop. Ed infliggere una penalità dopo il podio non è corretto per i nostri tifosi che non si meritano uno spettacolo del genere”. Una critica rivolta alla lentezza della comunicazione sia della penalità che dell’investigazione. In tutto questo tempo l’asturiano avrebbe potuto aumentare l’andatura accumulando un vantaggio di oltre 10”, tale da assicurarsi il terzo posto. Il potenziale della sua AMR23 gliel’avrebbe sicuramente permesso perché dopo l’ottima partenza ed aver ceduto il passo a Perez ed a Verstappen, viaggiava tranquillamente alle spalle delle RB19 con un buon margine sugli inseguitori. Buono il rendimento della AMR23 anche sul giro lanciato. Ottenuto il terzo crono in Q3 s’era detto soddisfatto:” Le qualifiche sono state il nostro punto debole in Bahrain, ma oggi la macchina sembrava funzionare bene. Vedremo domani cosa possiamo fare.” Ed approfittando della retrocessione di Leclerc ha sfruttato al meglio questa chance mantenendo la leadership nelle prime fasi. La validità di questo progetto è stato messo in evidenza anche dalla performance del suo compagno Lance Stroll, che partito quinto s’è preso il quarto posto sverniciando la Ferrari di Sainz con una manovra all’esterno. Poi dopo il cambio gomme ha alzato bandiera bianca per un problema tecnico al 18esimo giro. Al di là di questo, la monoposto di Luca Furbatto e Dan Fellows non è un bluff, bensì solida e tosta.

Boccata d’ossigeno. Al termine del G.P. del Bahrain, l’atmosfera in Mercedes era decisamente pesante con il Team Boss Toto Wolff ipercritico sul progetto W14, assumendosi tutte le responsabilità del caso. E nei giorni successivi aveva annunciato che ad Imola avrebbe debuttato la versione B della monoposto. La “Stella a Tre Punte” è quindi giunta a Jeddah con un profilo basso puntando a capitalizzare il massimo dal mezzo a disposizione, invece è andata meno peggio del previsto. In qualifica George Russell s’è piazzato quarto, Hamilton che invece fatica ad adattarsi alla W14, non andava oltre l’ottavo posto: avrebbero entrambi scalato di una posizione in griglia per l’arretramento di Leclerc. La domenica è stata adottata una strategia diversificata: Hamilton partiva con la mescola hard (l’unico), mentre Russell con la media, allo scopo di tenere testa a Ferrari ed Aston Martin. Morale George e Lewis hanno chiuso quarto e quinto, con il giovane talento che ha assaporato l’idea di conquistare il terzo posto complice la momentanea retrocessione di Alonso. Lodevole la dichiarazione del 25enne britannico rilasciata prima della cancellazione del provvedimento:” Non è il mio podio oggi, è di Fernando. Penso che la penalità sia stata molto severa nei suoi confronti, meritava di avere il trofeo. Io ero soddisfatto del quarto posto, davanti alle Ferrari e dopo un’ottima qualifica. Penso che siamo andati oltre il nostro potenziale e non potevamo fare di più.” Di sicuro la safety car ha dato una mano alle Frecce Nere e queste sono riuscite a riscattare l’opaco esordio di Sakhir. Rispetto al 2022 non saranno migliorate restando la terza forza, ma c’è chi sta andando peggio come la Ferrari.

Musi lunghi. Due parole che non si riferiscono alle configurazioni aerodinamiche, bensì allo stato d’animo dei ferraristi, sia i membri della squadra, che i supporters sparsi sul pianeta. Ma per comprendere meglio la situazione ripartiamo dai giorni precedenti il weekend, quando il Team Principal Frederic Vasseur aveva detto di aspettare le prestazioni della SF-23 sulle piste di Jeddah e Melbourne diverse rispetto a quella di Sakhir. Aveva pure aggiunto di fare fatica a comprendere come la sua Scuderia fosse divenuta un bersaglio di critiche dopo una sola gara. Gli aveva fatto eco Carlos Sainz:” Come sta la Ferrari? Molto meglio di come non sembrerebbe leggendo i giornali. A vedere come siamo descritti sembra che stiamo vivendo male, però sappiamo come migliorare e sono sorpreso per come in Italia alcuni destabilizzino il team.” Sulla stessa linea pure Charles Leclerc:” Stanno uscendo troppe voci contro la squadra, forse per metterci in difficoltà, ma noi siamo uniti. Credo che torneremo forti, siamo solo all’inizio.” Abbiamo atteso fiduciosi e dopo la buona qualifica, un podio pareva alla portata del Cavallino, peccato che il Gran Premio abbia per l’ennesima volta cancellato speranze ed illusioni. A fronte del sesto e settimo posto in Arabia, questi i commenti. “Ritrovarsi come quarta forza non è una sorpresa – confessava Leclerc – In Bahrain eravamo indietro a livello di degrado e pensavo che in questa gara fossimo più vicini alla Red Bull. Fra due settimane c’è l’Australia e poi ci sono tre settimane di pausa, speriamo di trovare soluzioni importanti per il prosieguo del campionato.” Critico anche Sainz:” Nell’ultimo stint con le dure pativamo più degrado di Mercedes ed Aston Martin e ci mancava un po’ il passo. Non eravamo dove pensavamo di essere.” Deciso invece l’affondo di Vasseur:” Non prendiamoci in giro raccontando sciocchezze. In questo momento dobbiamo sapere dove stiamo andando e cosa stiamo sbagliando. Dobbiamo cambiare qualcosa dopo aver individuato gli errori. Non basta parlare perché non ci rende più veloci. A mio avviso il quadro è abbastanza chiaro, il potenziale è buono, ma non è sufficiente per fronteggiare la Red Bull, dal momento che non si riesce a tirare fuori il massimo potenziale dalla vettura.” Il manager transalpino ha sottolineato che nella prima frazione, se Leclerc ha ben figurato con le soft, Sainz aveva un ritmo decente con le medie, i guai sono poi arrivati con le hard.” Non voglio evidenziare i lati positivi – proseguiva Vasseur – perché l’esito del fine settimana è negativo e dobbiamo concentrarci su quello che non funziona, pur tenendo presente che nelle qualifiche eravamo davanti ad Aston Martin e Mercedes. Ciò significa che lo sviluppo sta andando nella giusta direzione, però un conto è mostrare il potenziale, un altro è avere un rendimento costante nel fine settimana.” Discorso che non fa una grinza attraverso il quale il General Manager è uscito allo scoperto cercando di accelerare le tempistiche do sviluppo. Chiariti i problemi di affidabilità (in Arabia i piloti beneficiavano di motori nuovi), la Ferrari ha affrontato il secondo appuntamento stagionale decisa ad accorciare le distanze dalla Red Bull e confermare lo status di seconda forza, invece torna a casa come quarta preceduta da Aston Martin e Mercedes. Imbarazzante vedere la rossa non tenere il passo della W14, un modello definito da Wolff disastroso. La pole sfiorata da Leclerc il sabato non deve illudere dal momento che la prestazione è stata raggiunta con le soft ed i serbatoi vuoti. Come detto in apertura niente è cambiato non solo dal Bahrain, ma pure dall’anno scorso con una vettura che offre prestazioni eccellenti sul giro secco per poi faticare in corsa. D’accordo, non s’è manifestato il degrado gomme di Sakhir, almeno per quanto riguarda le soft e le medie, ma l’asfalto arabo pareva un tappeto da biliardo. Non sono mancate pure le innovazioni portate in pista, come l’ala posteriore col mono-pilone più carica, peccato che la monoposto non rispondesse ai cambiamenti introdotti. Dopo la safety-car, che onestamente ha giocato a sfavore del Cavallino, tutti giravano con gli stessi pneumatici hard e le differenze sono state evidenti. Detto ciò, lungi da noi sparare a zero al solo scopo di gettare benzina sul fuoco, ma la realtà dei fatti l’hanno illustrata i diretti interessati. Vasseur non ha affatto colpe ed è chiamato al difficile compito di risolvere il rompicapo, tenendo unita la truppa ed alto il morale. Ha inoltre sottolineato di avere un ottimo rapporto coi vertici dell’azienda, anche perché essendo appena arrivato è praticamente intoccabile. A sdrammatizzare un po’ il clima ci ha pensato il geniale Maurizio Crozza imitando il nuovo Team Principal di Maranello. In sella ad uno scooter, dispensa sorrisi, pronuncia qualche vocabolo in un italiano strampalato e tiene in mano una bottiglia di vino francese, perché forse quello di Maranello lascia un po’ a desiderare. Che ci siano problemi di … vigna? Battute a parte, auguriamoci di vedere un Cavallino più competitivo fra quindici giorni in Australia. Ne beneficerebbe tutto il Circus.

Prima di chiudere, riteniamo doveroso citare l’incoraggiante prova delle due Alpine-Renault ottava e nona con il duo Ocon-Gasly ed il decimo posto di Magnussen sulla Haas-Ferrari. Un plauso va anche ad Oscar Piastri. Dopo essere entrato a sorpresa in Q3, l’australiano partiva ottavo accanto ad Hamilton ed è stato costretto a riparare ai box subito dopo il via per aver danneggiato l’ala. Alla fine il rookie è giunto 15esimo, ma dispone di una monoposto alquanto carente. Fa tristezza vedere una scuderia prestigiosa come la McLaren lottare gomito a gomito con la Williams, un’altra nobile decaduta.

Ordine d’arrivo
1° Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 50 giri
2° Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 5″355
3° Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 20”728
4° George Russell (Mercedes) – 25”866
5° Lewis Hamilton (Mercedes) – 31″065
6° Carlos Sainz (Ferrari) – 35″876
7° Charles Leclerc (Ferrari) – 43″162
8° Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 52″832
9° Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 54″747
10° Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1’04″826
11° Yuki Tsunoda (Alpha Tauri-Honda) – 1’07″494
12° Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1’10″588
13° Guan Yu Zhou (Alfa Romeo-Ferrari) – 1’16″060
14° Nyck De Vries (Alpha Tauri-Honda) – 1’17″478
15° Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 1’25″021
16° Logan Sargeant (Williams-Mercedes) – 1’26″293
17° Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 1’26″445
18° Valtteri Bottas (Alfa Romeo-Ferrari) – 1 giro

Ritirati
Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 27° giro
Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 16° giro

Campionato Piloti
1° Verstappen 44 – 2° Perez 43 – 3° Alonso 27 – 4° Russell 21 – 5° Hamilton, Sainz 20 – 7° Stroll 8 – 8° Leclerc 6 – 9° Bottas, Ocon, Gasly 4 – 12° Magnussen, Albon 1

Campionato Costruttori
1^ Red Bull-Honda 87 – 2^ Mercedes 44 – 3^ Aston Martin-Mercedes 32 – 4^ Ferrari 26 – 5^ Alpine-Renault 8 – 6^ Alfa Romeo-Ferrari 4 – 7^ Haas-Ferrari, Williams-Mercedes 1

 

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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