Published on Maggio 4th, 2024 | by Massimo Campi
0March Engineering la factory inglese delle corse
Nel 1969 nasce la March Engineering una delle più importanti industrie di vetture corsa
Immagini ©Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto
Negli anni ’60 l’industria delle vetture da competizione ha un grosso successo, soprattutto in Inghilterra dove si forma una vera rete di piccoli artigiani e fornitori specializzati per un mercato in espansione. I primi ad intuire il potenziale commerciale di vendita delle vetture per i piloti e le squadre private sono John Cooper e Colin Chapman, presto imitati da Jack Brabham, Erick Broadley della Lola, Bruce McLaren e John Surtees. Le monoposto e le vetture sport uscite dalle factory britanniche invadono il mercato delle categorie minori, iniziando dalla Formula Junior e dalla successiva Formula 3, per poi espandersi nelle gare sport, Can Am, Formula 2 e Formula Indy. La vendita delle varie vetture serve a finanziare l’attività nelle categorie top dove i costruttori corrono con le loro squadre ufficiali.
Con l’avvento della Cosworth, i costruttori britannici si ritrovano una serie di motorizzazioni potenti ed affidabili da impiegare sulle loro vetture, partendo dal quattro cilindri Ford Kent impiegato nella categorie minori fino ad arrivare al V8 DFV per la Formula 1.
In questo contesto, nel 1969 a Bicester, nell’Oxfordshire, un gruppo di trentenni appassionati di auto da competizione: Max Mosley, Alan Rees, Graham Coaker e Robin Herd fondano la March Engineering. Il nome è l’acronimo delle loro inziali e l’attività nasce con Max Mosley che si occupava della parte commerciale, Alan Rees era il direttore sportivo del team, Graham Coaker il direttore di produzione e Robin Herd è l mente tecnica della factory. Il capitale iniziale fu costituito con un versamento di 2500 sterline da parte di ciascuno dei quattro soci, anche se Herd non disponendo della cifra a fine estate, se la procurò scommettendo 1000 sterline sulla vittoria di Jackie Stewart nel campionato di Formula 1, ipotesi pagata 2,5 contro 1 dagli allibratori inglesi. Lo scopo della March è quello di realizzare vetture commerciali da competizione e la produzione inizia con la monoposto 693 dedicata alla Formula 3.
Dei quattro soci ben presto ne rimangono solo due: Coacker scompare tragicamente nel 1971 a bordo di una March 712M di Formula 2, mentre Rees, alla fine dello stesso anno, abbandonò la società per andare alla neonata Shadow.
La March punta subito in alto e nel 1970 produce la prima monoposto di Formula 1. La 701 è una monoposto convenzionale con una monoscocca in alluminio, motore Ford Cosworth DFV e cambio Hewland. L’unica nota originale sono le pance laterali usate come serbatoi. È messa in vendita a 9.000 Sterline e viene acquistata da alcuni squadre tra cui la Tyrrell fresca campione del mondo 1969 con Jackie Stewart. La March organizza anche una propria squadra ufficiale con l’appoggio finanziario della STP Oil Treatment di Andy Granatelli ed i piloti Chris Amon e Jo Siffert,
il debutto della March nel 1970 fa subito scalpore: Jackie Stewart conquista la pole-position al Gran Premio inaugurale in Sudafrica e vince al successivo Gran Premio di Spagna oltre ad altri tre piazzamenti a podio nel prosieguo della stagione, mentre Amon ottenne un secondo e un terzo posto. Nel corso della stessa stagione parteciparono alla guida di monoposto March anche Ronnie Peterson, sponsorizzato dal restauratore di auto storiche Colin Crabbe e Mario Andretti, sostenuto anche lui dalla STP Oil Treatment pur non essendo nella squadra ufficiale, quindi già alla prima stagione ci furono fino a sei vetture March alla partenza dei Gran Premi e complessivamente ne furono prodotti 11 esemplari.
In March si lavora sodo e per la stagione 1970 vengono realizzate anche la 702 in Formula 2, la 703 in F.3, la 707 nel campionato CanAm e la 708 in Formula Ford.
Nel 1971 nasce la nuova 711 con la sua ala ovoidale rialzata sul musetto anteriore progettata da Frank Costin, mentre in Formula 2 Ronnie Peterson si laurea Campione Europeo con 5 vittorie su 11 gare.
La storia della March continua per diverse stagioni. In Formula 1 la squadra, con alterne vicende, corre fino al 1977 per poi cedere il materiale alla ATS. Anche Max Mosley lascia la squadra per dedicarsi alla politica sportiva dove arriverà ad essere il presidente delle FIA.
Le vetture di Bicester hanno rappresentato un pezzo importante di storia del motorsport permettendo a tanti giovani piloti di mettersi in mostra ed a varie squadre di potere competere con auto facili da gestire. Sono tantissimi i nomi che hanno corso e vinto con le March, tra loro i più noti, oltre a Stewart e Ronnie Peterson, vanno citati Niki Lauda, Henry Pescarolo, Carlos Pace, Rolf Stommelen, John Watson, James Hunt, Jean-Pierre Jarier, Vittorio Brambilla, Hans-Joachim Stuck, Patrick Tambay, Lella Lombardi, Arturo Merzario Bruno Giacomelli, Marc Surer.
Gli ultimi sprazzi di gloria in Formula 1 arrivano nel 1987 quando Cesare Gariboldi, manager del team di F.3000 che aveva vinto il campionato con Ivan Capelli, sponsorizzato dell’azienda immobiliare Leyton House, organizzò un nuovo team per correre nella massima formula appoggiandosi alla struttura della March ribattezzando la squadra March-Leyton House. Con la monoposto progettata da un gionane Adrian Newey e pilotata da Ivan Capelli fu protagonista di un brillantissimo 1988, con il pilota italiano spesso protagonista e capace addirittura di classificarsi al secondo posto nel Gran Premio del Portogallo.