Storia

Published on Settembre 3rd, 2021 | by Massimo Campi

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Gran Premio d’Italia nella storia: 4 settembre 1966, Scarfiotti è l’ultimo italiano che vince sulla Ferrari

Di Carlo Baffi

Quando il mondiale ‘66 sbarca a Monza, il titolo è già stato assegnato all’australiano Jack Brabham, che ha messo a segno quattro successi consecutivi in Francia, Gran Bretagna, Olanda e Germania alla guida della vettura omonima. In una stagione dove sono entrati in vigore i propulsori con un massimo di 3000 cc e con monoposto dal peso minimo di 500 kg, la Brabham si procura velocemente il motore dall’australiana Repco, un 8 cilindri a V di 90°, dimostratosi molto affidabile, che ben si sposa con il telaio tubolare e leggerissimo progettato da Ron Tauranac. Un cocktail di tecnologia capace di imporsi sulla scuderia data per favorita, la Ferrari. A Maranello infatti, dispongono già della “312 F1” spinta da un 12 cilindri a V di 2989 cc, capace di sprigionare una potenza di 379 cavalli, a differenza degli avversari che devono affidarsi ai vecchi 1500 maggiorati.

Tant’è che il britannico John Surtees si aggiudica il G.P. del Belgio a Spa, 2^ gara della stagione, malgrado la vettura pesasse 550 kg, contro i 515 della Brabham. La vittoria però nasconde apparentemente una situazione esplosiva all’interno delle officine di Maranello. Il futuro di Surtees è minato dai ripetuti contrasti con il direttore sportivo Eugenio Dragoni, che addirittura taccia il Campione del Mondo 1964 di spionaggio, complice l’impegno dell’inglese con la Lola nel mondiale marche. Un’accusa pesante che non sarà mai provata, ma che induce Enzo Ferrari ad interrompere il rapporto con “il Figlio del vento” alla vigilia della “24 Ore di Le Mans”. Decisione che finisce col compromettere il mondiale del Cavallino, oltre che di Surtees, il quale vede svanire il sogno di un secondo titolo ed al quale non resta che proseguire la stagione con la Cooper-Maserati. A Maranello invece, si decide di puntare sul trio composto dal britannico Mike Parkes e dai nostri Ludovico Scarfiotti e Lorenzo Bandini, che a Monza scendono in pista per riscattare una stagione poco felice. Nelle qualifiche Parkes sigla la pole e parte in prima fila accanto a Scarfiotti ed alla Lotus-BRM di Clark. Subito dietro ci sono Surtees e Bandini. Da sottolineare l’esordio dell’americana Eagle-Weslake, del pilota-costruttore Dan Gurney, schierata in ultima fila a fianco della Lotus del nostro Geki Russo. La gara scatta alle 15.30 con Bandini subito al comando seguito da Parkes, Surtees e Scarfiotti. Di li a poco però Lorenzo deve riparare ai box a causa di una perdita di benzina dai serbatoi. Destino avverso anche per Graham Hill, che dopo esser sfilato penultimo si ritira tradito dal motore.

Nel frattempo in testa si alternano Surtees e Brabham, che vengono raggiunti da Parkes e Scarfiotti, il quale ha recuperato terreno dopo esser rimasto attardato nel mettere la seconda dopo il via. Ritiratosi Brabham dopo 7 tornate per perdita dell’olio, i ferraristi guadagnano ulteriormente terreno e al 13° giro Scarfiotti, diventa il leader. Dalle retrovie si materializza l’insidia di Richie Ghinter con la nuova Honda 12 cl. la cui corsa però termina all’improvviso con una drammatica uscita di pista al 17° giro, mentre è secondo. La monoposto nipponica vola nel bosco alla curva grande ad oltre 200 km/h.. Fortunatamente il pilota subisce solo la frattura della clavicola nell’urto contro il volante, una ferita al braccio sinistro ed alcuni tagli sul viso per la rottura del parabrezza. Un grande spavento anche per due commissari di percorso che evitano di essere travolti dall’Honda impazzita, gettandosi a terra. Poco prima di metà gara, anche Surtees alza bandiera bianca per noie all’alimentazione, così come Bandini, ripartito e poi fermato da un guasto all’iniezione. Scarfiotti può così aumentare il proprio vantaggio, facendo segnare anche il giro più veloce in 1’32”4 alla media di 224,025 km/h. Dietro di lui, Parkes svolge il ruolo di perfetto scudiero tenendo a bada un eventuale ritorno di Denis Hulme sulla veloce Brabhan-Repco. Tutto prosegue senza colpi di scena fino al termine dei 68 passaggi previsti (1 ora e 47’14), con le due Ferrari numero 6 e 4 concludere in parata il 37° Gran Premio d’Italia. Terzo si piazza Hulme. Appena tagliato il traguardo, Scarfiotti arresta la sua monoposto come gesto di ringraziamento verso Parkes, che gli ha coperto le spalle per buona parte della corsa. Un risultato importantissimo non solo per la Ferrari, che realizza una splendida doppietta, ma per tutto l’automobilismo tricolore, visto che un pilota ed una macchina italiana non vincevano a Monza da ben 14 anni. L’ultima vittoria era stata quella di Alberto Ascari, sempre su Ferrari, il 7 settembre del 1952. Per il 33enne Scarfiotti, nato a Torino l’8 ottobre del 1933, sarà l’unico successo in F.1 in 10 gare disputate tra il ’63 ed il ’68. E sarà pure l’ultimo trionfo di un pilota italiano nel Gran Premio di casa.

immagini Ferraripress – m58

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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