Formula 1

Published on Maggio 9th, 2022 | by Massimo Campi

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Miami: Verstappen batte le Ferrari

 

Di Carlo Baffi

Il Campione del Mondo della Red Bull centra il terzo successo stagionale davanti alle rosse di Leclerc e Sainz, partiti dalla prima fila. Perez chiude quarto davanti alle Mercedes di Russell ed Hamilton. Nel mondiale piloti Leclerc è sempre leader, ma il suo vantaggio si riduce ulteriormente da Verstappen in piena ascesa. Anche tra i costruttori la Ferrari resta davanti, ma la Red Bull fa sempre più paura.

Dopo la prima fila conquistata il sabato dal poleman Charles Leclerc seguito dal compagno Carlos Sainz, c’era la sensazione che il Cavallino fosse tornato a dettare legge come nelle prime gare del mondiale. Questo anche a fronte del malumore espresso da Max Verstappen dopo le qualifiche che lo hanno relegato al terzo posto:” Ci stiamo complicando la vita a causa dei nostri problemi” aveva sottolineato l’olandese. Invece nella gara il quadro della situazione è mutato sin dalla partenza, con Verstappen autore di un ottimo scatto che gli ha permesso di sopravanzare Sainz e portarsi subito negli scarichi del leader Leclerc: una mossa che ha cambiato il volto della gara. Lo spagnolo doveva proteggere un corridoio di fuga che avrebbe lanciato Charles verso il touchdown, tanto per utilizzare il linguaggio del football americano in tema con la location dove si svolgeva il Gran Premio. Invece eluso abilmente l’avversario, l’olandese ha potuto andare caccia di Leclerc impallinandolo inesorabilmente all’ottavo giro. Il ferrarista in crisi con la gomma media anteriore destra, non ha potuto contrastare la potenza del rivale che ha avuto la meglio sul rettifilo. Secondo i pronostici, il nuovo circuito americano era favorevole alle Red Bull per via dei tratti rettilinei presenti lungo i 5.412 metri del tracciato, che permettevano alle RB18 di raggiungere la loro elevata velocità di punta. Una situazione che s’era già vista in Arabia, su una pista simile e s’è riconfermata in Florida. Leclerc (autore pure di un dritto) ha cercato di rifarsi sotto col DRS aperto, ma non c’è stata storia. “Mad Max” guadagnava terreno e solo l’entrata della safety car dopo il botto di Lando Norris (McLaren-Mercedes) al 42esimo dei 57 passaggi previsti, ha riaperto i giochi offrendo un’altra chance a Leclerc. Il monegasco era molto più a suo agio con la mescola dura montata al 26esimo giro e nelle ultime tornate a riprovato ad attaccare. Per tutta risposta l’orange ha siglato il giro veloce aggiudicandosi pure il punto addizionale. Insomma niente da fare. L’impressione avuta è che la F1.75 necessità di un ulteriore steap per contrastare una Red Bull che non solo risulta essere la più veloce, ma pare aver risolto i problemi di affidabilità e non accusa più un consumo eccessivo degli penumatici.

Fenomeno che invece s’è palesato sulle rosse anche a Imola. Comprensibili dunque i volti poco sorridenti nel box del Cavallino a fine gara, anche se il secondo e terzo posto valgono oro in ottica di classifica. “ Le Red Bull ci davano due decimi, ma lotteremo” ha ammesso il team principal di Maranello Mattia Binotto. Nella classifica piloti, Leclerc mantiene il primo posto davanti a Verstappen che ha accorciato ulteriormente il divario, ora di 19 punti. Mentre tra i costruttori, la Red Bull è ormai a ridosso del Cavallino, primo per sole sei lunghezze. Il posto d’onore di Leclerc va elogiato, ma è doveroso pure un plauso particolare a Sainz che dopo esser finito a muro (per l’ennesima volta) nelle libere ed uno start poco felice, ha resettato la mente disputando un’ottima qualifica ed in corsa ha saputo tener testa a Sergio Perez (partito dalla 4^ piazza) forte di una vettura superiore. Il messicano ha lamentato una perdita di potenza dopo venti giri, però poi s’è battuto per il podio. Il successo perentorio di Verstappen non è stato comunque facile a testimonianza di una corsa molto dura che ha messo a dura prova il fisico dei piloti. Con una temperatura esterna di 30° circa, nell’abitacolo se ne percepivano almeno 10 in più. E si aggiunga pure lo sforzo di concentrazione per mantenere una guida veloce e pulita, onde evitare l’insidia dei muretti posti a bordo pista. I volti sfiniti di Max, Charles e Carlos intervistati in parco chiuso prima del podio la dicevano lunga. Sul nastro d’asfalto ricavato intorno all’Hard Rock Stadium, Ferrari e Red Bull hanno fatto gara a sè ed il G.P. ci ha così regalato una nuova puntata di una sfida destinata ormai ad essere il motivo dominante di questa stagione. Un dualismo ancora all’inizio pronto a riservarci parecchi colpi di scena, già a partire dalla prossima tappa in Spagna, fra due settimane a Barcellona, in cui le squadre porteranno nuovi importanti sviluppi. Ad oggi, prevedere l’inserimento di una terza realtà è poco probabile, vista la differenza espressa dai valori in campo. E qui si apre il capitolo relativo alla Mercedes. Le Frecce d’Argento si sono presentate con una serie di aggiornamenti che avrebbero dovuto portare benefici. I risultati delle libere del venerdì hanno visto Russell salire ai piani alti (secondo e primo in FP1 ed FP2) ed Hamilton non navigare più nelle retrovie. In qualifica poi Lewis è entrato in Q3 (finalmente) piazzandosi sesto, mentre George non ha superato l’asticella della Q2. Il giovane inglese s’è riscattato però in corsa, dando vita col suo compagno ad un duello nel finale che l’ha visto prevalere ed arpionare il quinto posto alle spalle di Perez. Hamilton ha chiuso sesto precedendo l’Alfa Romeo dell’ex compagno Valtteri Bottas, colpevole di un lungo quando a meno di dieci giri dalla fine era quinto (questo a conferma della competitività della C42). Laconico il commento dell’eptacampione sul fine settimana:” Purtroppo avevamo la stessa velocità vista nella prima gara ed in questi cinque G.P. non siamo riusciti a migliorarci. Il porpoising (problema ormai divenuto un dilemma) dipende da pista a pista e se alziamo la vettura da terra lo avvertiamo di meno. Sono comunque fiducioso e dobbiamo lavorare sodo.” Parole di fiducia che forse nascondono una certa insofferenza per aver visto Russell terminargli ancora davanti. Per Hamilton, questo 2022 si sta rivelando sempre più problematico. Non ultima la decisione del direttore di gara, il tedesco Niels Wittich, di applicare con rigore la norma del Codice Sportivo Internazionale secondo cui i piloti non devono indossare, quando si calano nella monoposto, capi di abbigliamento (biancheria intima compresa), orologi e gioielli non omologati per ragioni di sicurezza. Pena il pagamento di multe fino a 265mila dollari. Hamilton, che da tempo sfoggia tatuaggi, piercing e monili vari è stato il primo a finire nel mirino ed ha replicato con velata polemica dicendo:” Quando mi hanno parlato dei gioielli, mi hanno detto che la sicurezza è tutto. Ebbene, sono 16 anni che indosso gioielli e cosa è successo? Allora la sicurezza non era un problema? Sebastian Vettel invece l’ha messa sul ridere presentandosi nel paddock con indosso un paio di boxer sopra la tuta ignifuga. Il buon umore del quattro volte iridato è stato però rovinato a quattro giri dalla bandiera a scacchi mentre era in procinto di finire ottavo, in zona punti. Uno sbaglio in frenata del suo connazionale Mick Schumacher ha messo ko l’Aston Martin di Seb costringendolo al ritiro. Così a chiudere la top-ten sono entrati nell’ordine Ocon (Renault), Albon (Williams-Mercedes) e Stroll (Aston Martin). Inizialmente il nono posto era stato conquistato da Fernando Alonso, che però è stato penalizzato di 5” per essersi avvantaggiato dopo aver tagliato la curva 14. Archiviato l’aspetto sportivo della gara, non possiamo tralasciare il colore offerto da questo primo Gran Premio di Miami. E’ lodevole lo sforzo fatto dagli organizzatori, partiti da un foglio bianco e capaci di creare un evento che ha avuto un enorme ritorno mediatico, con un afflusso record di pubblico malgrado i prezzi astronomici dei biglietti. La coreografia in puro stile hollywoodiano ispiratasi al connubio tra il football made in Usa e la Formula Uno per lanciare il Gran Premio come se fosse il SuperBowl, ha per certi versi sconfinato nel pacchiano. Che dire degli yacht ormeggiati in un porto artificiale sull’acqua di plastica (l’Oceano vero dista una decina di miglia) e spiagge con palme all’ombra dei viadotti della tangenziale? Artifizi eccessivi che rischiano di trasformare un’iniziativa interessante come il Gran Premio di Miami nel Gran Premio di Legoland. Con il massimo rispetto verso il geniale produttore danese di giocattoli.

Immagini  Pirelli press

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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