Formula 1

Published on Marzo 21st, 2022 | by Massimo Campi

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G.P. BAHREIN 2022 – Ferrari, buona la prima!

 

di Carlo Baffi

Stupenda doppietta del Cavallino in Bahrein nel Gran Premio d’esordio stagionale. Vince Leclerc davanti a Sainz. Le due Red Bull costrette al ritiro spianano la porta del terzo gradino del podio ad Hamilton, terzo con la Mercedes davanti al compagno Russel. A punti il debuttante cinese Zhou.

Il 20 marzo 2022 resterà senza dubbio una data indelebile per la Ferrari ed i suoi tantissimi tifosi. Una domenica fantastica, in cui il Cavallino è tornato alla vittoria in Formula Uno e con una doppietta. Un successo, quello conseguito nel Gran Premio del Bahrein, che ha finalmente rotto un lungo digiuno che durava dal 22 settembre 2019, oltre novecento giorni. Anche allora fu un perentorio uno-due andato in scena sotto i riflettori del tracciato cittadino di Singapore. Vinse Sebastian Vettel davanti a Charles Leclerc, che in quell’occasione fu autore della pole, come a Sakhir. Questa volta però il monegasco ha tagliato vittoriosamente il traguardo seguito dal compagno Carlos Sainz jr. siglando un successo storico, in quanto il primo di questa nuova era con le monoposto ad effetto suolo. Soluzione introdotta per favorire i sorpassi ed aumentare lo spettacolo. Per la verità il trionfo rosso non è stato proprio una sorpresa, diciamolo era nell’aria. Fin dai primi chilometri macinati nei test pre-stagionali la F1-75 è parsa subito competitiva infondendo un certo ottimismo confermato via via fino alle sessioni di libere e nelle qualifiche svoltesi al Bahrein International Circuit. La pole di Leclerc ed il terzo tempo di Sainz, che hanno preceduto le quotate Red Bull del neo Campione del Mondo Max Verstappen e Sergio Perez, sono stati una cartina di tornasole eloquente.

E che dire dei tre motori Ferrari che equipaggiano rispettivamente Haas ed Alfa Romeo, presenti nelle prime sei file? Sorprendente il sesto posto di Valtteri Bottas sull’Alfa, che per ironia della sorte è partito accanto al suo ex-compagno Lewis Hamilton. Un segno inequivocabile che a Maranello hanno svolto un lavoro duro ed al tempo stesso proficuo al fine di uscire dal tunnel imbarazzante imboccato nel 2020. Dalla corsa si sono avute ulteriori conferme, con la F1-75 mostratasi all’altezza di competere con la Red Bull. Avvincente il duello tra Leclerc e Verstappen tra il 16esimo ed il 19esimo giro. L’olandese, com’è nella sua indole, non ha esitato a sferrare i suoi attacchi, ma il monegasco ha replicato puntualmente avendo la meglio e sverniciando l’avversario. “Mad Max” s’è forse reso conto che non c’era trippa per gatti dopo averci provato in tutti i modi. Alla diciannovesima tornata ha tentato un affondo col coltello fra i denti, che l’ha costretto ad un bloccaggio per non finire fuori, permettendo così al ferrarista di riprendersi la leadership ed allungare ad oltre un secondo evitando al suo diretto avversario di utilizzare il DRS. Il Campione del Mondo però non ha mollato la presa tenendo sotto pressione la Ferrari numero 16, fino a quando la sua RB18 è andata in tilt col conseguente ritiro. Stessa sorte è toccata poco dopo alla vettura gemella di Perez. Il messicano, a tre giri dalla fine, era terzo incalzato da Hamilton e di colpo s’è girato ed è rimasto fermo complice un problema meccanico.

A detta di Helmut Marko, super consulente della scuderia anglo-austriaca si sospetterebbe un guaio alla pompa del carburante su entrambe le macchine. Ma è ancora tutto da verificare. Un brutto colpo per il team di Milton-Keynes che chiude il weekend con due zeri. A complicare ulteriormente il quadro si aggiunge il ko dell’Alpha Tauri (team satellite Red Bull), con la AT03 di Pierre Gasly andata a fuoco. E ad approfittare della doppia debacle Red Bull è stata la Mercedes, la rivale per eccellenza di Horner & C. Eloquente il volto sorridente di Toto Wolff, gran capo della “Stella a Tre punte”, che salutava sotto il podio la terza piazza di Hamilton. Le Frecce d’argento sono in palese crisi per l’instabilità della W13E complice il cosiddetto “porpoising”. Un fenomeno che provoca schiacciamenti verticali generando un passaggio dal troppo al poco carico, che rende difficile il compito dei piloti. Wolff ha ammesso che attualmente la Mercedes è la terza forza in campo e che in attesa di risolvere il problema sarà necessario correre in difesa. Ebbene malgrado questa situazione sono arrivati punti preziosissimi sia per Hamilton che per Russell giunto quarto. Un risultato ovviamente figlio della fortuna, ma importante e che potrebbe tornare utile in futuro ai fini della classifica. Vi sono ancora ben 22 round da affrontare e certi progetti attualmente acerbi, avranno modo di crescere e fornire prestazioni all’altezza. Dunque è sicuramente presto per emettere verdetti, ciò non toglie che la Ferrari abbia iniziato nel migliore dei modi, fugando dubbi e perplessità. Da due anni su Maranello incombe una forte pressione dal momento che il 2022 è sempre stato considerato come l’anno della verità in cui è vietato sbagliare. “Sono contento, è un bellissimo risultato di squadra – ha affermato il team principal Mattia Binotto – Non ho mai dubitato della squadra, forse a differenza di qualcuno. Sono sempre stato convinto della forza di tutti gli elementi anche quando sono stati criticati. In quei frangenti è stato fondamentale fare da parafulmine e lasciare che le persone lavorassero serenamente.” Parole che la dicono lunga. Vincitori a parte è doveroso rendere omaggio anche ai concorrenti che hanno completato la top ten. Dopo Hamilton e Russell, Magnussen è giunto quinto al volante della Haas, precedendo Bottas (Alfa Romeo), Ocon (Alpine), Tsunoda (Alpha Tauri), Alonso (Alpine) e Zhou Guanyu (Alfa Romeo). Grazie alla decima posizione, il 22enne esordiente di Shanghai, è entrato subito nella storia come il primo driver cinese ad aver conquistato un punto in F.1. Ed osservando l’ordine d’arrivo è doveroso evidenziare la presenza di tre vetture spinte dalla power-unit made in Maranello, tra i primi dieci. Un risultato che fino allo scorso anno aveva dell’inverosimile. Archiviato il capitolo Bahrein, ora il Circus fa subito tappa in Arabia Saudita dove il prossimo fine settimana è in calendario il Gran Premio sull’insidioso tracciato di Gedda. Una pista di 6,174 chilometri con parecchie curve, ma pure con tratti rettilinei percorribili ad elevate velocità e con i muretti in agguato. Caratteristiche che si possono tradurre con l’alto rischio di incidenti e molti interventi della safety-car. L’anno scorso, proprio Gedda fu teatro di una lotta feroce tra Hamilton e Verstappen in una situazione resa ancor più caotica da alcune decisione discutibili prese dalla direzione gara, il cui responsabile era Michael Masi. Non mancarono critiche anche al layout del tracciato ritenuto troppo pericoloso. Ricordiamoci sempre che la ricerca dello show non deve compromettere la sicurezza.

Immagini © Pirelli press

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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