Storia

Published on Ottobre 28th, 2020 | by Massimo Campi

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G.P. San Marino, 9 aprile 2000

Di Carlo Baffi

Come le due stagioni precedenti anche quella targata 2000 si prospettava all’insegna della battaglia tra Ferrari e McLaren-Mercedes. In entrambe aveva trionfato Mika Hakkinen sul fronte del mondiale piloti. Nel ’98 il finnico aveva avuto la meglio su Michael Schumacher e l’anno dopo su Eddie Irvine (un brutto incidente a Silverstone aveva compromesso il campionato di Schumi). Il titolo costruttori invece era andato prima alla scuderia inglese e nel ’99 alla Ferrari. Così se nel 2000 Hakkinen puntava al tris, Schumacher voleva finalmente mettere le mani sulla sua terza corona iridata, la prima con la rossa che inseguiva dal 1996. Per battere la concorrenza, Rory Byrne geniale progettista del Cavallino realizzò la F1-2000, la cui aerodinamica venne studiata nella nuova galleria del vento costruita da Renzo Piano a Maranello. L’altra novità era rappresentata dal brasiliano Rubens Barrichello, ingaggiato al posto di Irvine emigrato alla Jaguar. Schumacher dal canto suo era più motivato che mai. La sua fame di vittorie non era stata scalfita ne dall’incidente di Silverstone, ne dall’arrivo del secondo figlio Mick. E la conferma giunse subito dalla prima corsa in programma in Australia, dove il tedesco trionfò davanti al nuovo compagno di squadra. Seguì la vittoria in Brasile, mentre Hakkinen andò incontro al secondo ritiro consecutivo. Un bottino pieno per il “Kaiser di Kerpen”,  che si presentò ad Imola, terza tappa del mondiale, in testa alla classifica. A seguire il nostro Giancarlo Fisichella in forza alla Benetton-Supertec e staccato di dodici lunghezze. Nelle qualifiche però il “finlandese volante” tornò ad essere protagonista e dopo un acceso duello con Schumi, siglò la pole nel finale precedendo il teutonico. In seconda fila sarebbero partiti Coulthard con l’altra McLaren e Barrichello. Nel warm-up di domenica mattina, le Frecce d’Argento si confermarono al top con i migliori tempi. Al momento del via Hakkinen mantenne la testa, Schumacher invece esitò e dovette difendersi dagli attacchi di Coulthard, permettendo a Barrichello di guadagnare la terza posizione. Alle spalle dei primi, si mise in luce Jacques Villeneuve, che sulla Bar-Honda scattò bene dalla quinta fila, seguito da Trulli e Frentzen. Nel frattempo il duo di testa fece il vuoto, mentre Barrichello era alle prese con un Coulthard sempre più minaccioso.

La svolta della gara arrivò al 42° dei 62 giri previsti. Hakkinen godeva di un vantaggio di 3”4 su Schumi, ma improvvisamente rallentò complice un problema elettrico che causò un calo di potenza del suo V10 Mercedes. Anche il suo diretto inseguitore segnò un tempo sul giro più alto, ma per via di un malinteso nel sorpasso su Diniz; a bordo della sua F1-2000 tutto funzionava a meraviglia. Al box McLaren richiamarono Mika per la seconda sosta, mentre Michael rimase in pista per altre quattro tornate girando a ritmo di qualifica. E qui il ferrarista costruì il suo terzo trionfo di fila, perché con l’abbondante vantaggio accumulato potè effettuare il suo secondo pit-stop e rientrare in pista davanti alla McLaren del diretto rivale. Hakkinen cercò di recuperare sul battistrada, ma i suoi sforzi non valsero a nulla e dovette accontentarsi del piazzamento d’onore. Da sottolineare che oltre al problema al propulsore, la McLaren numero uno, era praticamente inguidabile da metà gara per via della rottura della parte anteriore dello scalino, provocata dall’impatto con un pezzo di metallo presente in pista. Al terzo posto si piazzò Coulthard, poi Barrichello, Villeneuve e Salo. Fisichella partito 19esimo, concluse all’undicesimo posto con un giro di distacco. Sugli spalti esplose la festa rossa, celebrata al box Ferrari in presenza del Presidente Montezemolo e di Paolo Fresco, Presidente del Gruppo Fiat, che seguì con entusiasmo il Gran Premio con tanto di cuffie, ascoltando i dialoghi tra piloti e tecnici del muretto. “Mi piace sempre di più “Fratelli d’Italia”. – disse il mattatore nel post-gara – Ormai lo sento spesso, lo sto imparando anch’io ed è fantastico vedere tutti i miei meccanici che lo cantano sotto il podio.” Con questo risultato, Schumacher rafforzò il suo primato in classifica, raggiungendo quota 30. Barrichello saliva secondo a 9 punti, mentre Hakkinen, dopo il suo primo piazzamento del 2020 era distante 24 lunghezze dalla vetta. Ma le Frecce d’argento, ebbero un’impennata d’orgoglio a metà stagione, sfruttando delle battute a vuoto del Cavallino. Hakkinen recuperò terreno e a Spa divenne leader del mondiale, grazie ad un sorpasso entrato da leggenda. A Monza però, Schumacher tornò al successo, bissato nel successivo Gran Premio negli Stati Uniti, in cui Mika finì ko. Il mondiale si sarebbe deciso in Giappone. A Suzuka, Schumi e la Ferrari furono protagonisti di una corsa perfetta e grazie alla vittoria, Hakkinen dovette piegarsi, ma con onore. Il tanto sospirato mondiale piloti tornò così a Maranello dopo 21 anni.

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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