Storia

Published on Agosto 29th, 2020 | by redazione

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Gran Premio Italia nella storia: 3 settembre 1950 vince Nino Farina

Farina conquista il titolo mondiale 1950 con l’Alfetta 158 – di Carlo Baffi

A Monza la Formula Uno si appresta chiudere il suo primo anno di vita. Una stagione contrassegnata dal dominio dell’Alfa Romeo che con le 158 arriva al 7° ed ultimo Gran Premio dopo aver vinto tutte le gare in calendario fatta eccezione per la 500 Miglia di Indianapolis. Allora la leggendaria corsa americana era iscritta nel calendario della F.1, ma venne disertata dai piloti del Circus per ragioni logistiche. Solo qualche giorno prima si era disputato il G.P. di Monaco. Nonostante il dominio del Biscione, c’è molta attesa per il 21° Gran Premio d’Italia, dal momento che a giocarsi il mondiale piloti sono tre piloti, ovviamente tutti targati Alfa. In ordine di classifica sono l’argentino Juan Manuel Fangio (p.ti 26), Luigi Fagioli (p.ti 24) e Nino Farina (p.ti 22). Per la casa del Portello è una passerella importante dal momento che corre in casa, ragion per cui porta in pista il modello 159, un’evoluzione del precedente. Le qualifiche vedono Fangio prevalere sulla Ferrari ed a seguire le Alfa di Farina, Sanesi e Fagioli. Allo start Farina scatta subito in testa seguito da Fangio e Sanesi. Ascari partito male recupera terreno e all’inizio del secondo passaggio è alle spalle del leader. I due allungano ed al 15° giro il Ferrarista lancia il suo attacco a Farina e lo supera.

Tra il Biscione ed il Cavallino rampante è un vero e proprio derby. La gioia di “Ciccio” però dura pochissimo; nella tornata successiva deve alzare bandiera bianca per una rottura meccanica. Farina riprende il comando e lo manterrà sino alla bandiera a scacchi. Poco dopo la corsa fa un’altra vittima illustre, Fangio. L’argentino, vittima della rottura del radiatore dell’acqua, sente sfuggire il mondiale e non s’arrende. Torna in pista con la 158 cedutagli da Piero Taruffi. Stessa sorte anche per Ascari che rientra in battaglia sulla 375 del compagno Dorino Serafini. Le sorprese però non sono ancora finite. Al giro 35, Fangio si ferma definitivamente tradito dal motore, dicendo addio al sogno iridato. Si consolerà con l’aver siglato il giro più veloce. Intanto Farina prosegue la sua marcia trionfale e può in tutta tranquillità effettuare il rifornimento al 52° passaggio. Meno di trenta giri lo separano dalla corona iridata. Alle spalle dell’alfista tagliano il traguardo Ascari e Fagioli. Il pilota torinese, firma così il suo terzo successo stagionale, il primo era andato in scena nel primo G.P. del mondiale a Silverstone, il secondo a Berna. La classifica finale vedeva quindi Farina campione a quota 30, poi Fangio e Fagioli.

 

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