Storia

Published on Luglio 28th, 2020 | by Massimo Campi

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Alfa Romeo P3 e Tazio Nuvolari, il diavolo rosso che umilia i tedeschi

28 luglio 1935 sul tracciato del Nurburgring tutti si aspettano una vittoria tedesca, invece spunta la rossa Alfa del Mantovano volante.

C’erano tutti i gerarchi nazisti quel giorno al Nurburgring, Fuhrer compreso, tutti pronti a celebrare la somma vittoria di un’auto ed un pilota tedesco. Mercedes contro Auto Union, Stuck, Caracciola, Rosemeyer, Von Brauchitsch pronti a cogliere l’applauso della folla accorsa sulle colline dell’Eifel. Il governo nazista aveva finanziato entrambe le squadre, l’automobile diventava sempre più simbolo di progresso, ma anche pubblicità per la tecnologia e lo strapotere del Terzo Reich.

Sono ben nove le stelle argentate al via della gara, i principali piloti Mercedes sono Luigi Fagioli, Hans Geier, Manfred von Brauchitsch, Rudolf Caracciola ed il capo collaudatore Hermann Lang. L’Auto Union schiera Hans Stuck, Bernerd Rosemeyer Paul Pietsch e Achille Varzi. Tazio Nuvolari non era certo insensibile al fascino della tecnologia teutonica, aveva cercato di guidare per l’Auto Union, ma il suo posto era stato occupato dall’acerrimo rivale Achille Varzi, ed allora si schiera con un’Alfa P3 modificata che soffre una differenza di molti cavalli rispetto alle vetture tedesche, davanti ad un pubblico composto da circa 300.000 tifosi tedeschi.

Quel 28 luglio 1935, la folla oceanica è pronta a celebrare sul circuito dell’Eifel la vittoria di una vettura tedesca, una supremazia assoluta di Mercedes e Auto Union da oltre un anno. Nella stagione precedente era entrata in vigore il nuovo regolamento tecnico, fortemente voluto dalle fabbriche del Terzo Reich. Nella nuova Formula le vetture non potevano pesare più di 750 kg, e l’industria metallurgica tedesca, coi suoi nuovi metalli bianchi, era in grado di realizzare telai ultraleggeri su cui inserire motori dalle cilindrate, e dalle potenze, molto elevate rispetto alla concorrenza. Da ben 14 gare la vittoria non sfuggiva al duopolio teutonico, per gli altri concorrenti c’è ben poco da fare. Le Alfa Romeo sono gestite dalla Scuderia Ferrari, i motori ormai obsoleti arrivavano a fatica a 265 cavalli, contro i 375 dell’Auto Union e i 445 delle Mercedes.

Ma il tempo sulle colline de’’Eifel è come al solito capriccioso, sui 23 km dell’inferno verde cade una leggera pioggia, che può mettere in crisi le grosse potenze delle vetture tedesche, non assistite da gomme in grado di scaricare tutta la potenza a terra su un terreno viscido, mentre al volante della Alfa Romeo P3 c’è Tazio Nuvolari, l’uomo che può fare ancora una volta la differenza. Adolf Hühnlein, l’ufficiale nazista messo da Hitler a capo della motorizzazione tedesca, passa in rassegna i bolidi tedeschi. Per la Ferrari oltre a Nuvolari ci sono il campione francese Louis Chiron e dal marchese Antonio Brivio, con Nello Ugolini, il direttore della squadra ai box, che riesce ad ottenere un degno ingaggio per riempire lo schieramento di partenza di auto giudicate solo delle comprimarie.

Tazio Nuvolari sfodera la sua grande classe fin dalle prove staccando il secondo tempo assoluto, una avvisaglia verso le potenti frecce argentate. La gara si svolge su ventidue giri in programma sul lunghissimo circuito tra le foreste dell’Eifel: in pratica oltre cinquecento chilometri di corsa dove possono succedere tante sorprese.

Il via è dato con un modernissimo semaforo a tre luci. Rudolf Caracciola prende subito la testa seguito da Nuvolari, ma Rosemeyer e Fagioli lo sorpassano quasi subito, mentre le altre due Alfa sono subito fuori dai giochi. La lotta per la testa della vede al duello tra i due assi tedeschi Caracciola e Rosemeyer, intanto il mantovano vola sulle curve del Nurburgring ed al 10° giro riesce a portare la sua poco potente Alfa in testa, ma dopo la sosta ai box per il rifornimento si ritrova sesto. Nuvolari non molla, la sua Alfa è velocissima, sorpassa prima Fagioli, quindi Rosemeyer e Caracciola ed alla fine Stuck. All’inizio dell’ultimo giro il suo distacco dal leader della corsa, von Brauchitsch, e di ben 30 secondi ma anche quando tutto sembra perduto Nuvolari non smette la sua cavalcata. Von Brauchitsch, avvertito all’inizio del giro dai box che Nuvolari gli è dietro, guida al limite e distrugge letteralmente i pneumatici.

A pochi chilometri dal traguardo, nei pressi della curva del Karussell, la gomma posteriore sinistra della Mercedes esplode, il pilota riusce a tenere la macchina in pista, cercando di arrivare al traguardo, ma dopo pochi secondi l’Alfa di Nuvolari sorpassa vettura tedesca azzoppata.

Ai box, intanto, nessuno sospettava nulla. Quando sbuca la macchina rossa, in pochi riescono a capire cosa è successo. Sarà il celebre giornalista della Gazzetta dello Sport, Giovanni Canestrini, a gridare per primo: “Ma è Nuvolari, è Nuvolari!”.

“All’inizio sulle tribune ci fu un silenzio di morte” scrive il giorno dopo il periodico MotorSport “ma l’innata sportività dei tedeschi alla fine ha trionfato sull’astio per la sconfitta. Nuvolari è stato portato in gran trionfo.” Per i gerarchi nazisti è una sconfitta. Hühnlein strappa con rabbia il discorso che avrebbe dovuto fare mentre Nuvolari viene incoronato vincitore. Viene issata la bandiera italiana, ma manca l’inno nazionale e Tazio Nuvolari si mette a cantarlo: la stessa scena si ripeterà l’anno successivo quando Jessie Owens scriverà la sua pagina di storia alle olimpiadi.

Tra i commenti sui giornali italiani c’è anche quello di Indro Montanelli, che sintetizza la vittoria del mantovano volante: “mentre Nuvolari naufragava fra le fronde di lauro della corona, qualche migliaio di occhi azzurri fissavano sbarrati e increduli i resti del bolide rosso sui quali l’italiano aveva tagliato in testa il traguardo. Essi cercavano invano il perchè tecnico di questa assurda vittoria e, non trovandolo, si sfogavano ad invocare “der Teufel”, cioè il diavolo”.

Immagini © Massimo Campi  – Alfa Romeo press – illustrazione © Carlo Baffi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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