Endurance

Published on Giugno 28th, 2023 | by Massimo Campi

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Porsche Moby Dick: la 935 estrema

 

Negli anni settanta il mondo dell’endurance è diviso tra prototipi e silhouette, ovvero le vetture rispondenti ai regolamenti FIA Gruppo 6 e Gruppo 5. La Porsche diventa la regina indiscussa di entrambe le categorie, con la 936 ha conquistato il campionato e la 24 Ore di Le Mans e la 935, la vettura silhouette derivata dalla Porsche 911 Turbo ha conquistato innumerevoli vittorie e titoli in tutte le varie serie nazionali ed internazionali. Dopo avere realizzato una macchina da primato assoluto la Porsche ha delegato i vari preparatori esterni, in primis Kremer e Loos, a portare avanti lo sviluppo dalla 935, ma in Germania vogliono anche conquistare la 24 Ore di le Mans con una vettura derivata dalla serie. La Porsche vuole anche rilanciare l’immagine della 911, la sua vettura storica, che sta sentendo la concorrenza interna della nuova 928 sul mercato delle vendite. Inoltre alcune 935 Turbo hanno risentito di alcuni problemi di affidabilità meccanica dei propulsori.

A Zuffenhausen nasce il progetto di realizzare una nuova 935 estrema, sfruttando tutte le possibilità normative permesse dai regolamenti Gr.5 e Norbert Singer sviluppa un nuovo 6 cilindri biturbo con la cilindrata aumentata da 3.0 a 3.2 litri. Il regolamento Silhouette impone che il propulsore mantenga il blocco motore di serie e Singer è costretto a lasciare il raffreddamento ad aria dei cilindri ma studia della nuove testate a 4 valvole con il raffreddamento ad acqua per ridurre le temperature nella parte termica più calda del propulsore, in pratica è il flat six che viene già usato per il prototipo 936.

La 935/78 è una vettura diversa da quelle precedenti: del telaio originale rimane solo l’abitacolo, in ossequio al regolamento, con l’applicazione di specifici telaietti all’anteriore e al posteriore. Sfruttando il regolamento la vettura è più bassa 75 mm e la linea presenta una sinuosa coda aerodinamica e un muso più lungo e affusolato, studiati per le alte velocità raggiunte a Le Mans. È nuova anche la parte telaistica con un abitacolo rivisitato, due strutture tubolari all’anteriore e posteriore.

La nuova 935/78 viene inizialmente dipinta solo di banco e subito ribattezzata “Moby Dick” per le sue forme che ricordano la balena bianca del romanzo di Hermann Melville.  Vengono realizzati solo due esemplari ed il debutto arriva alla 6 Ore di Silverstone 1978 con Jacky Ickx e Jochen Mass che passano da vincitori sotto la bandiera a scacchi distaccando di ben sette giri la seconda vettura.

Alle prove della 24 Ore di le Mans la 935/78 di Rolf Stommelen e Manfred Schurti ottiene il terzo tempo, primo delle Gr.5 alle spalle della Porsche 936 di Ickx-Pescarolo-Mass e della Alpine Renault di Jabouille-Depailler. La 935/78 dipinta con i colori dello sponsor Martini, in gara occupa le posizioni di testa fino a quando un problema alla lubrificazione la costringe ad alcune fermate ai box con il risultato di classificarsi solo ottava assoluta. Sul lungo rettifilo dell’Hunaudieres, non ancora interrotta dalla chicane, la 935 Moby Dick è ruscita a raggiungere la velocità di 366 km/h, un record per una vettura Silhouette Gr.5.

Dopo Le Mans la Porsche porta in gara la 935/78 alla 6 Ore di Vallelunga, con Ickx-Shurti ed alla 200 Miglia di Norimberga, ma in entrambe le competizioni la vettura ha problemi con il sistema di iniezione meccanica che pregiudica i risultati.

Dall’esperienza Moby Dick nasce le 935K che vince a Le Mans

A fine anno 1978 la 935 Moby Dick finisce la sua avventura come vettura ufficiale. La Porsche decide un momentaneo stop nelle corse, ma l’esperienza accumulata con la Moby Dick diventa fondamentale per lo sviluppo delle varie 935. Il reparto corse di Zuffenhausen collabora con i vari preparatori esterni soprattutto Kremer e Joest. I Fratelli Kremer realizzano la 935K3 per la stagione 1979 che ha un frontale completamente ridisegnato, meglio profilato e con l’aggiunta di due nolder ai lati del cofano, capaci di aumentare considerevolmente la deportanza della vettura. Nel posteriore completamente rivisto c’è un nuovo e più grande intercooler aria-aria, capace di migliorare il raffreddamento del nuovo motore ed il profilo aerodinamico è dotato di un alettone, più grosso, dai sostegni profilati, che si allungavano congiungendosi ai montanti del lunotto posteriore, ed includevano delle prese d’aria per favorire il raffreddamento. Il flat six, sviluppato in stretta collaborazione con la casa madre, è derivato da quello delle 935 in versione clienti, con un incremento della cilindrata a 3,2 litri, un rapporto di compressione portato a 7,2:1, ed ha la doppia sovralimentazione tramite turbo KKK di dimensioni maggiori. La pressione di sovralimentazione varia tra 1.4 bar, (utilizzata in gara, con una potenza di circa 750 CV a 7.800 giri/min.), ed 1,7 bar (utilizzata in qualifica, per un potenza di circa 800 CV ad 8.000 giri/min.). i Kremer modificano anche il telaio, con un abbassamento del baricentro per migliorarne la reattività e diminuire le inerzie, mentre, per garantire una sufficiente rigidità torsionale al telaio, è realizzato un nuovo rollbar integrale a gabbia all’interno dell’abitacolo.

Nel 1979 sarà la 935 K3 del Team Kremer, a cogliere la sognata vittoria alla 24 Ore di Le Mans con l’equipaggio composto da Bill e Don Wittington e da Klaus Ludwig. Per la casa di Stoccarda è una grande pubblicità concretizzata come l’auto derivata dalla serie che vince la corsa più importante del mondo.

Il pilota Reinhold Joest fonda nel 1978 la sua scuderia e subito si lega alla Porsche. Dopo aver notato le potenzialità della 935/78, il Joest Racing realizza una nuova Moby Dick nel 1981, basandosi sui disegni originali fornitigli dalla Porsche. Spinta dal boxer 6 cilindri da 3,2 litri a aria preparato dalla squadra clienti tedesca, che eroga 700 cavalli anziché gli oltre 800 CV della versione ufficiale con testate a quattro valvole e raffreddate a liquido. Della 935 Moby Dick di Joest vengono realizzati solo due esemplari: il primo per il team Joest Racing e in seguito ceduto al MOMO Racing, mentre nel 1982 viene realizzato il secondo per John Fitzpatrick. Tra i risultati ottenuti dalla Moby Dick di Joest c’è la vittoria di classe alla 24 Ore di Le Mans 1982, ottenuta dal John Fitzpatrick Racing con il quarto posto assoluto alle spalle delle tre Porsche 956 ufficiali, dominatrici al debutto nella classica gara di durata.

Immagini © Massimo Campi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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