Published on Marzo 4th, 2019 | by Massimo Campi
0Scarfiotti. Dalla Fiat a Rossfeld
Scarfiotti. Dalla Fiat a Rossfeld di Paola Rivolta
Lodovico Scarfiotti è stato l’ultimo pilota italiano a vincere il Gran Premio d’Italia. Una delle più importanti vittorie della Ferrari che trionfa con la 312 a Monza nel 1966. meno di due anni dopo il pilota italiano perde la vita con una Porsche 909 durante le prove del Premio delle Alpi, corsa in salita che si disputa a Rossfeld in Germania. Paola Rivolta ha raccontato la storia di questo campione, erede di una importante dinastia industriale, con un libro che narra un pezzo di storia industriale dell’Italia del ‘900. Al momento della sepoltura, sulla tomba di famiglia si legge il suo nome già scritto ma le date di nascita e di morte sono quelle del nonno che, all’inizio del secolo, aveva ricoperto il ruolo di primo presidente della più grande industria automobilistica italiana, la Fiat, e con il quale egli condivide il nome e ora anche il destino di una fine violenta e precoce. Nel libro di Paola Rivolta ritroviamo gli eventi della vita personale e professionale di questi due uomini che hanno lasciato un segno tangibile nella storia industriale e sportiva italiana ma che ne sono stati, in qualche modo, estromessi. A fare da fulcro nella costruzione di questa saga familiare vi è Luigi Scarfiotti, deputato, industriale, gentleman driver, determinante anello di congiunzione tra le due generazioni. Una storia biografica nella quale passioni, affari, sport si intrecciano indissolubilmente attraverso un passaggio di secolo, due guerre mondiali, ripetute crisi economiche, il fascismo e il boom economico degli anni ’60.
L’autrice Paola Rivolta ha incontrato gli appassionati alla Libreria dell’Automobile di Milano, in cui ha spiegato come è nato questo racconto sul campione italiano.
“È il mio primo libro, avevo già scritto di sport e di cavalli, ma mai di automobilismo, ed ho scritto questo libro per una serie di fortuite circostanze. Una decina di anni fa ho acquistato casa di fronte a quella della famiglia Scarfiotti ed è iniziata una conoscenza con Luigi Scarfiotti, uno dei due figli di Lodovico. Da questo rapporto di vicinato nasce la sua richiesta di scrivere un libro sul bisnonno, che era stato il primo presidente della Fiat, ed in seguito, tre anni fa, una casa cinematografica statunitense chiede a Luigi Scarfiotti di fare un film su suo padre Lodovico, ma non c’è nessun testo, nessuna biografia a cui fare riferimento e nuovamente mi viene rinnovata la richiesta. Ci penso qualche giorno, l’occasione è stuzzicante: raccontare un pezzo di storia italiana, dalla fondazione della Fiat, con tutti gli intrighi politici che coinvolgono l’industria piemontese inserita nella storia di inizio secolo fino al dramma del pilota Scarfiotti. L’interesse della produzione cinematografica infine non ha avuto seguito, ma la ricerca e questa storia mi ha affascinato ed alla fine è nata questa opera.”
Che impressione ha avuto di Lodovico Scarfiotti uomo e pilota.
“Ho conosciuto Lodovico Scarfiotti solamente attraverso le testimonianze della famiglia e della gente che lo ha conosciuto. Molti lo hanno definito un ragazzo, un uomo piacevole, solare, a volte quasi ingenuo verso il prossimo ed i giochi di potere che si tessevano alle sue spalle. Gli piaceva vivere, lo scherzo, le goliardate con gli amici; però un uomo colto, di una alta estrazione sociale, con cui era bello condividere molte cose.”
Il rapporto con Ferrari si interrompe improvvisamente dopo la vittoria a Monza nel 1966, si parla della ingerenza della famiglia Agnelli con il capo di Maranello.
“I rapporti tra la famiglia Scarfiotti e la famiglia Agnelli non erano affatto buoni, la fine del suo contratto con la Ferrari è probabilmente la conseguenza di alcuni giochi di politiche industriali e l’influenza di Agnelli che stava iniziando gli accordi con Enzo Ferrari. Dietro ci sono anche i rapporti con i nuovi produttori di gomme americani e gli sponsor benzinai della scuderia che appoggiano Chris Amon, complice Franco Lini allora direttore sportivo della squadra, che eseguiva comunque il volere di Ferrari. Scarfiotti è delusissimo di quella situazione, ne soffre molto, ma Lodovico vuole continuare la sua carriera di pilota professionista ed accetta un volante con la Cooper ed in seguito con la Porsche per andare a correre nell’Europeo della Montagna.”
Rossfeld, la Porsche 909 finisce contro una roccia e Lodovico Scarfiotti perde la vita.
“Sono stata a Rossfeld, in occasione di una rievocazione storica, ho visto il posto della tragedia e parlato con piloti e campioni dell’epoca; tutti hanno ritenuto impossibile una uscita di strada per un errore umano come venne inquadrato l’incidente all’epoca, su una semicurva a destra in cui si entrava in piena accelerazione. Esistono delle foto in cui si vede il segno nero di una sola ruota sull’asfalto, la traccia non è omogenea, è anche slabbrata, come se la gomma non fosse più integra o la sospensione avesse ceduto. Sono gli anni ’60, gli incidenti sono frequenti ma per la Porsche è il primo incidente mortale. Siamo in Germania ed i tedeschi fecero sparire immediatamente i resti della vettura, la 909 Bergspyder, che vennero quasi subito distrutti. Anche Rolf Stommelen con quella vettura ebbe un incidente analogo, ma fu più fortunato e si ruppe solo una gamba; altri piloti, come Gerard Mitter, si rifiutarono in seguito di pilotare quella vettura, leggerissima (solamente 375 kg) ma giudicata poco sicura”.
Scarfiotti Dalla Fiat a Rossfeld