Formula 1

Published on Giugno 13th, 2013 | by redazione

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13 giugno 1982, GP del Canada: la fine del sogno di un ragazzo

Riccardo Paletti (a sinistra) assieme al compagno di squadra all'Osella Jean-Pierre Jarier.

Riccardo Paletti (a sinistra) assieme al compagno di squadra all’Osella Jean-Pierre Jarier.

Gran Premio del Canada, 13 giugno 1982, trentun anni fa. Dopo il giro di schieramento, le 26 vetture si sistemano al loro posto sulla griglia di partenza. In pole, Didier Pironi (Ferrari), affiancato da René Arnoux (Renault); dietro di loro, Alain Prost (Renault) e Nelson Piquet (Brabham).

In dodicesima fila, con il 23° tempo in qualifica, si schiera Riccardo Paletti. Quello canadese è il suo secondo Gran Premio, dopo il debutto, con ritiro, avvenuto al GP di San Marino, quello del famoso sgarbo di Pironi ai danni di Villeneuve.

Paletti è al quarto anno agonistico. Ha trascorsi in Formula Ford, in Formula 3 ed in Formula 2, con alcuni podi all’attivo, ma nessuna vittoria in tasca nonostante prestazioni incoraggianti in pista. Probabilmente ha bisogno di tempo per maturare come pilota ma il padre, noto imprenditore milanese, lo ritiene pronto per il grande salto e con un milione di dollari gli compra il volante di un’Osella FA 1C motorizzata Ford.

Con quella Osella attende il via per disputare il suo secondo Gran Premio. Giù, lontano, dalla sua dodicesima fila non si accorge cosa sta accadendo in prima. Didier Pironi, a cui si è spento il motore, agita furiosamente le braccia per richiamare l’attenzione dei commissari. Inutilmente. Il direttore di corsa fa scattare il semaforo verde.

Tutti riescono a schivare la monoposto di Pironi, tranne Paletti che, forse, per l’emozione o per la visuale ostruita tampona violentemente la Ferrari ad una velocità di circa 180 all’ora. Sviene per il colpo, intrappolato nella macchina che prende fuoco dopo pochi secondi.

L’incendio è domato rapidamente ma il pilota, pur non ustionato, non dà segni di vita; estratto dalla sua macchina dopo oltre venti minuti e portato in ospedale, muore poco dopo il ricovero. Le gravi ferite riportate nella zona toracica hanno reso fatale l’inalazione delle sostanze estinguenti.

In tribuna c’è sua madre venuta in Canada a sua insaputa per vederlo correre e soprattutto per festeggiare il compleanno. Due giorni dopo, Riccardo avrebbe compiuto 24 anni.

A Riccardo Palitti, che riposa al Cimitero Maggiore di Milano, è intitolato l’autodromo di Varano de’ Melegari, nel parmense.

Nel video, il tragico, assurdo incidente.

 

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