Il 15 maggio 1969 la Porsche 917 debuttava sulla pista delle Ardenne
Circuito di Spa Francorchamps, 15 maggio 1969, sulle colline delle Ardenne si disputa la 1000 Km, una classica delle corse di durata, ma in quella edizione debutta una vettura che farà epoca, farà il vuoto nella storia delle corse, guadagnandosi in breve tempo un posto d’onore nell’olimpo delle grandi macchine.

È bianca, ha la coda lunga, nome in codice 917, ovviamente una Porsche. Eppure il debutto non è dei migliori: Gerhard Mitter si ritira con una valvola a pezzi. Ritornato ai box, il pilota tedesco parla subito con Rico Steinemann, il Direttore Sportivo della squadra tedesca e il giudizio sulla 917 è molto deludente. “Non sta assolutamente in strada” esordisce Mitter “geschwur: un’ulcera!”

La Porsche 917 ha una grande potenza, monta il 12 cilindri di 4,5 litri raffreddato ad aria, ma è molto difficile da controllare. Tutti i piloti ufficiali della squadra Porsche si rifiutano di portarla nuovamente in gara e per la seconda uscita, nella 1000 km del Nurburgring, Steinemann è costretto ad ingaggiare due piloti privati, Frank Gardner e David Piper. I due inglesi prendono il via sulla Nordschleife e riescono anche a vedere la bandiera a scacchi conquistando l’ottavo posto in classifica, ma il giudizio finale non discosta molto da quello di Mitter. “Il muso si alza in velocità” sono le considerazioni di David Piper, “i freni hanno dei problemi, le sospensioni un eccessivo rollio, il camber varia ad ogni curva ed è difficilissimo tenerla in strada”. I problemi da risolvere sono molti ed in seguito David Piper avrà anche un brutto incidente con una 917, nel 1970 durante le riprese del film “La 24 ore di Le Mans”, prodotto da Steve McQueen: in seguito all’uscita di strada perderà completamente una gamba.
Anche per Brian Redman la Porsche 917 è un incubo, ha paura, tanto che riscopre la fede e legge la Bibbia per esorcizzare la tensione di guidare quella impossibile vettura. A Le Mans 1969 arriva il primo grave incidente, John Woolfe perde la vita con la sua 917 privata, subito poco dopo il via quando il prototipo urta contro le barriere, prende fuoco ed il campione inglese non ha nemmeno le cinture allacciate. Le vetture ufficiali, velocissime, non riescono a concludere la corsa che andrà per l’ultima volta alla Ford GT40 di Ickx-Oliver.

L’ultima gara della stagione 1969 è in Austria sul tracciato di Zeltweg. Viene nuovamente schierata la Porsche 917, che riesce finalmente a conquistare la sua prima vittoria con Josef “Seppy” Siffert e Kurt Ahrens, terza e l’altra 917 di Redman-Attwood. La casa di Stoccarda ha intanto vinto il suo primo titolo mondiale con le affidabili 908 di tre litri, ma per conquistare l’alloro sono stati spesi ingenti capitali ed i nuovi costi richiesti per sviluppare la 917 non sono più sostenibili dalla Porsche. Il consiglio di amministrazione incarica allora Rico Steinemann per trovare una nuova soluzione in vista della stagione 1970. Il diesse tedesco subito si accorda con John Wyer e con Grady Davis, il presidente della casa petrolifera Gulf, per creare una nuova struttura che faccia correre le Porsche.

La 917 nelle mani del team inglese cambia completamente l’aerodinamica, viene accorciata la coda, non è più portante alle alte velocità e diventa quella terribile macchina da guerra che dominerà le corse per due anni, fino a quando i regolamenti ne impediranno la partecipazione.
Nelle tre stagioni che ha corso nel campionato mondiale, la Porsche 917 ha tagliato 24 volte prima il traguardo. In seguito, dopo l’abolizione delle sport 5 litri, la 917 con motore turbo e carrozzeria spider, ha continuato a correre nella serie americana Can-Am e nella Interserie Tedesca. Nell’edizione della 24 ore di Le Mans del 2000, una speciale giuria composta dai più noti giornalisti del mondo, ha eletto la Porsche 917 “auto del secolo” della gara francese, un tributo significativo per una vettura che ha tracciato un segno indelebile nella sua epoca.