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Published on Luglio 15th, 2022 | by Massimo Campi

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Le Mans Hypercar e Le Mans Daytona hybrid il futuro dell’Endurance

 

Il mondo della gare di durata sta vivendo un grande fermento, con le due principale categorie, la Le Mans Hypercar e Le Mans Daytona hybrid pronte a spartirsi il futuro. Due modi di concepire le vetture, con regolamenti basato su propulsori ibridi, che ha avuto un lungo percorso regolamentare.

Entrambi le tipologie di vetture sono state volute da ACO, FIA e IMSA per ridurre i costi e consentire una partecipazione più ampia a concorrenti e grandi costruttori che, soprattutto nel WEC, hanno abbandonato il campionato per il gravoso impegno necessario.

Tra LMH (Le Mans Hipercar) e LMDh (Le Mans Daytona hybrid) si è scelta una strada comune con due categorie diverse con prestazioni bilanciate in seguito dal Balance of Performance (BoP) in seguito applicato dagli organizzatori di volta in volta. Entrambi i campionati sono riservati alle case costruttrici con differenze tecniche importanti, ma in questo modo, le vetture prodotte per l’IMSA americana possono correre nella serie mondiale con adeguati correttivi.

Il regolamento della Le Mans Hypercar ha avuto una lunga storia con vari aggiustamenti, e si basa sulla omologazione di una supercar stradale, come accadeva in classe GT1 negli anni ’90. Diverso è quello della LMDh che consente ai team privati di poter “acquistare” la vettura e correre, cosa assolutamente proibitiva causa costi altissimi con le precedenti LMP1. Sostanzialmente chi corre nella LMH ha più libertà tecnica rispetto a chi corre in LMDh che deve, per regolamento affidarsi a racing factory scelte da FIA ACO e IMSA e deve usare un motore presente nella gamma di serie. Nella categoria americana non c’è obbligo di omologazione di una versione stradale per la vettura racing ma può comunque farlo per esigenze di marketing per esempio. Una volta omologata la vettura racing lo sviluppo viene congelato e non è più possibile sviluppare la vettura nei punti tecnici “congelati”.

Nella serie LMH, la WEC Hypercar: LMH, sono già presenti Toyota, Glickenhaus e Peugeot, mentre è molto attesa la Ferrari per il prossimo anno. Nella LMDh i marchi pronti a scendere in pista sono Porsche, Audi, Honda, Cadillac, BMW, mentre per il 2024 sono attese le nuove Alpine e Lamborghini. Alpine nel 2024 entrerà nel WEC con una LMDh, la stessa vettura si ipotizza che potrebbe correre nell’IMSA GTP con il brand Nissan, mentre Honda correrà con il brand Acura in America e con il brand Honda nel WEC. Per ora l’unica a correre nella serie mondiale è l’Alpine con una vecchia Oreca ex LMP2 munita di una unità motore Gibson endotermico di 4,5 litri, che ha già vinto a Sebring e Monza.

Alcune di queste nuove vetture, come Porsche e BMW, stanno già girando in attesa di una omologazione, Peugeot ha effettuato numerosi test prima del debutto. Il congelamento tecnico dello sviluppo può essere una arma a doppio taglio per le case: se da un lato permettere di risparmiare, dall’altro non permette di introdurre correttivi per variare un progetto non ideale.  Quando la vettura è pronta viene sottoposta a una ispezione della FIA che andrà a fotografare e pesare le parti soggette a congelamento e dopo un test in galleria del vento viene anche congelata l’aerodinamica della vettura. Dopo l’omologazione si potranno solo introdurre eventuali piccoli correttivi con il Balance of Perfomance della FIA.

Immagini © Massimo Campi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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