Andrea Bertolini abbandona le gare dopo 25 anni di successi
Immagini ©Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto
La sua storia agonistica è arrivata alla fine, parliamo di quella di Andrea Bertolini che ha deciso di abbandonare le gare dopo 25 anni al volante di vetture Granturismo con vittorie nella più importanti gare di durata. Andra ha deciso di dare l’addio alle corse dove ha iniziato, tra le curve ed i rettilinei dell’Autodromo di Monza.
La prima gara è stata al volante di una Porsche, grazie alla concessione della Ferrari, l’azienda che è diventata la parte importante della sua vita lavorativa, quando è entrato a soli 19 anni come collaudatore delle vetture di serie a Maranello.
In Ferrari hanno subito capito che Andrea ci sapeva fare con il volante in mano, il passaggio alle corse è stato una conseguenza naturale e Bertolini è entrato nell’abitacolo delle più favolose e vincenti creature di Maranello, formula 1 comprese. Ma non solo cavallino rampante, anche il tridente, quando la Maserati faceva parte del brand di Maranello.
Con la Maserati MC12, Michael Bartels e il team Vitaphone Racing, Bertolini conquista tre titoli FIA GT nel 2006, 2008, 2009 e il campionato mondiale FIA GT1 nel 2010. Tra le sue vittorie ci sono ben due trionfi memorabili alla 24 Ore di Spa nel 2006 e 2008.
Quando Maserati abbandona la scena Bertolini va a vincere la Superstars Series con una Quattroporte, poi ritorna a correre con il cavallino rampante nel FIA World Endurance Championship continuando a conquistare vittorie e titoli. Nel 2015 è campione del mondo GTE-Am con SMP Racing, vince la classe alla 24 Ore di Le Mans e continua con titoli anche in European e Asian Le Mans Series. Nel GTWC Europe è campione Pro-Am nel 2019 con Louis Machiels, e vincitore della stessa categoria nell’Endurance Cup del 2022 insieme a Machiels e Stefano Costantini.
“Ho 51 anni, ho deciso di smettere con le corse – sono le parole di Andrea Bertolini – ma continuerò la mia attività nel lavoro di sviluppo delle vetture Ferrari da competizioni e nel seguire i giovani piloti ed i campioni del futuro.”
Una carriera indimenticabile quella di Andrea, con tanti ricordi
“Le gare, le vittorie, ma i ricordi più belli sono sicuramente stati quelli umani, i rapporti con le persone. Siamo stati una squadra e associo alle varie stagioni della mia carriera alcune persone, sicuramente importanti e sono quelli i ricordi più belli che porterò con me di questa vita nel mondo delle corse. È stato bello condividere delle emozioni insieme ed è stato bello avere rapporti che mi hanno insegnato tantissimo, sia dal lato sportivo che umano”.
Parliamo di emozioni, hai anche fatto il tester per la Formula 1 nell’era Schumacher
“Ricordo quel giorno particolare quando venni convocato da Jean Todt per fare il tester delle Formula 1. Ero entrato in Ferrari come semplice collaudatore, la mia era una famiglia normale, mio padre aveva un bar, già ero molto felice del mio lavoro in Ferrari, entrare nell’abitacolo di una Formula 1 mi sembrava una cosa impensabile, eppure ero io quella persona che era stata convocata dal grande capo per quel lavoro, non riuscivo quasi a crederci! I primi giri sulla pista di Fiorano, quando arrivavo al Tornantino e vedevo il pubblico dietro le reti, pensavo a quel ragazzino Andrea di otto anni che, aggrappato a quella rete, sognava di stare in quella macchina e dopo tanti anni ero riuscito a coronare quel sogno!”
Nella Ferrari hai fatto di tutti, dal pilota vincente al tester alla formazione dei giovani piloti. Chi vedi come tuo erede?
“Per prima cosa spero che i giovani siamo meglio di Andrea Bertolini. Tra i piloti del presente ad esempio c’è Alessandro Pier Guidi, all’inizio anche lui ha fatto diversi errori, ma capivo che aveva delle caratteristiche fondamentali per essere un uomo guida e le sue vittorie stanno dimostrando il valore del pilota e della persona. Oltre ad Alessandro ci sono altri giovani che vanno molto bene spesso usciti dalla Driver Accademy. Loro dovranno solo essere meglio di me, e lo sono già attualmente perché hanno tanto talento. Gli auguro di divertirsi quanto mi sono divertito io con la corse. Prima di una gara consiglio sempre ai giovani di divertirsi, una parola che può avere molti significati, ma per il sottoscritto il divertirsi significa sapere cogliere tutti gli aspetti di una competizione e possibilmente vincere. Questo è il mio augurio per i giovani campioni del futuro, un consiglio dato da uno che si è veramente divertito tanto in 25 anni sulle piste!”
Quanto sono stati importanti i consigli che hai ricevuto durante la tua carriera?
“Molte cose le ho capite con il tempo e l’esperienza, ma tante altro mi sono state trasmesse. Nel motorsport devi imparare ad essere veloce, costante e concreto, ma anche intelligente. Nell’ambiente c’è un ottima memoria per gli errori, basta poco per essere bollato. Devi imparare a gestire le varie situazioni, soprattutto nella gare GT con tante vetture in pista. Devi puntare ai risultati, devi riuscire a scrivere il tuo nome in testa alle classifiche, sono quelli i risultati che restano e devi saperti contornare di persone vere, che ti possono insegnare come ci si deve comportare e contribuire alla tua maturazione. Puoi anche fare la gara delle vita, vincere quella volta, sarai il re di quella domenica, ma la volta dopo, se non vinci nuovamente, sei già un nessuno. Invece i campionati restano, è il modo per concretizzare il lavoro delle tua squadra, di tutti quelli che hanno lavorato dietro le quinte, il pilota è la punta dell’iceberg, quello che deve sapere finalizzare il lavoro della squadra. E’ quello il modo giusto per fare rimanere il nome scritto nella storia!”
Hai lavorato con tecnici importanti
“Nella mia carriera ho avuto la fortuna di incontrare maestri di vita, anche personaggi duri e spigolosi come l’ingegnere Giorgio Ascanelli, che ha provato a licenziarmi due volte nello stesso giorno, ma sono stato il suo pilota di riferimento per il periodo in Maserati Corse. Giorgio era duro, carattere difficilissimo, ti diceva sempre quello che pensava in modo diretto, ogni sua parola aveva un peso particolare e sono queste le persone che mi hanno dato tantissimo e mi hanno fatto maturare”.
Cosa ti mancherà dalla corse e cosa farai nel tuo futuro?
“Il confronto con gli altri piloti, è sicuramente la cosa che più mi mancherà. Il mio capo Ing Coletta mi ha già destinato come coach per i piloti giovani, per il resto dedicherò più tempo alla mia famiglia e riuscirò a seguire qualche partita di calcio di mio figlio”
Il GT World Chalelnge 2025 a Monza è stato l’ultimo palcoscenico per Andrea Bertolini, una gara al volante della Ferrari 296 GT3 n. 52 del team AF Corse, affiancato da Louis e Jef Machiels, nella tappa del GT World Challenge Europe powered by AWS Endurance Cup con un quarto posto di classe.