Formula 1

Published on Agosto 29th, 2023 | by Massimo Campi

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L’AERODINAMICA SEGRETA DELLA RED BULL RB 19

 

Testo, foto e disegni di Paolo D’ALESSIO

Cosa rende imbattibile la Red Bull RS19 del 2023? La sommatoria di caratteristiche che la rendono mediamente superiore alla concorrenza in tutti i settori: la velocità massima, soprattutto con il DRS aperto, un eccellente carico aerodinamico, ovvero una grande deportanza, la grande stabilità in curva del telaio, lo sfruttamento ottimale delle coperture e, dulcis in fundo, quell’affidabilità che in alcune circostanze le era mancata lo scorso anno.

Fatta questa doverosa premessa, come spiegare la superiorità tecnica di una monoposto che domina in prova e rifila distacchi abissali alle avversarie sul passo gara? In molti ci hanno provato in questi mesi, ipotizzando anche soluzioni tecniche bandite dal regolamento, come un ritorno alle sospensioni attive o qualcosa di simile.

Per non parlare di Toto Wolf, che ha descritto la RB19 come l’unica monoposto di Formula 1 del 2023, mentre i suoi avversari stanno correndo con vetture di Formula 2. Esagerazioni? Forse, anche perché il vero segreto della monoposto di Verstappen è sotto gli occhi di tutti e si chiama “efficienza aerodinamica”.

Gran parte della deportanza sviluppata dalla monoposto anglo-austriaca viene generata dal fondo vettura, che non si paga in termini di resistenza all’avanzamento e consente  ai piloti della Red Bull di viaggiare con una minore incidenza degli alettoni. Non solo, le modifiche apportate alla sospensione anteriore, col dispositivo anti-dive, che riduce l’abbassamento dell’avantreno in fase di frenata, rendono la RB19 più equilibrata nei trasferimenti di carico e in grado di gestire al meglio l’usura delle Pirelli 2023, indipendentemente dalle mescole utilizzate, allungando gli stint in gara. Ma come spiegare allora il divario prestazionale tra la Red Bull e le altre monoposto col DRS aperto? Come giustificare l’effetto “ala mobile”, che su molte piste si traduce in un divario superiore ai10 chilometri nelle velocità di punta?

FIANCATE ESTREME E DRS  (Disegno N. 6/7)

Come detto la RB19 produce molto carico aerodinamico, grazie alla particolare conformazione aerodinamica delle pance, all’efficienza dai condotti Venturi, che generano il ben noto effetto suolo e all’interazione con le sospensioni, in particolare con quella anteriore, per il controllo dell’ altezza da da terra e dei movimenti verticali.

Disponendo di un’ottima deportanza, la Red Bull del 2023 può utilizzare ali diverse, rispetto alla concorrenza. Il team anglo-austriaco può viaggiare col profilo principale dell’ala posteriore (main-plane) meno “carico”, rispetto alla concorrenza, caricando maggiormente l’ala mobile. Quando sul dritto apre il DRS, con un profilo principale poco carico e il flap aperto, la RB 19 diventa imprendibile per le avversarie. Grazie anche all’interazione tra l’ala posteriore e l’estrattore sottostante, che gioca un ruolo determinante nelle prestazioni del mezzo.

Col flap chiuso, a massimo carico, l’ala posteriore amplifica l’estrazione dell’aria dai condotti Venturi e dall’estrattore posteriore, incrementando l’effetto suolo. Quando invece, sul dritto, si apre il DRS, si riduce la resistenza all’avanzamento e la depressione, indotta dall’estrazione dei flussi dal fondo vettura. Non solo, con DRS aperto, la RB19 si alza, i flussi che lambiscono le fiancate si insinuano nei condotti Venturi e cala l’effetto suolo, a tutto vantaggio delle velocità di punta della RB19. Ecco così spiegate certe differenze prestazionali sul dritto, che hanno fatto sospettare a molti la presenza di qualche dispositivo illegale.

A questo punto sorge però spontanea una domanda: perché gli altri team non fanno lo stesso? Perché le loro monoposto non riescono a generare carico dal corpo vettura quanto la Red Bull e non possono viaggiare con un main-plane poco carico, per non trovarsi poi con una vettura “scarica” alle medie e basse velocità.

In conclusione, con ala chiusa la RB 19 ha il massimo dell’effetto suolo, mentre con DRS aperto, la minore depressione dell’ala interagisce con l’estrazione dei flussi dal fondo. Rispetto alla condizione col flap in modalità chiusa, col DRS aperto il fondo si scarica, si riduce la spinta verticale e la vettura diventa più scorrevole. Questo consente un sensibile guadagno di velocità sui rettilinei.

IL FONDO VETTURA SEGRETO DELLA RB19  (Disegno N. 8)

La conformazione aerodinamica delle vetture ad effetto suolo di nuova generazione non ha nulla a che vedere col fondo vettura delle prime Formula 1 wing-car, e non solo per l’assenza delle minigonne scorrevoli che caratterizzavano le “vetture ala” del biennio 1977/78. Ci è voluto però parecchio tempo per capire quale fosse il design delle odierne Formula 1 ad effetto suolo. Per l’esattezza fino al Gran Premio di Montecarlo di quest’anno, quando prima Perez, poi Hamilton sono andati a sbattere e le lotro monoposto rimosse dai carri gru, posizionati lungo il circuito.

E con le macchine sollevate da terra si è potuto constatare quanto siamo complesse le monoposto d attuali. In questa vista dal basso si possono chiaramente distinguere i due condotti Venturi laterali, che consentono di canalizzare i flussi fino allo scivolo posteriore, con la parte centrale che ricorda la chiglia di una nave.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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