Formula 1

Published on Marzo 22nd, 2024 | by Massimo Campi

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Formula 1: tra evoluzione e rivoluzione

 

Testo, foto e disegni di PAOLO D’ALESSIO

Dopo la perentoria doppietta della Red Bull nei Gran Premi del Bahrain e dell’Arabia Saudita, la domanda che che un po’ tutti si fanno, è una sola: il mondiale appena iniziato sarà la ripetizione della stagione 2023, o riuscirà qualcuno a scalfire lo strapotere del team di Milton Keynes? Per saperne di più bisognerà naturalmente attendere qualche gara ma, se tre indizi fanno una prova, il Gran Premio del Bahrain ha lanciato più di un allarme: Verstappen ha conquistato con una certa facilità la pole, ha dominato la gara dal primo all’ultimo metro e fatto segnare il giro più veloce in gara, distaccando la concorrenza di un secondo e mezzo. Ma lo spettro di una stagione in fotocopia col 2023 arriva soprattutto dal fronte tecnico, dove si è creata una netta frattura tra la Red Bull e la concorrenza.

Chi pensava ad alla Red Bull RB20 come alla logica evoluzione del modello 2023, ha dovuto ricredersi: ancora una volta Adrian Newey ha sorpreso gli avversari con un progetto estremo, quasi rivoluzionario. Al contrario degli altri team, che pur avendo drasticamente rivisto le loro monoposto, hanno puntato più sullo sviluppo, che non sull’innovazione e non sembrano al momento in grado di impensierire il team campione del mondo. Ferrari compresa: il team di Maranello lascia il Bahrain col ruolo di seconda forza del mondiale ma, a dispetto delle affermazioni dei i suoi tecnici, che presentando la Ferrari SF-24 avevano parlato di un progetto nuovo 95%, rispetto alla macchina del 2023, non è per il momento riuscita a ridurre in maniera significativa il divario col team anglo-austriaco.

Fatta questa doverosa premessa, vediamo in dettaglio in cosa differiscono queste due differenti filosofie progettuali: l’evoluzione Ferrari opposta alla rivoluzione Red Bull.

MUSI INVERTITI    Disegno N.1

Il confronto tra le due sfidanti parte dal muso: rispetto al recente passato i ruoli si sono invertiti, con una Ferrari che ha ripreso il disegno della RB19 e la rivale anglo-austriaca che invece ripropone un andamento simile a quello della F1-75 del 2022.

Sulla rossa del 2024 (parte destra del disegno) il musetto è più corto e si appoggia al secondo profilo alare, mentre lo scorso anno sulla SF-23 andava fino in fondo e partiva dal profilo principale (main-plain). Di ispirazione Red Bull 2023 è anche la presa d’aria delle fiancate: sulla SF-24, è più bassa e dotata del celebre “vassoio” introdotto lo scorso anno dalla vettura austro-inglese, per aumenta la portata d’aria. Diverso invece il disegno della Red Bull RB20, che allunga il muso, appoggiandosi sul main-plane, mentre i profili alari non di discostano eccessivamente da quelli della passata stagione. La vera novità, che si può apprezzare nel disegno è invece la conformazione delle prese d’aria che alimentano le fiancate, con una stretta feritoia orizzontale, una seconda presa verticale e due inedite aperture posizionate ai lati interni dell’halo, subito dietro il casco del pilota.

FIANCATE SEMPRE PIU’ ESTREME   Disegno N.2/3/4

Le diverse impostazioni aerodinamiche delle due vetture, ed i cambiamenti, rispetto al 2023 (parte alta del disegno) sono ancora più evidenti nelle viste laterali e dall’alto. Partiamo dalla Ferrari SF-24, che nella vista laterale presenta un sottosquadro decisamente più accentuato, che si traduce in una maggiore portata d’aria verso il retrotreno. Altra caratteristica della rossa 2024 il profondo incavo, o vasca, ricavato nella parte terminale del cofano motore. Anche in questo caso la modifica della carrozzeria in quest’area della monoposto, che riprende un disegno introdotto lo scorso anno dall’Aston Martin, si traduce in una maggior portata d’aria verso l’estrattore e l’ala posteriore. Nella vista dall’alto si nota anche il diverso disegno delle sospensioni. Al contrario di altri team, Ferrari ha mantenuto uno schema push rod per le sospensioni anteriori e pull rod al posteriore. Sono cambiati però la geometria e i punti d’attacco (i triangoli superiori sono ora più inclinati) per migliorare il comportamento della macchina e contenere il degrado delle coperture in gara, vero tallone d’Achille della SF-23 nella passata stagione. E veniamo alla rivoluzionaria Red Bull RB20. L’area che ha subito meno cambiamenti è il muso, leggermente più lungo di quello 2023 e direttamente collegato al main-plane. Un’inversione di tendenza rispetto a quanto fatto, ad esempio, da Ferrari. Le vere novità si concentrano nella parte centrale fino all’ala posteriore. Alcune soluzioni sono del tutto inedite, come il labbro di alimentazione della presa d’aria delle fiancate, spostato nella parte alta della fiancata, mentre lo scorso anno un elemento analogo, ribattezzato “vassoio” era alla base dell’ingresso medesimo, altre sono state riprese da altre monoposto, vedi presa d’aria verticale per il raffreddamento delle masse radianti in perfetto stile Mercedes 2022.

Sempre di ispirazione Mercedes sono i grossi rigonfiamenti o “bazooka” presenti nella parte alta del cofano motore, con una differenza però, rispetto alla vettura tedesca: la sezione terminale scende bruscamente, per smaltire il calore in prossimità dello scivolo posteriore e velocizzare i flussi che scorrono in loco. Le fiancate, infine, riprendono il disegno dello scorso anno, esasperandolo: sempre più spioventi verso il retrotreno e sollevate dal fondo.

UN PO’ FERRARI, UN PO’ ASTON  MARTIN Disegno N.5

Come si ricorderà nel 2023 lo sviluppo della SF-23 era stato frenato dalla dislocazione del cono anti-intrusione nella parte alta del telaio. Quest’anno l’elemento è stato spostato in basso, consentendo un disegno più esasperato delle fiancate che presentano una svasatura più ampia, per favorire una maggiore portata d’aria verso il retrotreno. Non solo, sempre per aumentare la portata d’aria che investe l’asse posteriore e velocizzare i flussi diretti all’estrattore e all’ala posteriore, nella parte alta della fiancata gli aerodinamici del Cavallino hanno introdotto un vistoso incavo, o “vasca” (cerchio azzurro), che parte dalla mezzeria del pontone laterale e termina a monte delle ruote motrici, dove va a raccordarsi col fondo vettura.

IL SEGRETO DELLA RB20 Disegno N.6

In sede di presentazione la Red Bull RB20 ha fatto storcere il naso a molti, che criticavano gli ingombri eccessivi della carrozzeria, nella parte superiore, e una conformazione un po’ troppo simile a quella che aveva deluso con la Mercedes nelle ultime due stagioni. Ma è bastato vederla all’opera nei test pre campionato, per ricredersi. La Red Bull non ha optato per la classica configurazione delle due bocche di alimentazione collocate nella parte alta dei dei pontoni laterali, ma utilizza tre diverse aperture per lato, per un totale di sei (cerchio rosso). Sotto il labbro superiore, che rimpiazza il “vassoio” del 2023, si apre una feritoia più stretta rispetto alla passata stagione, la più piccola mai vista nella Formula 1 moderna. Al suo fianco una seconda apertura verticale, che ricorda il by-pass-duct introdotto nel 2023 dalla Ferrari. Il compito di questa presa è quello di prelevare aria dalla parte bassa della vettura, per soffiarla nella zona alta della carrozzeria. Ma non è finito. Quel genio di Adrian Newey ha introdotto sulla RB 20 una terza presa d’aria, collocata internamente ai sostegni dell’halo, per alimentare i due “bazooka” laterali, che a loro volta contengono altre masse radianti. Che sulla Red Bull RB20 dovrebbero essere separati in quattro parti. Quello dell’acqua si trova nella solita zona all’interno dei pontoni laterali, l’intercooler ai lati del serbatoio benzina, mentre radiatori di servizio sono ubicati dietro l’halo e il radiatore del cambio sopra il motore, in posizione orizzontale.

CONCLUSIONI

Trarre delle conclusioni affrettate dopo una sola gara, in una stagione che prevede 24 Gran Premi, potrebbe indurre all’errore, anche perché un po’ tutti i team sono solo all’inizio dello sviluppo delle loro monoposto e, come insegna il caso della McLaren 2023, nel prosieguo della stagione c’è tutto il tempo per recuperare e mettere in difficoltà la vettura di Verstappen e Perez. Senza trascurare la componente meteo, che nel corso del 2024 potrebbe avere un ruolo determinante. In Bahrain si è eccezionalmente corso con temperature basse e non è detto che con l’arrivo di gare più calde, e soprattutto dei Gran Premi estivi, l’esasperata aerodinamica della RB20 possa mettere in crisi la proverbiale affidabilità della scuderia campione del mondo in carica. E’ quello che, in mancanza di progetti estremi, si augurano gli altri nove team dello schieramento….

 

 

 

 

 

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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