Storia

Published on Agosto 24th, 2023 | by Massimo Campi

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1933: GP Italia, due gare per una giornata che finisce nel lutto.

Nel GP d’Italia  vince Fagioli con l’Alfa Romeo davanti alla Maserati di Nuvolari, mentre nel GP di Monza perdono la vita Campari, Borzacchini e Czaykowski.

La giornata inizia con l’XI° Gran Premio d’Italia, il quarto grande Gran Premio internazionale dell’anno che diventerà famosa per la grande lotta tra Tazio Nuvolari, al volante Maserati 3 litri contro Fagioli e Chiron, entrambi in gara con Alfa Romeo monoposto. Il Gran Premio d’Italia, inizialmente previsto per il 25 luglio, era stato rinviato al 10 settembre a causa di vari lavori di ristrutturazione ai box e alle tribune dell’autodromo di Monza. La gara si è svolta in concomitanza con il Gran Premio di Monza che era già stato programmato per lo stesso giorno. Il Gran Premio d’Italia è partito alle 9:30 del mattino sul circuito di 10 km costituito dall’originario tracciato ad alta velocità di 4,5 km e dal circuito in asfalto di 5,5 km. La distanza di gara minima richiesta di 500 km è stata quindi realizzata con 50 giri. Al pomeriggio gli spettatori potevano assistere al Gran Premio di Monza che veniva disputato solo sull’anello di Alta Velocità con la gara prevista su tre manche più la finale. l’elenco degli iscritti finale per il Gran Premio d’Italia comprendeva 26 piloti ma al via non si presentano le nuove Bugatti ufficiali da 2,8 litri. La Scuderia Ferrari aveva iscritto Alfa Romeo Tipo B monoposto per Fagioli e Chiron mentre Eugenio Siena e Tonino Brivio dovevano guidare l’Alfa Romeo Monza da 2,6 litri. La Maserati Factory è in gara con le monoposto per Nuvolari, Zehender e Taruffi ed una biposto per Ernesto Maserati.  Oltre a questi principali protagonisti al via c’erano molte auto private tra cui le Alfa di Lehoux, Moll, Sommer, Balestrero, Carlo Castelbarco, Ghersi e Pellegrini. Biondetti si è presentato con la sua normale Biondetti Special con Bugatti e  motore Maserati.

Al via ci sono 19 vetture, la pista si è appena asciugata alle 9.30 del mattino quando scattano i bolidi per la loro gara che vedrà la lotta, su tutti i 50 giri di pista, tra Nuvolari, Fagioli e Chiron, Taruffi. Il gruppo di testa ha presto distanziato tutti gli altri avversari e per ben 16 volte è cambiato il leader della gara. Sulla linea dell’arrivo transita per primo Luigi Fagioli su Alfa Romeo P3 che ha vinto la gara  dopo che il leader Nuvolari si è dovuto fermare a due giri dalla fine per cambiare una gomma scoppiata.

il Gran Premio d’Italia, che si è svolto senza incidenti, è stato oscurato dai tragici eventi del Gran Premio di Monza che è seguito nel pomeriggio. Per l’Autodromo brianzolo sarà una nuova giornata nera, conclusa con la scomparsa di Campari, Borzacchini e Czaykowski. Dall’inizio dello sport automobilistico non c’era mai stata una tragedia tra i grandi campioni di tali proporzioni. Tre dei più famosi piloti d’Europa hanno perso la vita a poche ore di distanza l’uno dall’altro quasi nello stesso punto della Curva Sud: Campari, il pilota più popolare, il massiccio, amabile Giuseppe, poi Mario-Umberto Borzacchini, il grande pilota e famoso amico di Nuvolari e infine il conte Stanisłas Czaykowski, vincitore della manche 1 e detentore del record mondiale di 1 ora.

Il GP di Monza è previsto nel pomeriggio solo sulla Pista di Alta Velocità ed al via sono ammesse le auto da corsa senza limiti di peso o cilindrata. La prima batteria doveva iniziare alle 14:00 e la finale era prevista per le 17:00, in modo che intorno alle 17:35 si sarebbe dovuto determinare il vincitore del Gran Premio di Monza. Nuvolari e Siena che hanno corso il Gran Premio del mattino erano troppo stanchi per partire nel pomeriggio. Taruffi si era schiantato con la sua vettura nella gara del mattino, finendo con l’assale anteriore piegato e anche Zehender si è ritirato dalla gara del pomeriggio. Al via della prima batteria Premoli, seguito da Dritto e Trossi sono i protagonisti ma al quarto giro Czaykowski prende la testa con Trossi secondo ma la sua Duesemberg perde olio e si deve fermare. Vince Czaykowski seguito da Guy Moll che fa anche il giro più veloce.

Per la seconda batteria i principali protagonisti sono Campari e Borzacchini. Sulla Alfa Romeo monoposto di Campari sono stati rimossi i freni anteriori e sono stati montati pneumatici senza battistrada, stessa soluzione tecnica anche per la Maserati di Borzacchini. Alla sfilata dei piloti prima della partenza, Campari aveva annunciato che questa sarebbe stata la sua ultima gara prima del ritiro per intraprendere la carriera di cantante lirico.

Alla partenza ritardata della manche 2 Campari e Borzacchini hanno subito preso il comando dirigendosi verso la Curva Nord. Seguono a ruota Carlo Castelbarco e Barbieri, poi Balestrero, Pellegrini e “Helle-Nice”. I piloti non avevano ancora terminato il primo giro quando è avvenuta la tragedia. Campari e Borzacchini sono entrati a tutto gas a circa 180 km/h nella Curva Sud, ma hanno trovato una chiazza d’olio. Le vetture schizzano via, Campari esce strada, l’Alfa si ribalta ed il pilota rimane sotto privo di vita, Borzacchini per evitare la monoposto dell’avversario esce di strada subendo la stessa sorte. Nonostante il grave incidente, non visibile dalle tribune, la gara è proseguita, vince Balestrero, Pellegrini è secondo, seguito da Mlle.

La terza manche parte con molto ritardo, alcuni piloti non vogliono correre, ma gli 80.000 spettatori sulle tribune protestano e dopo un ritardo di circa due ore rispetto al programma, si è deciso di correre la terza manche. Alla fine, tra l’irrequietezza, i fischi ei fischi, i piloti si sono schierati in cinque per l’inizio della terza manche. Vince Lehoux dopo che Ghersi al comando scivola su una macchia d’olio ma arriva comunque secondo e Biondetti è terzo.

La finale parte con molto ritardo, ed è inizialmente la Maserati verde di Straight al comando, seguito da Ghersi, Lehoux e il conte Czaykowski. Dopo quattro giri Czaykowski prende la testa della gara davanti a Lehoux. Czaykowski con la sua Bugatti stabilisce anche il giro più veloce a 187,935 km/h. ma all’ottavo giro è Lehoux che transita davanti alle tribune al primo posto, mentre manca Czaykowski. Improvvisamente dietro il piccolo bosco a destra si poteva vedere in lontananza alla Curva Sud una colonna di fumo scuro che si alzava, che si allargava continuamente: la Bugatti di Czaykowski si era schiantata solo 50 metri più avanti lungo la sponda da dove si era verificato il primo incidente multiplo ore prima. La Bugatti sbanda, esce di strada oltre il bordo esterno, si ribalta, il pilota rimane intrappolato e la vettura prende fuoco. Ben presto si diffonde la notizia del terzo incidente e la gara viene fermata dopo solo 14 giri, senza nessun vincitore proclamato. Finisce nel dramma il 10 settembre 1933, con la scomparsa di tra grandi campioni, idoli delle folle.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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