Formula 1

Published on Agosto 20th, 2023 | by Massimo Campi

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McLaren MP4/4 la dominatrice del 1988

 

Immagini © Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto

Un dominio assoluto, è questa in sintesi la storia della McLaren Mp4/4 che ha vinto il titolo mondiale di Formula 1 nel 1988. Il progetto porta la firma di Gordon Murray e Steve Nichols, ed è considerata una delle migliori monoposto di Formula 1 di tutti i tempi, avendo vinto 15 dei 16 Gran Premi in cui ha partecipato con i sui due piloti titolari: Ayrton Senna ed Alain Prost.

Per la stagione 1988 in Formula 1 è possibile impiegare motori aspirati di 3,5 litri di cilindrata senza limiti di consumo, oppure motori turbocompressi da 1500 cc di cilindrata, con pressione di sovralimentazione limitata a 2,5 bar e 150 litri di carburante per percorrere la distanza della gara. La Honda scelse questa seconda possibilità, in quanto le evoluzioni previste per il proprio motore le permisero di mantenere un vantaggio sulla concorrenza ed intanto in Giappone potevano sviluppare la nuova unità aspirata per il futuro.

La McLaren usciva da una stagione 1987 dove era stata sconfitta dalla Williams, ma i motori giapponesi erano passati alla scuderia di Woking. Con un propulsore più basso rispetto al TAG-Porsche, Murray e Nichols ripresero i concetti già sviluppati sulla Brabham BT55 creando una nuova monoposto estrema sotto il profilo fluidodinamico, con una sezione frontale ridotta del 30% rispetto ad una monoposto convenzionale:

la McLaren MP4/4 derivava anche dalla precedente MP4/3 con un abbassamento della linea di cintura e di conseguenza del centro di gravità. Gordon Murray riprogettò le pance laterali, spostando le prese d’aria di sfogo dei radiatori ai lati della vettura anziché sulla parte superiore. Inoltre la capacità massima dei serbatoi nel 1987 era stata ridotta da 220 a 195 litri, il tutto contribuì a ridurre l’altezza complessiva della scocca rendendo anche più slanciato il roll-bar. La sezione anteriore era molto più profilata rispetto alla vettura del 1987, mentre era stata aumentata la superficie alare anteriore.

Nel 1988 era entrata in vigore una nuova norma che obbligava a posizionare la pedaliera delle scocche di nuova costruzione dietro l’asse delle ruote anteriori, una soluzione che il regolamento impone ancora oggi e che ha reso la posizione di guida quasi sdraiata anziché seduta. Con questi interventi la McLaren MP4/4 risultò notevolmente competitiva: oltre ad essere una macchina molto curata, fu l’unica progettata espressamente per gareggiare col motore turbo, a differenza dagli avversari che avevano puntato su ex vetture turbo adattate agli aspirati, o su progetti di scocche con motore turbo dell’anno prima.

La scocca molto bassa impiegava sospensioni a ruote indipendenti con trapezi sovrapposti e sistema a puntone di tipo pull-rod all’avantreno e push-rod al retrotreno. Quest’ultima soluzione, insolita per l’epoca, nasceva dall’esigenza di sollevare la posizione dei semialberi, in modo da non alterare gli angoli di esercizio dei giunti.

Il motore impiegato era l’Honda RA168-E, il V6 biturbo da circa 650 cavalli, ultima evoluzione del 6 cilindri giapponese che aveva debuttato nel 1983 con gli aggiornamenti per potere consumare meno, visto la minore capacità dei serbatoi e sfruttare la potenza ai medi regimi per via dell’altra restrizione sulla pressione di sovralimentazione, passata da 4,0 a 2,5 bar. Il cambio, abbastanza convenzionale, era un Weissmann a sei marce più retromarcia, prodotto in collaborazione con la stessa McLaren e montato longitudinalmente.

La stagione 1988 vide un dominio incontrastato della vettura inglese. Dopo una prima fase favorevole a Prost, Senna recuperò progressivamente, per poi passare in vantaggio alla fine delle gare estive. L’unica corsa che la MP4/4 non vinse fu il GP d’Italia, in cui Prost si ritirò a causa dell’unico problema meccanico incontrato nella stagione, mentre Senna, al comando, nel corso di un doppiaggio a pochi giri dal termine ruppe una sospensione contro la Williams di Schlesser. Dopo Monza Prost vinse due gare, riportandosi vicino, ma vincendo a Suzuka Senna diventò Campione del Mondo. Il titolo costruttori venne vinto dalla McLaren con un record di 199 punti.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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