Vetture da corsa

Published on Aprile 4th, 2023 | by Massimo Campi

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Alfa Romeo conquista il DTM nel 1993

 

L’Alfa Romeo 155V6TI vince la prestigiosa serie tedesca con Nicola Larini

Tra le vittorie più sentite dell’Alfa Romeo c’è quella del DTM 1993, quando l’Alfa Corse capitanata da Giorgio Pianta, a quel tempo direttore del reparto corse, decise di competere nel DTM, il campionato tedesco per vetture turismo che all’epoca esprimeva il livello tecnico più elevato nel panorama mondiale delle corse turismo.

È stata una grande vittoria, con l’Alfa Romeo che vince in Germania nella terra patria delle vetture turismo più evolute e performanti, in pratica dei prototipi travestiti da vetture di serie e lo fa con una macchina che veniva snobbata dal grande pubblico a nord delle Alpi.

L’avventura nasce per promuovere il marchio sul mercato del nord Europa, e lanciare la 155GTA che già aveva debuttato nel 1992 nei vari campionati turismo. In DTM nasce come una grande sfida, in una serie dominata da anni dai marchi tedeschi come Mercedes, BMW, Audi, Opel.

L’avventura nel 1993 si conclude con la vittoria in campionato e 12 vittorie su 20 manche (10 Larini, 2 Nannini + 2 vittorie, Danner e Larini nella prova di Donington non valevole per il campionato, allora un record per la 155 V6TI che monta un propulsore di 2.5 litri ed ha la trazione integrale derivata da quella della Lancia Delta.

La squadra è stata fondamentale per quel successo, possiamo affermare che più di una vittoria assoluta di Larini è stato una vero successo corale di un team che ha lottato fortemente ed in modo univoco per quel risultato.

Quel tempo l’Alfa Romeo aveva fatto un grosso investimento, in mezzi ma anche uomini, con un apparato logistico di primo piano per essere comunque protagonista e dare una immagine di competenza e concretezza di ciò che stava realizzando e voleva comunicare. Uno sforzo che ha avuto grandi ritorni con un grande rilancio del marchio in Germania, ma anche in Italia.

Il protagonista di quella avventura è stato sicuramente Nicola Larini, con Giorgio Francia, Alessandro Nannini e Christian Danner gli altri piloti ufficiali del biscione.

“l’avventura nel DTM nasce nel 1992, quando l’Alfa Romeo decide di entrare ufficialmente nel campionato tedesco. Vengo contattato da Giorgio Pianta, che credeva nella mie doti come pilota e decido di prendere una pausa con la Formula 1 per seguire questa avventura. Già avevo corso con le vetture Turismo del biscione in precedenza, reclutato dopo i successi con la Formula 3. Ero un giovane pilota italiano che serviva come scorta nella squadra quando mancava qualche driver ufficiale impegnato in altre categorie. Con il progetto DTM cambia l’importanza dell’impegno e subito mi entusiasma questa avventura. Sono in squdra con Nannini, un pilota veloce e forte, e Giorgio Francia, altrettanto veloce ma soprattutto l’uomo che sviluppava tutti i mezzi. Il primo contatto con la nuova macchina è a Balocco, la pista di prova dell’Alfa, dove la 155DTM era già stata sviluppata da Giorgio Francia.”

Debutto subito con un vittoria

“Prima gara a Zolder il 4 aprile e subito pole position con doppia vittoria in entrambe le prove. Un debutto subito spumeggiante! Era stato un fine settimana con brutto tempo e la quattro ruote motrici hanno fatto la differenza. Dopo quel doppio successo pensavo che fosse scaturito principalmente dalle particolari condizioni atmosferiche, poi abbiamo vinto anche con il bel tempo ed il caldo dimostrando che la 155 V6 DTM era veramente la macchina migliore della serie.”

Subito cambia la percezione del marchio Alfa Romeo dopo quel successo

“Le vetture italiane, l’Alfa Romeo in particolare, era vista come l’Alfasud con le bolle di ruggine che affioravano dopo pochi anni dalla vernice. Noi invece siamo riusciti a ribaltare quello stereotipo con le nostra tecnologia che si è subito dimostrata vincente. I tedeschi hanno subito capito che non stavamo scherzando”

Giorgio Francia è il pilota che ha sviluppato la 155 DTM

 “Il primo contatto è stato sulla pista di Chivasso, poi siamo andati a Balocco ed infine al Mugello, le piste del marchio torinese. Una volta testata sulla pista toscana, visto i riscontri avuti, abbiamo capito che il progetto era sicuramente competitivo. Le prime impressioni sono subito state positive, il motore era veramente potente e con una ottima coppia, molto sfruttabile. Nonostante la trazione integrale la macchina era da subito abbastanza bilanciata e non sottosterzante come quasi tutte le vetture a quattro ruote motrici. Con la 155 DTM si poteva andare forte sul bagnato ma anche sull’asciutto. La squadra è stata comunque fondamentale per i successi, Giorgio Pianta aveva saputo creare un gruppo compatto che non aveva rivalità interne. Tutti lavoravano per risolvere i problemi con un grande trasferimento di dati ed impressioni tra i vari piloti. Io lavoravo per la squadra ed ero quello che deliberavo le soluzioni per tutti i piloti, poi ovviamente ognuno faceva le ultime regolazioni e in pista ogni pilota faceva la sua gara. il mio compito era quello di fare vincere la macchina e sono contento di averlo portato a termine con successo.”

Per Nicola Larini e l’Alfa Romeo il successo più clamoroso è stato quello del 2 maggio sulla Nordschleife

“La gara più memorabile è stata quella del Nurbrugring. Non era prevista da parte dei nostri competitor una vittoria dell’Alfa Romeo su quel tracciato, ma anche da parte mia che non avevo mai girato sulla Nordschleife. Inoltre la squadra non aveva nessun dato tecnico di confronto per il set up della vettura, mentre per i  tedeschi era la loro pista di casa, dove pensavano che nessuno potesse batterli ed in particolare modo un’Alfa Romeo ed un pilota italiano che non aveva mai girato lì. Per prima cosa abbiamo preso una Opel Rekord a noleggio ed abbiamo iniziato a girare sul tracciato come tanti altri turisti. Poi c’è stato il problema di trovare il giusto compromesso per l’assetto tra la parte guidata e quella veloce. Il Nurburgring è una pista molto difficile, dove hai tratti lenti misti a velocissimi, con salite, discese e vari dossi. Se hai un assetto troppo rigido ti trovi in difficoltà soprattutto sui dossi e nei tratti con l’asfalto non perfettamente piano, se metti troppo carico aerodinamico poi la paghi sul dritto con poca velocità e durante le prove libere ed ufficiali hai pochissimo tempo per mettere a punto il mezzo. Alla fine siamo riusciti a trovare un buon compromesso dove guadagnavamo molto sul tratto guidato per poi perdere nel veloce dove pagavamo con circa 15-20 km/h in meno rispetto agli avversari. Il vantaggio acquisito ci permetteva di difenderci molto egregiamente e se mi superavano mi mettevo subito in scia per poi ripassarli sulle curve, grazie anche alla trazione integrale.”

Una vittoria che ha dato fastidio a parecchi, soprattutto ai tedeschi

 “La Nordschleife era considerata la terra santa della Germania ed avere battuto, al debutto, tutti i piloti tedeschi, è stato uno smacco immenso per loro. Prima della gara mi hanno detto chiaramente che non avevamo nessuna chance di vincere, ma mi sono organizzato. Dopo avere imparato dove girano le curve bisognava capire le traiettorie ed è a questo punto che entra in gioco una mia intuizione: vedo Walter Rohl, che conoscevo già, in giro per i box e gli chiedo se mi poteva accompagnare per un paio di giri sulla Nordschleife. In quel momento non aveva nulla di particolare da fare, saliamo in macchina, ovviamente guida lui e molto gentilmente inizia a spiegarmi dove mettere le ruote per fare le traiettorie sulle varie curve. Questo è stata la svolta per capire il tracciato di oltre 28 chilometri. In qualifica faccio subito il secondo tempo, il tutto per un mio piccolo errore di strategia con le gomme nel giro di lancio e nel giro giusto ho avuto  qualche problema, altrimenti sarei partito dalla pole che era alla mia portata come poi ho dimostrato in gara lasciando dietro tutto il resto del gruppo ed anche Cristian Danner che correva con una vettura come la mia.”  

Immagini ©Massimo Campi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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