Formula 1

Published on Aprile 3rd, 2023 | by Massimo Campi

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Melbourne: Verstappen vince malgrado il caos.

 

Di Carlo Baffi

Il Campione del Mondo s’impone in Australia al termine di una corsa caratterizzata da bandiere rosse, incidenti e safety car. Secondo Hamilton con la Mercedes davanti all’Aston Martin di Alonso. Tre iridati sul podio! Ferrari a bocca asciutta: Sainz chiude dodicesimo per una penalizzazione, Leclerc invece è finito fuori allo start dopo il contatto con Stroll.

Il Gran Premio d’Australia, terza prova del mondiale di F.1 2023 è stato a dir poco una baraonda con tanti colpi scena creati ad hoc, ma alla fine ha prevalso il solito Max Verstappen. L’olandese che partiva dalla pole dopo un giro record nelle qualifiche ha conquistato il suo secondo successo stagionale, 37esimo in carriera, confermando per l’ennesima volta la superiorità della sua Red Bull che col Drs aperto non dà scampo a nessuno. La riprova è il quinto posto del compagno Sergio Perez scattato ultimo dopo l’errore commesso in Q1 finendo nella sabbia. Red Bull a parte, che allunga sempre più sulla concorrenza, merita un elogio il podio conquistato da Lewis Hamilton e Fernando Alonso, due veterani ancora in grado di sfoderare le loro doti di fuoriclasse soprattutto quando si ritrovano tra le mani mezzi competitivi. Tra gli spunti di riflessione offerti alla corsa emerge quello legato alla gestione della gara che sta facendo parecchio discutere.

Show business. Se per Gran Premio emozionante s’intende quello visto domenica a Melbourne, beh occorre comprendere la differenza tra spettacolo e confusione. Alla fine, sul tracciato cittadino di Melbourne che si snoda tra gli insidiosi muretti dell’Albert Park si sono contate ben tre bandiere rosse, due ripartenze da fermo e più safety car, di cui l’ultima che ha accompagnato le monoposto in processione fino all’arrivo. Un epilogo che paradossalmente cozza con la tendenza a creare imprevedibilità e divertimento ad ogni costo imposta da coloro che gestiscono i diritti del Circus. Parliamo di Liberty Media che spreme i Gran Premi per fare sempre più business dal momento che nella sua ottica, tipicamente made in Usa, il Gran Premio è più sinonimo d’impresa che di sport. Ovviamente tutto questo con il placet dei team sempre a caccia di introiti, anche perché la F.1 costa e pure tanto. Delle interruzioni decise dalla direzione gara che fa capo al cinquantenne tedesco Niels Wittich, almeno due potevano essere evitate con una normale safety car che avrebbe rallentato la marcia delle monoposto permettendo ai commissari di pulire la pista dalla ghiaia. Invece s’è utilizzato questo pretesto per iniettare pathos ad una corsa che procedeva all’insegna del dominio di Verstappen; che poi ha trionfato lo stesso. Un rimescolamento di carte che alla fine ha penalizzato quei piloti che stavano ben figurando ed ha permesso a chi era tagliato fuori di rientrare in gioco disponendo di gomme nuove. Onestamente far ripartire da fermi a due giri dal termine i piloti con la mescola soft, per di più su un circuito cittadino comportava l’alto rischio di incappare in un incidente che s’è puntualmente verificato coinvolgendo alcune vetture. Fortuna che nessuno si sia fatto male e che tutto si sia risolto con la rabbia di coloro che hanno perso punti importanti come il duo dell’Alpine. Espliciti i pareri dei piloti, che nel dopo gara erano in disaccordo sulle soluzioni adottate da Wittich. Si faccia quindi attenzione, perché di questo passo si piglia una deriva pericolosa che snatura il Dna della Formula Uno. Non scordiamoci mai che il Circus nasce nel vecchio continente, non negli States, la patria dei nuovi gestori. La mentalità di spettacolo che anima gli sport a stelle e strisce è tipica e circoscritta a quell’area geografica. Per carità va bene innovare andando incontro alle esigenze di chi segue la F.1, ma non oltrepassiamo certi limiti, perché altrimenti si perde di credibilità evitando lo show fine a se stesso. Uno scenario che coinvolge in primis la Fia che fatica a governare la situazione ed applica le regole in modo non sempre uniforme innescando situazioni grottesche complicate da risolvere, complice un regolamento che si perde nei suoi meandri. Da qui le polemiche tra gli addetti ai lavori e le critiche degli spettatori che sempre più spesso non comprendono cosa stia succedendo. In questi giorni il Ceo della F.1 Stefano Domenicali ha illustrato con orgoglio i successi raggiunti dalla gestione di Liberty Media: dalla conquista di un pubblico più giovane a quello femminile, oltre all’arrivo di nuovi grandi investitori, che fanno della piattaforma F.1 la più importante dello sport business. A Liberty Media va riconosciuto pure il grande merito di aver gestito al meglio il Circus durante la pandemia di Covid-19 che ha fermato il mondo, evitando non solo il fallimento di alcune scuderie, bensì ha rialzato il valore del prodotto. Grazie alle scelte dell’ibrido e delle benzine sostenibili che danno la possibilità di riconvertire i motori, è rinato l’interesse dei grandi costruttori verso la massima serie, con tutti i benefici. Insomma, tanto di cappello a Liberty Media! Se la F.1 rischiava di fossilizzarsi intorno all’interesse di un pubblico vecchio, s’è cambiato rotta con nuove strategie di comunicazione sfruttando lo streaming di Netflix e puntando sui social. E proprio in virtù di questi successi, il giocattolo non deve sfuggire di mano.

Il terminator. In Australia, Verstappen non era ancora salito sul gradino più alto del podio e domenica c’è riuscito con una vittoria mai messa in discussione. Sarà pure partito male ritrovandosi a rincorrere i primi, ma nel giro di poche tornate “Mad Max” ha raggiunto la Mercedes di Hamilton superandola all’esterno in modo imbarazzante, facendo capire che con questa RB19 può permettersi di scansare rischi inutili nella bagarre del via, tanto poi mette tutti in riga. L’olandese s’è pure concesso una sbavatura al giro 48 finendo sull’erba di curva 13, ma aveva un margine tale che gli ha consentito di riprendere la sua marcia regolare. Concluso il primo trittico di gare, il due volte iridato è leader tra i piloti con 69 punti di vantaggio su Perez, secondo a 54. Mentre tra i costruttori la Red Bull sta prendendo il largo, è prima a quota 123, 58 lunghezze su Aston Martin e 67 su Mercedes.

Risvegli. Ad essere sinceri, dopo le critiche severe e schiette espresse dal team manager Toto Wolff al termine del G.P. del Bahrain, era difficile pensare di vedere la Mercedes combattere nelle prime posizioni alle spalle della Red Bull. Invece da Jeddah si sono visti i primi progressi proseguiti in Australia. Nelle qualifiche del sabato George Russell e Lewis Hamilton si sono classificati secondo e terzo e non hanno nascosto di aver avuto ottime impressioni dalla W14:” Questo è un risultato fantastico – ha detto l’eptacampione – sono proprio orgoglioso del team. George ha fatto un lavoro fantastico ed essere in prima e seconda fila è per noi un sogno.” Allo spegnimento dei semafori Russell è stato autore di una partenza perfetta bruciando Verstappen, bravo pure Hamilton a portarsi nella scia del compagno. E stato davvero insolito rivedere le due Frecce Nere al comando per i primi giri, poi è arrivata la prima bandiera rossa ed il Gran Premio ha preso un corso diverso. Russell è stato il più penalizzato e dopo aver montato la mescola dura ha proseguito fino alla tornata 18 delle 58 previste, quando ha dovuto fermarsi col retrotreno in fiamme. Un’anomalia per la “Stella a Tre Punte” che difficilmente ha sofferto problemi di affidabilità. Hamilton intanto procedeva in seconda posizione, impotente nel contrastare il passo di Verstappen, ma fiducioso di concludere a podio. Anche nella terza ripartenza nulla ha potuto contro la RB19 e s’è accontentato del posto d’onore. Per lui e per la compagine di Brackley un ottimo segnale in attesa della versione B della W14.

Costante. E’ partita come sorpresa ed ora non stupisce più. L’Aston Martin ha centrato il terzo posto e podio di fila con  Fernando Alonso. Non riuscirà a tenere testa alla Red Bull, ma la AMR23 si conferma tra i top team in grado di lottare alla pari con la Mercedes e stare davanti alla Ferrari. Non a caso è la seconda forza del mondiale e con un talento come Alonso (terzo nella classifica piloti), il gioco è fatto. Lo spagnolo sta vivendo una delle migliori stagioni della sua carriera ed a Melbourne ha lottato sino alla fine. E’ stato anche fortunato durante la penultima ripartenza, quando toccato da Sainz è andato in testacoda senza riportare alcun danno, tant’è che ha potuto recuperare la terza piazza in virtù della decisione degli stewards che hanno ripristinato l’ordine della griglia.

Momento no. Insomma quando butta male c’è poco da fare. La Ferrari è sbarcata in Australia con l’obiettivo di portare avanti un intenso programma di lavoro per ritornare ad essere la seconda forza nel mondiale. Purtroppo riparte da Melbourne a bocca asciutta: Carlos Sainz dodicesimo e Leclerc out al primo giro. Un bilancio troppo severo per il Cavallino, dal momento che sul passo gara mostrato da Sainz si sono visti dei miglioramenti sia sui tempi che su una migliore gestione delle gomme. Non s’è palesata l’usura delle gare precedenti (teniamo conto però che l’asfalto di Melbourne non era problematico quanto quello del Bahrain). Riscontri positivi frutto di una messa a punto svolta in funzione della domenica, che purtroppo sono stati vanificati da due episodi accaduti in testa ed in coda al Gran Premio. Charles Leclerc non era certo alle prese con uno dei suoi migliori fine settimana complice un certo nervosismo, forse dettato dall’ansia da prestazione, manifestatosi già nella Q3 del sabato. Dopo un’incomprensione con il compagno reo di non avergli concesso la scia e di averlo rallentato, il monegasco si sfogava via radio con una certa ironia. Solo una volta fuori dall’abitacolo ha potuto chiarirsi con Carlos e la questione è finita li. Probabilmente il suo stato d’animo non era ancora del tutto sereno, d’altronde scattava dalla settima piazza, così al via s’è gettato all’assalto e dopo tre curve è entrato in contatto con l’Aston Martin di Stroll. Risultato: parcheggio nella sabbia e secondo zero rimediato in due gare. Alla fine dirà di sentirsi abbattuto:” E’ il peggior avvio di stagione che ho fatto. Sono frustrato.” Di umore pessimo anche Sainz per via del penalty che l’ha escluso dalla top-ten. Il madrileno ha disputato una prova convincente, soprattutto dopo la prima interruzione quando da quarto s’era ritrovato undicesimo. Da li è risalito fino ad essere quarto alle spalle di Alonso, ma ecco spuntare una nuova interruzione. Al restart da fermo, Carlos forzava finendo per colpire lievemente l’AMR23 di Alonso. Una manovra sanzionata con 5” di penalità che con tutte le monoposto raggruppate finiva per retrocedere il ferrarista al 12esimo posto. Paradossalmente per la carambola che ha visto coinvolte più vetture è stata esposta l’ennesima red flag. Alla ripartenza i concorrenti avrebbero poi completato l’ultima tornata in regime di safety-car con Alonso riportato in terza posizione. In sostanza il giro incriminato di Sainz è stato virtualmente cancellato, ma la sanzione è rimasta facendo imbufalire il madrileno. Oltre al danno la beffa. “Sarebbe bastato attendere 5 minuti in più per discuterne – ha dichiarato l’ispanico – Mi sento derubato. E preferisco non parlare, direi cose brutte.”  Deluso anche il team principal Frederic Vasseur:”C’è frustrazione, in quanto stavamo facendo un buon lavoro. Sainz è stato sfortunato tra safety car e bandiera rossa, in sostanza ha fatto un pit-stop più degli altri. Fino al contatto con Alonso – ha proseguito il manager francese – Carlos stava facendo un’ottima gara. Una prestazione che pareva avere finalmente quella vista sul podio che la Ferrari ed i suoi tifosi non si sono ancora goduti quest’anno.” Fortunatamente ora arriva la sosta di circa un mese prima del Gran Premio dell’Azerbaigian. Un provvidenziale time-out per riordinare le idee, anche se gli obiettivi sono stati drasticamente ridimensionati.

Inossidabile. Sul fronte della Haas-Ferrari è degno di nota il rendimento del buon Nico Hulkenberg tornato a disputare una stagione completa nel Circus. A dir la verità non servivano conferme. Il 35enne teutonico ha sempre ben figurato nei team in cui è approdato. A Melbourne è giunto settimo al termine di una gara dove ha visto i sorci verdi nel momento in cui ha sfiorato la Williams di Albon finita contro le barriere e rimbalzata in pista in una nuvola di polvere. Il team principal Gunther Steiner ha deciso di puntare su Magnussen e su di lui sacrificando Mick Schumacher. Una mossa azzeccata, dal momento che Hulkenberg è nono al pari di Leclerc con sei punti.

Boccata d’ossigeno. Dopo due Gran Premi da dimenticare McLaren ed Alpha Tauri hanno dato i primi segni di reazione, favoriti dalle eliminazioni provocate dalla roulette azionata dalla direzione gara. Le due MCL60 hanno concluso sesta ed ottava con Lando Norris ed il pilota di casa Oscar Piastri, per la prima volta a punti. Piazzamenti che non devono illudere, ma a Woking ne sono consapevoli e stanno lavorando sodo per risalire la china. Discorso analogo per l’Alpha Tauri, sferzata dalle parole del team boss Franz Tost che ha puntato il dito contro i suoi tecnici. Ebbene, il nippon Yuki Tsunoda ci ha messo una piccola pezza all’Albert Park piazzandosi decimo e guadagnando un punticino. Un bravo pure al cinese Guan Yu Zhou, che ha firmato il nono posto al volante dell’Alfa Romeo Ferrari. Punti preziosi che si aggiungono nel mondiale costruttori a quelli incamerati da Valtteri Bottas, ottavo in Bahrain.

Immagini Pirelli press

Ordine d’arrivo

1 – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 58 giri
2 – Lewis Hamilton (Mercedes) – 0″179
3 – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 0″769
4 – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 3″082
5 – Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 3″320
6 – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 3″701
7 – Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 4″939
8 – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 5″382
9 – Guan Yu Zhou (Alfa Romeo-Ferrari) – 5″713
10 – Yuki Tsunoda (Alpha Tauri-Honda) – 6″052
11 – Valtteri Bottas (Alfa Romeo-Ferrari) – 6″513
12 – Carlos Sainz (Ferrari) – 6″594 **

** 5 secondi di penalità

Ritirati
Pierre Gasly
Esteban Ocon
Nyck De Vries
Logan Sargeant
Kevin Magnussen
George Russell
Alexander Albon
Charles Leclerc

Classifica Piloti
1° Verstappen 69 – 2° Perez 54 – 3° Alonso 45 – 4° Hamilton 38 –  5° Sainz, Stroll 20 – 7° Russell 18 – 8° Norris 8 – 9° Hulkenberg, Leclerc 6 – 11° Bottas, Ocon, Piastri, Gasly 4 – 15° Zhou 2 – 16° Tsunoda, Magnussen, Albon 1

Classifica Costruttori
1^ Red Bull-Honda 123 – 2^ Aston Martin-Mercedes 65 – 3^ Mercedes 56 – 4^ Ferrari 26 – 5^ McLaren-Mercedes 12 –  6^ Alpine-Renault 8 – 7^ Haas-Ferrari 7 – 8^ Sauber-Ferrari 6 –  9^ Alpha Tauri-Honda, Williams-Mercedes 1

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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