Storia

Published on Agosto 15th, 2022 | by Massimo Campi

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Zeltweg ’82: Trionfa De Angelis!

 

Di Carlo Baffi

immagini © Carlo Baffi – Raul Zacchè/Actualfoto

“Che paura all’ultimo giro. Stava per mancarmi la benzina.” Sono le parole pronunciate da Elio De Angelis al termine del Gran Premio d’Austria del 1982 e per l’esattezza era il 15 agosto.

Un successo, il primo della sua carriera in Formula Uno, ottenuto al termine di una volata al 53esimo ed ultimo giro contro Keke Rosberg. Sulla Lotus il romano, sulla Williams il baffuto finlandese, entrambe spinte dal motore V8 Ford-Cosworth. Un momento indimenticabile per l’automobilismo tricolore andato in scena nel giorno di Ferragosto, che riportava un po’ di felicità in una stagione che visse mesi drammatici nella sua prima parte con due incidenti mortali. Il primo nel corso delle qualifiche a Zolder, in Belgio, dove perse la vita Gilles Villeneuve il funambolo canadese della Ferrari. Il secondo in Canada sul tracciato di Montreal, quando l’Osella del giovane debuttante Riccardo Paletti tamponò la rossa di Didier Pironi rimasta ferma in partenza. Uno schianto terribile che fu fatale al pilota milanese. Didier rimase incolume, ma dopo poco meno di due mesi sarebbe stato protagonista di in terribile tamponamento durante prove del G.P. di Germania ad Hockenheim. Il transalpino andò a sbattere contro la Renault del connazionale Alain Prost ed a causa dei traumi riportati agli arti inferiori, terminò bruscamente la sua avventura nel Circus. Ma torniamo in Austria. Alla sua quarta stagione in F.1, terza con la Lotus, De Angelis non partiva certo tra i favoriti dopo essersi qualificato col settimo tempo, scavalcando la Tyrrell di Michele Alboreto, costretto ad usare il muletto dopo una violenta uscita di pista a 180 km/h. La prima fila fu monopolizzata dalle Brabham-Bmw di Nelson Piquet e Riccardo Patrese, seguite dalla Renault di Prost e dalla Ferrari di Tambay, poi Arnoux (Renault) e Rosberg. Ma il G.P. si trasformò in una gara ad eliminazione fin dal via con la collisione tra le due Alfa Romeo di Giacomelli e De Cesaris che uscirono di scena. Più tardi Patrese e Piquet finirono ko per il cedimento del motore; da sottolineare che le Brabham sperimentarono per la prima volta il rifornimento in gara. Poi alla 48esima tornata, fu Prost a fermarsi col turbo in fiamme. Ed ecco così spuntare dalle retrovie la Lotus nera e oro numero 11 che balzò davanti a tutti. Purtroppo però durante gli ultimi passaggi, la monoposto inglese iniziò a lamentare problemi che favorirono il ritorno di Rosberg. Tra i due si accese una battaglia conclusasi con uno sprint mozzafiato in cui Elio precedette la Williams del rivale per soli 125 millesimi per la gioia dei tanti tifosi italiani presenti. Anche Mauro Forghieri responsabile tecnico del Cavallino alzò le mani al cielo gridando:” Bravo Elio, eccezionale!” Terzo si piazzò il francese Jacques Laffite al volante della Ligier spinta dal V12 Matra, che precedette la Ferrari di Patrick Tambay, costretto a rimontare complice una foratura.

Inutile descrivere l’euforia esplosa al calare della bandiera a scacchi nel box Lotus che tornava ad imporsi dopo quattro anni di digiuno. L’ultima affermazione risaliva infatti al G.P. d’Olanda del 27 agosto 1978, quando Mario Andretti prevalse sul compagno Ronnie Peterson. Festa anche tra i tecnici Cosworth per il 150esimo trionfo del loro propulsore. “Quando mi sono trovato Rosberg alle spalle – ha spiegato nel dopo corsa un De Angelis esausto dalla fatica e dalla tensione – ho pensato che avrei dovuto far funzionare al meglio il mio cervello, se avessi voluto mantenere il comando della gara e vincere. Sapevo che in condizioni normali non mi sarebbe passato davanti, ma all’improvviso in una curva ho visto che la pressione del carburante scendeva. Rallentando un poco ho permesso a Rosberg di farsi ancora più sotto. Per fortuna il motore ha ripreso a funzionare bene e così all’uscita del curvone che immette sul rettilineo di arrivo ho capito che Keke, anche prendendomi la scia, non ce l’avrebbe fatta a passarmi.” Poi il romano ha concluso dedicando la vittoria a se stesso:” Ho desiderato un successo in F.1 più di ogni altra cosa nella mia vita. Ho lottato durante tutti questi tre anni alla Lotus cercando di mettere a punto una vettura che solo ora comincia ad andare. Non mi sono mai tirato indietro, per questo ritengo che il G.P. d’Austria sia il giusto premio a tante fatiche. Me lo merito, ho vinto grazie ai miei sforzi e perché sono molto forte. Spero che adesso qualcuno se ne sia accorto.” Elogi anche da parte di Colin Chapman:” Ha disputato una corsa eccezionale – ha dichiarato il patron della Lotus – mostrando una maturità che non hanno certamente altri grandi piloti. Per la calma in gara mi ricorda Jim Clark ed ha l’aggressività quando necessita di Peterson, anche se ha un po’ meno cuore dello svedese. Come formazione di guida, a mio avviso ha appreso molto dalla vicinanza di Andretti.

La riconferma di De Angelis per il 1983, mi è costata molto in termini di quattrini, ma ammetto onestamente che tutti i soldi che gli ho dato li vale.” Elio infatti aveva firmato il rinnovo di contratto il sabato precedente il G.P. dopo lunghi colloqui rifiutando una cospicua offerta giunta dalla Williams. I rumors parlarono di 900 milioni messi sul tavolo da Frank Williams a fronte dei 600 sborsati da Chapman. Ma a convincere De Angelis fu anche la prospettiva di guidare una monoposto motorizza dal potente turbo Renault.” Oltre a poter sfruttare l’esperienza accumulata finora ed il genio di Chapman – puntualizzava il romano – non dovrebbero esserci problemi a realizzare un telaio che sfrutti al meglio le prestazioni del propulsore francese.” A fronte dell’ordine d’arrivo di Zeltweg la classifica piloti vedeva sempre al comando il ferrarista Pironi con 39 punti, ma ormai fuori dai giochi per via della convalescenza. A seguire Rosberg a sole sei lunghezze, poi Watson a 30, Lauda a 26, Prost a 25 e De Angelis a 22. Tra i costruttori la Ferrari era leader a quota 64, davanti alla McLaren (56) e a Renault e Williams (44). Il campionato salutò la conquista della corona iridata da parte di Rosberg, autore di un solo successo, per la precisione sulla pista francese di Digione, sede per l’occasione del G.P. di Svizzera due settimane dopo Zeltweg. Un risultato determinante conseguito nel terz’ultimo round del campionato che insieme ai piazzamenti costanti permise al finnico di mettere le mani sulla sua prima ed unica corona iridata, superando Pironi di cinque punti. Il Cavallino si consolò aggiudicandosi il mondiale costruttori davanti alla McLaren e alla Renault. De Angelis avrebbe chiuso nono assoluto complice due ritiri a Monza e Las Vegas, mentre la Lotus si sarebbe piazzata al quinto posto nella graduatoria delle scuderie.

 

 

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Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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