Storia

Published on Agosto 14th, 2022 | by Massimo Campi

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Prendete Gilles!

 

Luglio 1977, il piccolo pilota canadese, uno sconosciuto per quasi tutti, plana come un UFO sul tracciato di Silverstone. Teddy Mayer della McLaren gli ha riservato l’abitacolo di una vecchia M23, il folletto entra nell’abitacolo, esce dai box facendo sgommare i pneumatici e si infila in quel nastro d’asfalto nella campagna inglese. Una sessione di test, per imparare come si pannellano i cordoli tra la Copse e la Becketts, come si frena alla Woodcote, passando in pochi istanti da oltre duecentossanta all’ora a poco più di cento. Gilles Villenuve non si tira indietro, sa che è la sua grande occasione, ascolta i consigli dei meccanici, ma è la sfida della velocità e quella contro se stesso quella che più gli piace.

Per quel piccolo uomo, ogni staccata, ogni giro, è una sfida aperta. Il tempo sul cronometro diminuisce ogni giro, passa le pre-qualifiche, in gara si fa subito notare, ma poi si deve fermare ai box con la temperatura dell’acqua troppo alta, perde due giri e l’occasione di impressionare la stampa presente. È solo una spia difettosa, pazienza, ritorna in pista e finisce la gara nelle retrovie. Intanto aveva già dato un saggio del suo potenziale, in gara era partito a razzo dalla nona posizione, partito accanto a Ronnie Peterson. Sorpassa Stuck e Brambilla, è davanti davanti alla nuova McLaren di Jochen Mass ed in quei dieci giri già lotta con campioni del calibro di Andretti e Nilsson con le Lotus. Il risultato finale non da certo risalto alla qualità di Gilles, ma ai box, quando leggono i tempi sul giro, si accorgono che, con quel ritmo, senza i due giri persi per la spia difettosa, sarebbe tranquillamente arrivato in zona punti, tra la quarta e la quinta posizione!

Ma dove arriva quella furia canadese alto poco più di un metro e sessanta centimetri? Alcuni si chiedono. Bisogna fare un nuovo salto nel tempo, quando, a fine stagione 1976, alcuni piloti di Formula 1 vengono invitati al Grand Prix Molson di Formula Atlantic. La gara si svolge il 5 settembre sulla pista di Troy Rivieres in Canada e, con una ottima operazione di marketing, rimborsi spese ed ingaggi notevoli, i piloti vengono invogliati ad attraversare l’oceano per correre con la formula promozionale.

James Hunt, Patrick Depailler, Vittorio Brambilla, Alan Jones e Patrick Tambay sono al via con le monoposto di F.Atlantic, vetture derivate da quelle della Formula Due. Il campionato 1976 è già stato vinto da Gilles Villenueve che ha trionfato in quattro delle sei gare battendo piloti arrembanti come Roos, Brack e Rahal, ma il canadese rischia di non potere correre a causa del tracollo finanziario del suo sponsor.

Il suo amico manager riesce a fare una sottoscrizione pubblica tra gli appassionati del Quebec , arrivano i fondi necessari a prendere parte alla gara e la March 76B è al via. Anche James Hunt è nell’abitacolo della stessa vettura preparata dal Team Harrison, ed è l’occasione per fare conoscenza del piccolo canadese. Gilles Villeneuve come al solito non si risparmia, conquista la pole position, rifilando oltre un secondo al campione inglese. La gara si svolge su un tracciato cittadino, in pratica una piccola Montecarlo, con Gilles che mostra ai blasonati piloti della massima formula tutte le sue doti. La March pela continuamente i guard rail, ogni curva è una derapata, ogni frenata è al limite. Gilles Villeneuve taglia per primo il traguardo nel tripudio della folla, con oltre dieci secondi di vantaggio si Alan Jones, quindici su James Hunt,  dando una lezione di guida a tutto il blasonato gruppo.

Quando Hunt ritorna nella vecchia Europa, parla subito della gara con Teddy Mayer, il manager della McLaren. “Non ho mai visto nessuno guidare in quella maniera, quel piccoletto ha veramente le palle, non fatevelo scappare, prendete Gilles Villeneuve!”

Dopo il debutto a Silverstone 1977, tra Villeneuve e la McLaren non ci sarà un vero seguito. Mayer aveva fatto solo una proposta di generica opzione per il futuro, valevole per alcune gare della stagione successiva, ma la squadra inglese si stava curando la promessa Patrick Tambay, con i soldi del suo sponsor tabaccaio.

La prestazione di Villeneuve nel G.P. di Inghilterra non passa inosservata a Mauro Forghieri. Il tecnico della Ferrari, mentre legge i tempi sul giro, nota che il canadese aveva fatto il quinto miglior tempo in gara con una vettura vecchia ed un motore spompato.

Complice anche Chris Amon, che nota le prodezze in pista e ne parla molto bene ad Enzo Ferrari, da quel momento la vita di Gilles Villeneuve prende una direzione diversa. Non riuscirà mai a diventare campione del mondo, ma sicuramente uno dei più grandi campioni di cuore con la rossa di Maranello.

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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