24H LeMans

Published on Giugno 2nd, 2022 | by Massimo Campi

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Le Mans 1997, la vittoria della TWR-Porsche

Michele Alboreto trionfa a Le Mans con la TWR Joest

La 24 ore di Le Mans del 1997 è stata una vera grande gara, da leggenda, una sfida tra Davide e Golia. La Porsche è scesa sul tracciato francese con una gran voglia di vincere, di dimostrare la supremazia della 911 GT1 in versione ‘97 contro tutte le altre granturismo, e soprattutto contro i prototipi giudicati ormai vetture da museo. La casa di Stoccarda si è presentata a Le Mans con tutto l’esercito il pompa magna, armato di tutto punto, come negli anni in cui otteneva vittorie a ripetizione con le 917 e con le 956. Il nemico dichiarato la  Porsche lo aveva in casa: la TWR Joest, motorizzata con il sei cilindri biturbo prodotto a Stoccarda, già vincitore lo scorso anno. Il prototipo di Joest altro non è che la ex Jaguar Xjr 14 del 1991, progettata da Ross Brown, modificata in versione spider e con il motore tedesco. In casa Porsche si è scelto degli uomini di primordine, ma che alla fine hanno fatto discutere. Hans Joachim Stuck, Tierry Boutsen, Bob Wollek per la vettura destinata al previsto trionfo. Yannick Dalmas, Ralf Kelleners, Emmanuel Collard per la vettura di appoggio. Joest ha invece investito in un equipaggio che si è rivelato la carta vincente: Michele Alboreto, Stefan Johansson e Tom Kristensen, tre moschettieri che hanno saputo sempre duellare di spada e di fioretto, a seconda delle situazioni, ma che hanno ottenuto una vittoria ormai entrata nella storia. La Porsche ufficiale, scesa in campo con le sue corazzate e tutta la sua potenza tecnologica, ha dovuto soccombere alle fragili spade dei tre moschettieri, e mai nessuna sconfitta è stata così amara dalle parti di Stoccarda.

Grande Alboreto, autore della pole position con un giro alla morte, subito in testa nei primi giri di gara con tutto l’esercito Porsche alle spalle. Gran lottatore il milanese, sempre motivato, sempre una spina nel fianco delle bianche granturismo teutoniche. Bob Wollek non ha saputo resistere nella notte alla rimonta di Dalmas, a sua volta pressato alle spalle dalla TWR Joest. Wollek ancora una volta non è riuscito a concludere la gara ed ha sbattuto contro il rail ad Arnage, complice la rottura della trasmissione. A meno di tre ore dalla fine ci pensa Kristensen a recuperare altro svantaggio ed a portarsi ad un giro dalla Porsche ufficiale. Kelleners è costretto a forzare, si spacca il serbatoio dell’olio e la gara della 911 GT1 superstite finisce tra le fiamme.

Nella notte c’è anche la resa di Mario Andretti. Piedone è ritornato a correre a Le Mans, sono anni che vuole questo trofeo, vuole avere anche questo alloro nella sua grande carriera. Ancora una volta è rimasto sconfitto, deluso, con una vettura, la Courage, nettamente inferiore alle aspettative. La McLaren-BMW è seconda e terza con Guonon-Raphanel-Oloffson e gli ufficiali Ravaglia-Kox-Helary. La Ferrari 333 SP è sesta. Nessuno, dopo le prove, scommetteva sull’affidabilità della vettura di Maranello. Ed invece Momo Moretti, Didier Theys e Max Papis sono riusciti a vedere il traguardo, proprio davanti alla Courage della Filiere di Henry Pescarolo.

Scade la ventiquattresima ora. Per il piccolo “Davide” Joest è il tripudio contro il “Golia” Porsche. Per Michele Alboreto è un grandissimo risultato. Il compendio di una carriera invidiabile, un risultato da “leggenda”.

Immagini © Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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