Personaggi

Published on Aprile 12th, 2022 | by Massimo Campi

0

Andrea De Adamich: passione Alfa Romeo

L’esordio di De Adamich risale all’inizio degli anni ’60, con l’Alfa Romeo ha avuto un legame particolare. Una carriera da pilota professionista importante, è stato uno dei piloti simbolo delle corse turismo e con i prototipi fino a portare il motore V8 dell’Ing. Chiti a correre in Formula 1. Nella massima formula ha corso  con McLaren, March, Surtees e Brabham. La carriera del driver triestino è terminata al Gran Premio di Gran Bretagna 1973 a Silverstone, quando rimane coinvolto nell’incidente multiplo causato da Scheckter. Rimane intrappolato per diversi minuti nella scocca della sua Brabham riportando importanti ferite alle gambe. In seguito diventa giornalista e crea una delle più importanti scuole di pilotaggio. De Adamich è intervenuto alla manifestazione ACI Storico ed è stata l’occasione per scambiare le sue impressioni sull’Alfa Romeo e sulla pista di Monza. il legame con il marchio del biscione è ancora molto stretto per il campione di Trieste.

“E’ vero, era il 1962 quando ho iniziato a correre, in seguito sono stato molto legato al marchio del biscione ed all’Autodelta del grande ing. Carlo Chiti. A Monza ho incontrato anche la nipote dell’Ing. Luraghi, lo storico presidente dell’Alfa Romeo che ha voluto riportare le vetture del Portello alle competizioni. Giuseppe Luraghi è stato un grande presidente che ha fatto la storia dell’Alfa Romeo portandola ai massimi livelli negli anni della rinascita e del boom economico.”

Ha vinto anche titoli nell’Europeo Turismo, una categoria molto frequentata negli anni ‘60

“Purtroppo in quegli anni non c’era un titolo mondiale, ma solo quello europeo e ne ho vinti due assoluti con la Giulia GTA. Erano gare formidabili, allora dominava la Lotus Cortina con il motore Cosworth BDA e siamo riusciti a batterle in tutte le piste europee, anche a casa loro in Inghilterra. Per aiutare i piloti ufficiali Lotus, che non riuscivano stare davanti alla nostra Alfa, la Ford ha chiamato anche Jim Clark e Jackie Stewart, due campioni mondiali di Formula 1 che però hanno preso la paga dalle nostre GTA.”

De Adamich è stato anche protagonista del ritorno Alfa in Formula 1

“Ultimamente l’Alfa Romeo, con Valtteri Bottas ha fatto un grande salto di qualità, è stata molto più competitiva delle scorse stagioni. Noi invece abbiamo iniziato a correre in Formula 1 montando il V8 ideato dall’Autodelta di Carlo Chiti sulla McLaren e sulla March.”

Molte le Alfa Romeo presenti a Monza, quale è la vettura preferita di Andrea De Adamich

“Non esiste una sola vettura migliore quando si parla di Alfa Romeo, ma sono almeno tre le macchine che mi sono rimaste nel cuore: la GTA 1,6 con cui ho vinto il titolo Europeo, compreso tre volte la 6 Ore del Nurburgring sul vecchio tracciato della Nordschleife, battendo le BMW. Poi c’è la TZ2, una vettura GT di 1,6 litri di cilindrata con 160 cv, una grande potenza per gli anni ’60, molto leggera con una grande tenuta di strada, tanto che eravamo molto competitivi e riuscivamo a battere vetture di maggiore cilindrata su piste tortuose o quando c’era l’asfalto bagnato. Infine la 33/3 prototipo, che è molto legata alla mia storia di pilota. Nel 1971 con quella barchetta di soli tre litri abbiamo battuto le potenti Porsche 917 di 5 litri con la prima vittoria mondiale alla 1000 Km di Brands Hatch. Era il primo ritorno alla gare mondiali dell’Alfa Romeo dopo i successi di Farina e Fangio in Formula 1 all’inizio degli anni ’50. Con quella barchetta abbiamo anche vinto, sempre nel 1971, la 6 Ore di Watkins Glen, un’altra prova mondiale a fine di quella bellissima stagione.”

Il segreto per vincere a Monza

“Rispetto agli anni ‘60 la pista di Monza è migliorata nella guidabilità con l’introduzione delle varie chicane. Il tracciato originale, con poche curve, era velocissimo, sembrava di correre sull’Autostrada A1 senza limiti di velocità con due curve molto importanti: la seconda di Lesmo e la Parabolica. Non tutti riuscivano a fare la seconda di Lesmo in pieno che era una curva velocissima, mentre diventava impegnativa la staccata della Parabolica dove si arrivava molto veloci, una volta impostata diventava tutto più facile. Era anche impegnativo, con le macchine potenti, il curvone dopo la partenza, l’attuale Biassono: arrivavi a tutta velocità, dovevi staccare leggermente, impostare la vettura ed avevi una traiettoria unica e veloce, se sbagliavi finivi tra gli alberi con conseguenze spesso pericolose.”

De Adamich è anche un collezionista di vetture

“Mi hanno sempre appassionato le automobili, soprattutto quelle di quando ero giovane. Sono un collezionista di vetture italiane, ho Ferrari, Maserati, ma soprattutto Alfa Romeo. Del marchio milanese ho circa 120 vetture nella mia collezione, soprattutto vetture da metà degli anni ’80 ad oggi, dalla 75 3000 cc alla 4C e la 8C competizione compreso la nuova Giulia GTA.”

Immagini © Massimo Campi

 

Tags: ,


About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



Back to Top ↑