Published on Giugno 15th, 2021 | by redazione
0Modena Cento Ore Classic 2021.
Di Marco Vitali
Una “Cento Ore Classic” di passione è quella che si è conclusa nel tardo pomeriggio di sabato scorso a Modena. Come tradizione, anche quello dell’edizione 2021 è stato uno splendido viaggio di passione per l’Italia e per le vetture d’epoca su di un percorso che ha toccato luoghi ricchi di fascino e storia: da Rimini passando per San Marino, da Arezzo al Passo del Furlo, al circuito di Misano Adriatico teatro della prima prova in pista. E poi di nuovo in gara a Imola, prima di una lunga cavalcata attraverso la Toscana, con l’arrivo a Scarperia per poi sfidare le curve del Mugello. Questo magnifica carovana multicolore non poteva non fare tappa a Firenze, proseguendo per Forte dei Marmi dopo una sosta a Montecatini. Ed infine il ritorno sempre attraverso la Toscana con direzione Modena non prima di essere transitati dal Passo delle Radici, che segna il confine tra la provincia di Lucca e quella di Modena, città che nel suo angolo più elegante rappresentato da Piazza Grande e dalla bellezza del Duomo ha voluto salutare i concorrenti giunti al termine della loro indimenticabile cavalcata.
Ottanta vetture di altissimo livello, con altrettanti equipaggi giunti da ogni dove, dagli Stati Uniti, dal Sudafrica, come da ogni parte dell’Europa, oltre a quattro coppie italiane, hanno dato spettacolo lungo un tracciato di oltre mille chilometri suddiviso in quattro tappe con gare di regolarità, gare in circuito e kermesse nei centri storici dei più caratteristici borghi interessati dal tracciato 2021. E poi c’erano loro, le ottanta “storiche” che con la loro straordinaria presenza hanno riassunto la storia dei relativi marchi in un arco temporale dal 1939 della BMW 328 Roadster, attraverso alcuni esemplari di AC Cobra Shelby datate anni sessanta, per giungere sino a metà anni ottanta con uno splendido esemplare di Porsche 911 Carrera Coupè.
Ammiratissime in ogni contesto le Ferrari presenti, con tre differenti declinazioni di Ferrari Daytona con una 365 GTB/4, una 365 GTC/4 Spider ed un’altra 365 GTB/4, oltre a due splendide 250 SWB ed una 308 da rally. Non vanno dimenticate le Alfa Romeo rappresentate da numerosi esemplari di Giulia Sprint GTA e di Giulia 1750 GTAM, o dalle sempre spettacolari Porsche 911 presenti in massa e con una grande varietà di modelli differenti per cilindrata e per stagione di gare. Non meno affascinanti le vetture a stelle e strisce partecipanti con un paio di esemplari di Mustang oltre alle AC Shelby. E poi Jaguar, Bmw, una meravigliosa Fiat-Abarth 131 in livrea Alitalia che ci ha riportato ai tempi dei trionfi di Alen-Kivimaki. Luoghi da favola, per vetture da leggenda. La “100 Ore” in un momento nel quale il mondo dell’automobile guarda con un interesse quasi morboso al futuro rappresentato dall’elettrico, ha rappresentato un inossidabile legame con l’automobilismo vero, quello nel quale l’elettronica era una parola bandita, ma che lasciava molto all’intuito, alle doti tecniche di meccanici e dei piloti.
Un automobilismo, che, ad ogni livello, regalava ad ogni suo interprete lo spazio per esprimersi. Un automobilismo fatto anche di rumori e di odori caratteristici, come quelli dei motori Ferrari a dodici cilindri, o dall’odore di gomma bruciata che si poteva nitidamente sentire nell’aria nei pressi delle staccate più impegnative di Misano, di Imola o del Mugello. Per questi motivi, ed anche per tanti altri che da sabato pomeriggio è iniziato il conto alla rovescia per l’edizione 2022. Perché la “Modena 100 Ore Classic” per chi ama l’automobilismo vero è ormai diventato ad ogni edizione un appuntamento irrinunciabile.
Immagini © Marco Vitali