Si è concluso il mondiale Fia Wec 2014, la Porsche ha conquistato la prima vittoria in Brasile, la Toyota ha dominato il campionato, l’Audi si è consolata vincendo a Le Mans, la vittoria che più conta, ma anche un bottino magro per la squadra che ha dominato l’Endurance da altre 10 anni con tante soluzioni tecniche diverse.
Marco Bonanomi è uno dei piloti dello squadrone Audi, l’unico italiano rimasto dopo il ritiro di Pirro e Capello. Il suo compito è quello di tester e di sviluppo delle nuove soluzioni. Due sole gare quest’anno, Spa e Le Mans, con nessun risultato di rilievo per il pilota lombardo. L’abbiamo incontrato a Monza, in occasione del Monza rally Show, è stata l’occasione per scambiare due parole su questa difficile stagione per la squadra tedesca.
Per Audi, Le Mans a parte, è stata una stagione particolarmente dura.
“È stato un anno difficile, ma lo sapevamo già dai primi test invernali, siamo troppo limitati nel sistema ibrido rispetto ad Audi e Toyota. È il nostro punto debole, che ci penalizza in accelerazione dove abbiamo molta meno potenza rispetto alla concorrenza. La differenza si sente soprattutto su tracciati tortuosi, all’uscita delle curve lente, quando gli altri hanno il triplo della nostra potenza ibrida che rappresenta ormai una grossa percentuale di quella erogata. Tutto il tempo perso in accelerazione è difficile recuperarlo sul dritto. Invece il nostro punto di forza è l’aerodinamica: con il pacchetto low-downforce la R18 E-Tron Quattro era la macchina più equilibrata del lotto ed a Le Mans ha fatto la differenza, sia in velocità che con i consumi. Purtroppo le regolazioni per il tracciato della 24 ore non sono ripetibile sulle altre piste, in genere più lente, dove siamo stati sempre penalizzati.”
Ti vedremo più impegnato in gara rispetto al 2014?
“La speranza è quella. Sappiamo che si è liberato un posto tra gli equipaggi di punta dell’Audi dopo il ritiro di Tom Kristensen, ma quel sedile è particolarmente pesante e stanno già componendo i nuovi equipaggi per il 2015 con piloti che hanno contratti molto più vecchi del mio. Comunque dovrei esserci ancora in qualche appuntamento, soprattutto a Le Mans dove vorrei rifarmi della delusione 2014.”
Quanto è l’impegno come tester durante l’anno?
“È un grande impegno, si inizia a fine gennaio e si finisce a dicembre. Non dico che è come andare in ufficio, ma la disponibilità è costante, si prova spesso ed in diverse condizioni. Il mio compito è anche quello dello sviluppo, un lavoro che mi impegna anche a casa lavorando su vari file e report al computer. La macchina ha una grande tecnologia, è molto complicata ed anche il lavoro a tavolino è fondamentale per analizzare, sviluppare, amalgamare e migliorare le varie soluzioni con gli ingegneri, per avere un buon set-up e delle valide strategie di gara.”
Audi e Porsche sono dello stesso gruppo, come viene vissuta dall’interno questo dualismo?
“Non c’è nessun contatto, per noi la Porsche è un avversario, un’altra casa, al pari della Toyota. Il gruppo Volkswagen è grande, ognuno ha i suoi budget ed i suoi tecnici. Anzi c’è stata parecchia guerra interna nei tempi appena trascorsi con fughe di ingegneri e meccanici da entrambe la parti. Penso comunque che sia giusto così per progredire costantemente e migliorare anche le soluzioni da riversare sui prodotti di grande serie.”
Le vetture WEC al top, tutte ibride, si dividono tra diesel e benzina, ma quast’anno ha dominato la Toyota che ha scelto la benzina. È ancora valido puntare sul diesel?
“Personalmente penso che la soluzione a gasolio sia ancora molto valida, ma a livello regolamentare siamo molto svantaggiati e non sembra che la FIA voglia intervenire per cercare di livellare le prestazioni, quindi le vetture a gasolio risultano molto svantaggiate. Per la prossima stagione in Audi sono previsti una serie di aggiornamenti che dovrebbero colmare il gap attuale con gli avversari, sempre sperando che gli altri non abbiano una grande evoluzione.”