Rapimento a Cuba, 23 febbraio 1958 - Motoremotion.it


Storia

Published on Febbraio 22nd, 2014 | by Massimo Campi

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Rapimento a Cuba, 23 febbraio 1958

fangio_bautista_cuba_Mem04     Politica e sport, un binomio che spesso si è intrecciato tra le pagine della storia. Era il 1958, precisamente il 23 febbraio e si correva la seconda edizione del Gran Premio di Cuba.

Il primo Gran Premio di Cuba si era tenuto nel 1957 ed era stato un grande successo. Juan Manuel Fangio, il pilota numero uno dell’epoca, aveva vinto la gara davanti a strade piene di spettatori entusiasti e curiosi.

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Ma la situazione stava cambiando, le forze guerrigliere di Fidel Castro erano accampate sulle montagne per dare inizio alla rivoluzione cubana ed i rivoltosi erano sempre aggressivi per le strade mentre il presidente Fulgencio Batista cercava di mantenere un’aria di normalità a Cuba. La gara per le strade dell’Avana sarebbe servita ad attrarre i ricchi turisti americani, rifornire le casse quasi vuote del regime e dare un’aria di normalità a tutta la situazione politica. Fangio, l’idolo argentino, il pilota numero uno al mondo, era pronto a ripetere l’impresa dell’anno precedente. Accanto a lui Stirling Moss e tanti altri piloti attratti dalla sfida e dal clima cubano e l’alloggio nel lussuoso Hotel Lincoln rende l’atmosfera ancora più esclusiva.

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Tutto sembrava andare al meglio nel tiepido clima centroamericano quando, alla vigilia del Gran Premio, un giovane con una giacca di pelle avvicina nella hall dell’albergo Juan Manuel Fangio. Spunta una pistola ed una intimazione “Fangio, devi venire con me io sono un membro del movimento rivoluzionario 26 luglio.” Uno degli amici di Fangio prese un fermacarte, ma il giovane puntò la pistola verso Fangio “Se ti muovi gli sparo” ed a  Fangio non rimase che andare con il suo sequestratore dentro una Playmount  in attesa con i complici.

Il motivo era semplice, catturando il più grande nome nel motorsport i ribelli stavano mostrando a tutto il mondo il problema cubano, ma Bautista non si fece intimare e diede ordine di andare avanti a fare la gara, mentre la polizia andava a caccia dei sequestratori.

Moss intanto era è tenuto sotto sorveglianza per tutta la notte con un guardiano che bussava alla porta ogni tre ore per assicurarsi che era ancora nel suo letto. “E ‘stata una notte molto inquietante”, ricorda il campione inglese, “ho poi saputo che Fangio ha detto i ribelli di non deve prendere Stirling perché è in luna di miele, anche se era una bugia ma è stato un gesto molto bello, da amico!”

Nonostante il sequestro, Fangio venne trattato bene, con una buona cena a base di carne e patate ed in seguito ammise che quasi fraternizzò con i suoi rapitori “beh, è stata una avventura Se quello che i ribelli hanno fatto era per una buona causa, io come un argentino, accetto. ”

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La domenica, una immensa folla di 150.000 spettatori accoglie i piloti sul tracciato di 3,5 miglia, con la Maserati di Maurice Trintignant al posto Fangio, mentre il campione argentino, nel rifugio dei sequestratori, seguiva la gara con una radio portata da Faustino Perez, il vice di Fidel Castro.

Parte la gara, con la lotta serrata tra le Ferrari di Moss e Masten Gregory. Il pubblico è in visibilio per la competitività dei primi due, ma al quinto giro succede il dramma. La Porsche di Roberto Mieres ha una perdita d’olio dal motore ed inonda la pista rendendola scivolosa. Su quell’olio finisce la gialla Ferrari di

Armando Garcia Cifuentes, un pilota locale. La macchina impazzite finisce nella folla degli spettatori accalcata ai lati della pista ed abbatte un ponteggio provvisorio realizzato per gli spettatori. L’esito è da tragedia, le persone volano come birilli ed alla fine si contano sette morti ed oltre 40 feriti.

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Moss, inconsapevole di quanto stava accadendo continua la sua corsa e sorpassa Masten Gregory proprio mentre viene dato lo stop alla gara. Nel marasma dei soccorsi non si riesce a capire che abbia effettivamente vinto la gara, ed alla fine viene decretata la vittoria di Moss che si accorda subito con Gregory “lasciamo perdere e non facciamo reclami su chi abbia effettivamente vinto, prendiamo i soldi in palio per i primi due posti e li dividiamo tra noi due!”

L’intero evento era stato un disastro. Cifuentes venne accusato di omicidio colposo mentre lottava per la sua vita in ospedale. Subito dopo la gara Fangio venne consegnato all’ambasciata Argentina. Gli unici veri vincitori furono i rivoluzionari di Castro che riuscirono a farsi notare da tutta la stampa mondiale e nell’arco di pochi mesi presero definitivamente il potere scalzando Bautista.

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Nel 1960 le corse sono tornate nuovamente a Cuba, in un circuito realizzato presso l’aeroporto militare di Columbia. Moss ancora una volta ha vinto, ma il pilota Ettore Chimeri finì fuori pista con la sua Ferrari. Dopo avere abbattuto le barriere di protezione la vettura è precipitata in un burrone compiendo un volo di oltre 150 metri con la conseguente morte del pilota a la fine di tutte la gare a Cuba, non più gradite dal regime castrista.

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Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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