Published on Settembre 3rd, 2013 | by Massimo Campi
0Un poker per sette piloti
Quando è iniziato il campionato mondiale di Formula Uno, nel 1950 c’erano già diversi tracciati fissi ed alcuni ricavati da strade cittadine su cui disputare le gare. Alcuni di loro sono tramontati per motivi legati alla sicurezza, ma ci sono quattro tracciati che sono resistiti nel tempo, pur con le necessarie modifiche dovute alla sicurezza di piloti e spettatori. I quattro tracciati sono Monza, Montecarlo, Silverstone e Spa Francorchamps, piste vere, spesso difficili da interpretare, soprattutto quelle originali, dove i veri piloti facevano, e fanno tutt’ora, quasi sempre la differenza.
Monza, il tempio della velocità, realizzato nel 1922 è uno dei primi tracciati permanenti della storia. Durante la guerra è stato un deposito militare, poi è stato ricostruito e nonostante l’aggiunta di chicane per rallentare le vetture, realizzate negli anni ’70, è ancora un tracciato dove si raggiungono alte velocità che difficilmente si realizzano in altre piste.
Montecarlo, il circuito salotto, ricavato tra le strette strade del principato, dove è quasi impossibile il sorpasso ma facilissimo sbagliare e buttare via la gara solo per un leggera toccata in un marciapiede o in una barriera.
Spa Francorchamps, velocissimo nella sua conformazione originale di 14 km, pericolosissimo quando pioveva. Nel 1970 vinse Pedro Rodriguez ad oltre 241 di media, la più alta di sempre della storia e la GPDA capitanata da Stewart decise che non si doveva più correre su questo tracciato troppo veloce, pericolosissimo soprattutto quando piove e fonte di tanti incidenti. Ritornerà nel giro mondiale negli anni ’80 con l’attuale tracciato di quasi 7 km, più moderno, sicuro, ma che rimane ancora la pista più selettiva di tutto il mondiale dove vincere ha un gusto diverso che in altri tracciati.
Infine Silverstone, ricavata da un aeroporto militare, piatto, con curve da pelo. Per ragioni televisive e di sponsor ha mutato conformazione anche questa pista, diventando più facile, anche anonima, ma vincere anche su questo storico tracciato rappresenta un valore aggiunto nel palmares di ogni pilota.
Tra i molti piloti che hanno corso in questi 63 anni di Gran Premi, solo sette possono vantare nel loro palmares un trofeo vinto su questi quattro tracciati: Nino Farina, Manuel Fangio, Alain Prost, Ayrton Senna, Michael Schumacher, David Coulthard e Lewis Hamilton.
Nino Farina, il primo campione mondiale ha vinto nel 1950 a Monza e si è ripetuto nello stesso anno a Silverstone con la potente Alfetta 158. A Montecarlo vince nl 1948, quando non era ancora nato il mondiale di F.1, mentre a Spa arriva primo nel 1951.
Manuel Fangio, cinque titoli mondiali e nove gare sui quattro circuiti. A Montecarlo vince la prima volta nel 1950 con la Alfetta 158, si ripeterà sette anni dopo, nel ’57 con la Maserati 250F quando vincerà il suo ultimo titolo mondiale. A Silverstone vince solo nel 1956, con la Ferrari D50 portando il mondiale a Maranello. Tre le vittorie a Spa Francorchamps, nel 1950 con l’Alfa, nel ’54 con la Maserati, ed infine nel 1955 con la potente Mercedes W196. Anche in terra brianzola sono tre i successi per l’argentino, il primo con la Maserati nel 1953, gli altri due con le vetture della stella a tre punte nel 1954 e ’55 con cui ha dominato vincendo i titoli mondiali.
Per trovare il resto dei piloti bisogna fare un bel salto temporale di quasi trent’anni e nel 1981 troviamo Alain Prost che inizia a conquistare la prima vittoria a Monza con la Renault Turbo. Nel 1983 ancora con la Renault vince a Spa, poi passa alla McLaren, inizialmente motorizzata con il V6 Tag Porsche, per poi continuare con i motori Honda, sia aspirati che turbo. A Monza rivince nel 1985 e nel 1989, a Spa la seconda vittoria nel 1987, a Montecarlo è poker ed inizia con la vittoria discussa del 1984 inseguito da Senna nel diluvio, per poi ripetersi nel 1985, ’86, ed ’88. A Silverstone sono cinque i successi, tre con le monoposto bianco azzurre di Ron Tennis, nel 1983, ’85 e ’89, poi arriva quella con la Ferrari nel 1990 e nel 1993 con la Williams a sospensioni attive nell’anno del suo quarto ed ultimo titolo mondiale.
Ayrton Senna è stato il re delle pole position, ma anche il dominatore assoluto di Montecarlo con ben sei successi, tutti targati McLaren, nel 1987, ’89, ’90, ’91, ’92, ’93. Ha esordito nel 1984, con la Toleman e quella famosa corsa ad inseguimento su Prost nel diluvio, dove arrivò secondo per lo stop anticipato dato da Ickx. Ma sul tracciato monegasco è anche stato protagonista del clamoroso errore del 1988 quando uscì al Portier mentre stava dominando ampiamente la gara sempre su Prost. A Silverstone vince una sola volta, nel 1988, a Monza due nel 1990 e ’92, ma anche in Brianza, nel 1988, è protagonista dell’incidente alla prima variante mentre sta doppiando Jean Louis Schlesser a due giri dalla fine, che gli costa una vittoria già ampiamente in tasca. Il brasiliano a Spa colleziona ben cinque centri, iniziando nel 1985 con la Lotus Renault, per poi continuare con quattro successi di fila nel 1988,’89,’90,’91 con la McLaren.
L’erede designato di Senna è Michael Schumacher, il pilota con più titoli mondiali e vittorie della storia, l’uomo che ha demolito ogni record soprattutto nella prima parte della sua carriera. La pista di casa del tedesco è Spa, ci ha debuttato nel 1991 con la Jordan ed un anno dopo ha colto la sua prima vittoria in carriera con la Benetton. Poi passa alla Ferrari e coglie gli altri cinque successi nel 1995,’96,’97, 2000 e 2001. A Silverstone, si rompe una gamba nell’unico vero incidente della sua lunga carriera, ma vince il Gran Premio inglese tre volte, sempre con la Ferrari, nel 1998, 2002 e 2004.
Il tedesco si trova a suo agio sia nelle piste velocissime che nel lento toboga monegasco dove coglie cinque successi, i primi due nel 1994 e ’95 con la Benetton mondiale, i rimanenti con la Ferrari nel 1997, ’99 e 2001. L’altra pista di casa è Monza, il regno della velocità e della Ferrari dove detiene il record di cinque vittorie iniziando nel 1996 per continuare nel 1998, 2000, 2003 e 2006.
Lewis Hamilton è l’unico pilota ancora in attività ad avere vinto su tutti i quattro tracciati. Nel suo primo anno, il 2008, vince a Montecarlo e Silverstone, a Spa nel 2010 ed infine a Monza nel 2012.
L’unico pilota, di questo ristretto gruppo, che non ha mai vinto un titolo mondiale è David Coulthard, ma da quando arriva in McLaren il suo palmares è di tutto rispetto. Inizia con la vittoria a Monza nel 1997, tra il 1999 ed il 2000 vince due volte a Silverstone, una a Spa ed ottiene la prima delle due a Montecarlo dove ripeterà l’impresa nel 2002.
Questi sono i magnifici sette piloti che hanno vinto sui tracciati più difficili e storici del mondiale, dimostrando di sapersi adattare a tutte le condizioni e tipologie di percorso. Mancano tanti nomi famosi e vincenti come quelli di Clark, Stewarth, Lauda, Mansell, Piquet, Hill, Moss, Ascari, Alonso, Wettel. Per alcuni di loro si tratta di semplici circostanze: Spa e Silverstone per anni sono stati sostituiti da altri tracciati come Brands Hatch, Zolder, Nivelles, mentre per i più giovani in attività c’è ancora tempo per entrare in questo ristretto gruppo.