Il Gran Premio d’Italia 1953 - Motoremotion.it


Storia

Published on Settembre 4th, 2013 | by Massimo Campi

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Il Gran Premio d’Italia 1953

 53ascariSono passati ben sessanta anni da quel lontano 1953 quando Alberto Ascari vinceva il suo secondo ed ultimo titolo mondiale ed il terzo per un pilota italiano, dopo quello conquistato da Nino Farina, ed il primo di Ascari del 1952.

Il Campionato del Mondo 1953 si corre ancora con le Formula 2. l’indiscusso numero uno della scuderia di Maranello è Alberto Ascari, ma con le Ferrari ci corrono anche Nino farina ed il giovane Mike Hawthorn. La Ferrari 500 a 4 cilindri è la vettura da battere, e ci prova Manuel Fangio con la nuova Maserati A6CGM .

1953

Sono nove gli appuntamenti mondiali della stagione. Il primo Gran Premio dell’anno si disputò in Argentina, ed Ascari si dimostrò subito in ottima forma partendo dalla pole. Al via prese subito il comando della gara segnando anche il giro più veloce ed infine vinse la corsa dopo aver doppiato tutti gli altri concorrenti. Fangio, d’altro canto, si ritirò per un guasto al propulsore tra la delusione del pubblico di casa.

Saltata da tutti i team europei la gara di Indianapolis, si giunse alla terza prova del mondiale, sul circuito di Zandvoort, in cui Ascari vinse ancora dominando la corsa dopo essere partito dalla pole, col solo Farina in grado di tenere il suo passo con l’argentino nuovamente costretto al ritiro per un cedimento del semiasse posteriore. Due settimane più tardi in Gran Premio del Belgio, a Spa. Fangio realizzò il miglior tempo nelle prove e condusse la gara insieme al compagno di squadra González fino al cedimento dei rispettivi propulsori, lasciando via libera al terzo successo consecutivo per Ascari. Ma Fangio, dopo il ritiro saliva sull’auto del compagno di squadra Claes ed iniziava una lunga rimonta, dal nono fino al terzo posto, ma all’ultimo giro subiva un terribile incidente che lo vedeva sbalzato dalla vettura, fortunatamente senza gravi conseguenze.

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In Francia Ascari partì ancora una volta dalla pole position, dopo una qualifica combattuta a colpi di record sul giro coi piloti Maserati, ma concluse la corsa, che venne vinta da Hawthorn dopo un lungo duello con Fangio, al quarto posto.

A Silverstone il milanese otteneva la quarta vittoria stagionale nel Gran Premio di Gran Bretagna la sua quarta vittoria stagionale. Al  Nürburgring Ascari prese il via dalla pole position, in gara, però, mentre si trovava nettamente al comando, dalla Ferrari si staccò la ruota anteriore destra. Ritornò faticosamente ai box e, salito sulla vettura di Villoresi, tentò la rimonta, abbassando per tre volte consecutivamente il record sul giro (scendendo di oltre tre secondi sul tempo realizzato in prova) prima di ritirarsi definitivamente per la rottura del propulsore. La vittoria andò al compagno di squadra  Nino Farina con Fangio ancora secondo. Tre settimane più tardi, in Svizzera, tornò a vincere e, nonostante fosse stato costretto ad una imprevista sosta ai box per la sostituzione delle candele al 55º giro che lo fece scalare in terza posizione, sorpassò prima Mike Hawthorn e successivamente Farina, conquistando con una gara di anticipo il suo secondo titolo mondiale.

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Quest’ultimo, però, non vide di buon occhio la vittoria di Ascari, in quanto vi era una regola non scritta all’interno della scuderia che prevedeva il congelamento delle posizioni passati i due terzi di gara. Il diverbio si risolse comunque al successivo appuntamento motoristico: la 1000 km del Nürburgring per vetture sport. I due si aggiudicarono infatti la corsa tedesca alternandosi alla guida di una Ferrari 375 MM.

L’ultima prova valida per l’assegnazione del Campionato mondiale Piloti, sul circuito di casa, ebbe un epilogo diverso da quello sperato dalle migliaia di tifosi giunti a Monza: al penultimo giro l’italiano, mentre era al comando, sbandò alla curva di Porfido, forse a causa di un doppiato, lasciando via libera all’unico successo stagionale del rivale storico Fangio.

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La stagione di Ascari ebbe comunque ottimi risultati con sei pole position, quattro giri veloci in gara e cinque successi, ma si concluse in modo inaspettato: il pilota milanese infatti, dopo quattro stagioni in Ferrari ricche di successi annunciò l’abbandono della casa modenese, corteggiato dalla nuova Scuderia Lancia. Le motivazioni che portarono alla separazione con il team di Maranello erano legate principalmente a ragioni economiche, ma anche a motivi tecnici in quanto la Ferrari non aveva in progetto nessuna nuova vettura che potesse competere con le nuove Mercedes per la stagione successiva.

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Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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