Di Carlo Baffi
Il Campione del Mondo domina sulla Red Bull riducendo ulteriormente il gap dalle McLaren, rispettivamente seconda e quinta con Norris e Piastri. Terzo è Leclerc che riporta la Ferrari sul podio precedendo il compagno Hamilton.
Sull’impegnativo Circuito delle Americhe, Max Verstappen ottiene il bottino pieno aggiudicandosi 2 pole, la Sprint Race, il Gran Premio e s’inserisce di prepotenza nella lotta iridata fra la coppia McLaren che segna il passo. Uno scenario impronosticabile fino a poche settimane fa. E pensare che l’impresa del fenomeno oranje ha pure rischiato di esser vanificata per via di un’investigazione da parte della direzione gara. A commettere l’infrazione è stato un meccanico della Red Bull numero 1 attardatosi in griglia prima del via. Una violazione del regolamento relativo alla sicurezza, che poteva costare cara e che alla fine è stata sanzionata con una multa al team di 50 mila Euro, ridotta momentaneamente alla metà a condizione che l’episodio non si ripeta. Sorpresa positiva da parte della Ferrari tornata di colpo competitiva dopo un venerdì complicato.
The Predator – Era il G.P. di Ungheria del 3 agosto scorso quando Max Verstappen reduce da un mesto 9° posto proclamava:” Per quest’anno non vinciamo più.” Parole lapidarie di un Campione deluso da una monoposto in quel momento inguaribile ed inguardabile. Dopo la pausa estiva, Max si piazzava secondo in Olanda, ma la distanza dalle McLaren restava siderale: 74 lunghezze da Norris secondo e 104 da Piastri capofila. Praticamente game over come per il mondiale costruttori; la matematica avrebbe incoronato Piastri, o Norris. Invece ecco il ribaltone che non t’aspetti. Da Zandvoort ad oggi, l’olandese ha totalizzato 101 punti contro i 57 dell’inglese ed i 37 dell’australiano, che ad Austin ne ha persi 25 in un sol colpo dall’iridato. La classifica attuale vede il gap di Max ridursi a 40 lunghezze da Oscar e 26 da Lando: questo a 5 Gran Premi dalla fine più 2 Sprint Race. Tutto è possibile, soprattutto se l’inseguitore è un essere famelico e spietato che avverte l’odore delle sue prede. Guarda caso nei giorni scorsi, Verstappen ha iniziato a punzecchiare i diretti competitors: “Voglio vincere. Ho il 50% di possibilità di conquistare il Mondiale”. E poi: “Se io fossi alla McLaren, non ci sarebbe bisogno delle papaya rules.” Della serie, se guidassi la MCL39 avrei un vantaggio maggiore del compagno di squadra. Provocazioni ad hoc per far salire la tensione prima di colpire in pista. Austin gli ha regalato la 47^ pole e la 68^ affermazione in carriera, 5^ stagionale e 4^ in Texas. Verstappen crede davvero nella rimonta e nel 5° titolo. L’ha ribadito anche ai media dopo il podio:” La possibilità c’è, dobbiamo cercare di fare dei weekend perfetti come oggi, le proveremo tutte.” E ad esaltare il suo momento magico arriva puntuale il commento del suo mentore Helmut Marko:” Max si migliora sempre, soprattutto ora che ha ripreso confidenza con la vettura. Dopo il trionfo al Nurburgring con le GT è letteralmente esploso.” E lo si vede nel modo in cui affronta le competizioni. Deciso e tranquillo dal momento che non ha nulla da perdere, gli sta andando tutto bene e si diverte un mondo, d’altronde lui vive la passione per il motorsport a 360°. Solo nella Sprint ha corso un grosso rischio, ovvero quando ha subito l’attacco di Russell, ma è stato abile ad andare largo evitando la collisione, portando così la RB21 alla vittoria. La domenica non c’è stata storia. Partito in testa, Max ha costantemente guadagnato (beneficiando della battaglia tra Leclerc e Norris che lo inseguivano) ed accumulato un margine sicuro, ha gestito la sua marcia trionfale. Ma al di là dei grandi meriti del pilota, sono sotto gli occhi di tutti i progressi della Red Bull tornata ad alti livelli. Ha letteralmente cambiato pelle dopo il licenziamento dell’ex Team Boss Christian Horner sostituito da Laurent Mekies (ex-Ferrari) arruolato in fretta e furia dalla sorella minore Racing Bulls dopo il Gran Premio di Gran Bretagna ad inizio luglio. In pochi mesi, a Milton Keynes è tornata la serenità che ha rimarginato le ferite causate dalle lotte interne sorte nella stagione passata. L’armonia è palpabile e la si evince dal gesto ripreso in mondo visione del gran consigliori Marko, con cui ha rivolto le proprie congratulazioni a tutto il pit-wall calata la bandiera a scacchi. Tornata unita, la compagine anglo-austriaca ha trovato il bandolo della matassa sotto il profilo tecnico estraendo un ulteriore potenziale dalla RB21 prontamente sfruttato da Max e pure da Yuki Tsunoda. Il nippon, 7° nella Sprint, s’è ripetuto in gara ottenendo il suo miglior piazzamento da quando ha sostituito Liam Lawson dopo soli due G.P. E se anche Yuki andasse a punti costantemente, la Red Bull può ambire ampiamente al secondo posto tra i costruttori. La graduatoria vede i “bibitari” a soli 3 punti dalla Ferrari ed a 10 dalla Mercedes.
Warning! – Austin si annunciava come un tracciato favorevole alla McLaren-Mercedes, vuoi per la conformazione e vuoi per il caldo anomalo con quasi 30° nell’aria e 45° sull’asfalto. A tutti i drivers è stato perfino consigliato di indossare il giubbotto refrigerante. Il team Campione del Mondo 2025 diretto da Zak Brown ed Andrea Stella ha invece vissuto in un fine settimana storto, mancando ancora una volta il successo (il più recente risale all’Olanda). Malgrado il secondo ed il terzo tempo nelle qualifiche sprint, la situazione è precipitata dopo lo start della “garetta”. Piastri e Norris sono entrati in contatto per un azzardo dell’australiano decollato su Hulkenberg e poi finito addosso al britannico. Uno zero imperdonabile, che ha influito anche sul programma della squadra che non ha raccolto dati importanti in funzione del set-up per qualifiche e Gran Premio. Successivamente in Q3, Norris si riscattava col secondo crono, mentre Piastri era relegato in sesta piazza. La domenica Lando è stato sopravanzato subito da Leclerc mentre “Mad Max” prendeva il largo ed ha quindi dovuto lottare caparbiamente col monegasco per assicurarsi il secondo gradino del podio. Nonostante un pit-stop lento ed una bandiera bianco/nera per i track-limits, è stato bravo a gestire le soft quando hanno iniziato a soffrire le alte temperature dovute all’aria sporca sofferta stando negli scarichi della Ferrari. Alla fine su consiglio del box, il britannico ha fatto riposare le gomme per poi portare l’attacco finale ed avere la meglio sul ferrarista al giro 51. Il posto d’onore gli permette di portarsi a 14 lunghezze da Piastri, autore di un’altra gara anonima coronata dalla 5^ posizione. Forse condizionato dall’errore commesso nella Sprint, Oscar ha guadagnato una posizione in partenza, ma poi non ha mai mostrato il ritmo per raggiungere i primi. E’ indubbio che stia attraversando un momento critico. Molto probabilmente la leadership nel mondiale sta generando un forte stress su questo 24enne al suo terzo anno nel Circus e con 65 G.P. alle spalle contro i 228 di Verstappen ed i 147 di Norris. E’ la prima volta che accarezza concretamente il sogno di laurearsi iridato e non trovarsi più al volante di una monoposto imbattibile (lo sviluppo della MCL39 s’è fermato a Silverstone per lavorare sul progetto 2026) ha sgretolato tante certezze. Gli è venuto il cosiddetto braccino corto e la sua freddezza di un tempo pare evaporata. Lo testimoniano i ripetuti errori, in primis quello di Baku quando è finito due volte contro le barriere (uno shock del quale non ha ancora smaltito le scorie?). I 37 punti ottenuti da Zandvoort in avanti sono eloquenti, solo Hamilton in crisi con la Ferrari ne ha fatti meno di lui, 33. Un’involuzione che non puoi concedere al risorto Verstappen. In questa lotta a tre, Piastri pare il più in difficoltà anche se nelle interviste ha cercato di mantenere il suo aplomb. Ha ammesso di aver vissuto il fine settimana peggiore del 2025, che però ha definito un caso isolato. Per lui urge immediatamente resettare scrollandosi di dosso incubi e fantasmi. L’occasione gli si presenterà fra meno di una settimana sul tracciato cittadino di Città del Messico, una pista in altura, con una prima curva molto insidiosa e dove Verstappen ha vinto 3 volte in 4 anni. Un compito non certo facile per Oscar, il quale non dovrà commettere ulteriori sbagli guardandosi da Max e dal compagno. Riguardo a Norris, a nostro avviso resta un’incognita. In passato, ogni qualvolta poteva sferrare il colpo del ko, ha sempre fallito. Diciamo che se Lando deve inseguire è sicuro del fatto suo, il problema spunta quando è prossimo all’obiettivo. E’ una situazione molto delicata quella che si vive in McLaren. Coi due piloti così vicini in classifica, è poco probabile che vengano imposte delle gerarchie da subito, forse le tanto citate “papaya rules” saranno aggiornate in base ai risultati del Messico. Stella ha parlato di una monoposto scivolosa, con poco grip, condizioni che non favoriscono le qualità di Oscar. L’esperto Team Principal (ex-Ferrari) rivela di aver sempre pensato ad una battaglia a tre per la corona (non ha mai escluso Verstappen), ma sottolinea che la McLaren resta padrona del proprio destino. Dice di guardare con ottimismo alle prossime 5 gare, contando di poter tirar fuori ancora qualcosa dalla MCL39. Insomma, ci troviamo di fronte ad una sfida davvero avvincente, condizionata pure da Ferrari e Mercedes che potrebbero sottrarre punti pesanti. Inizia a farsi largo l’ipotesi di uno sprint palpitante all’ultimo round di Abu Dhabi, come nel famoso 2021. Un quadro che farebbe impennare l’audience per la gioia di Liberty Media.
Boccata d’ossigeno – La Ferrari aveva siglato il suo ultimo podio a Spa, il 27 luglio scorso sempre con Charles Leclerc, terzo anche allora. E’ seguito un momento di crisi ed anche il venerdì texano non prometteva bene, con la rottura del cambio per il monegasco. Poi sulla SF-25 s’è materializzata una metamorfosi miracolosa difficile da spiegare ed il Cavallino ha ritrovato la competitività in qualifica: terzo con Leclerc e quinto con Hamilton. Gasato dalla performance, il Principino è andato all’attacco montando le soft sin dallo start a differenza dei rivali più prossimi che avevano le medie. Il maggiore grip gli ha permesso di issarsi subito dietro a Verstappen e grazie alla sua classe ha respinto con maestria l’arrembaggio di Norris fino al passaggio 21. Prima della sosta, ha pure dovuto guardarsi da Hamilton, che con le medie meno usurate l’ha attaccato venendo respinto. Il monegasco ha affrontato il secondo stint con la mescola media cercando di resistere nuovamente a Norris, che sebbene dotato delle soft ha avuto la meglio sudandosela non poco. Charles conquista il suo sesto podio stagionale (quelli della Rossa portano tutti la sua firma) sul tracciato che aveva salutato il suo ultimo successo un anno fa. Quanto tempo è già passato… Lewis Hamilton è terminato quarto ad oltre 28” dal vincitore dopo esser passato dalle gialle alle rosse. La sua è stata una corsa solida in cui dopo aver passato Russell al via, ha sempre tenuto la quarta piazza. I suoi punti si sommano a quelli di Leclerc e consentono alla Ferrari di riavvicinare la Mercedes che la precede di 7 punti, ma contemporaneamente deve guardarsi dal ritorno della Red Bull ormai vicinissima. Il bilancio americano è incoraggiante in vista della volata per lo status di seconda forza e fa bene ad un ambiente sotto pressione. Un compiaciuto Frederic Vasseur, che venerdì ha riscosso ufficialmente la fiducia del Presidente John Elkann (per la cronaca era stato confermato il 31 luglio scorso), ha elogiato il lavoro del team ed ai microfoni degli inviati di Sky ha replicato ai rumors recentissimi che paventavano un possibile arrivo di Horner sul ponte di comando. “Credo che la situazione fosse chiara prima e adesso. A volte – ha sentenziato il Team Principal – è difficile da gestire, anche per mettere la calma all’interno del team, perché è una sorta di distrazione, però penso che ora il messaggio sia stato molto chiaro da parte del Presidente e noi ci dobbiamo concentrare sulle prossime cinque gare per concludere al secondo posto”. Presente nel box Ferrari anche l’Amministratore Delegato Benedetto Vigna che ha espresso la sua soddisfazione:” E’ stata una bella gara ed ho visto un gran spirito. Ci voleva. Il podio è l’ottimo coronamento del tanto lavoro svolto dalla squadra.” Speriamo che questa fiducia risollevi il clan di Maranello, anche in vista del prossimo campionato dove è vietato sbagliare di nuovo.
Up & down – Reduce dalla vittoria di George Russell a Singapore, la Mercedes era attesa ad una conferma del salto di qualità, invece è apparsa col fiato corto e non è andata oltre la sesta piazza del britannico scattato quarto. E’ andata peggio ad Andrea Kimi Antonelli che dopo essersi qualificato settimo stava procedendo con un buon passo dietro a Russell, quando al 7° dei 56 giri previsti è stato speronato da un imbizzarrito Carlos Sainz in curva 15 (una fase di gara persa dalla regia, colpevole di aver preferito riproporre il replay dello start). E’ difficile capacitarsi di un’azione simile quando a commetterla è un pilota esperto, sbarcato in F.1 nel lontano 2015. Fra l’altro al madrileno gli va riconosciuto un plauso per il terzo posto nella Sprint. Tornando al tamponamento, riteniamo giusta la decisione dei commissari che l’hanno punito con l’arretramento di 5 posizioni da scontare in griglia a Mexico City. D’accordo, Carlos ci ha smenato di più ritirandosi, ma resta il fatto che ha rovinato il weekend del bolognese, il quale rimasto fortunatamente in pista, ha rimontato dal fondo finendo 13° e siglando il giro più veloce. Un vero peccato per il rookie fresco del rinnovo del contratto, come Russell, che lascia gli Usa con il solo punto racimolato nella Sprint.
Top-ten – Da rilevare le prestazioni di Nico Hulkenberg, Oliver Bearman e Fernando Alonso, finiti a punti rispettivamente in 8^, 9^ e 10^ posizione. Il tedesco della Sauber scattava 11° e l’esser terminato ottavo lo riscatta dall’amarezza della garetta in cui è finito subito fuori dopo esser partito quarto, perché coinvolto nel patatrac innescato da Piastri. Per di più s’è anche sorbito le forti critiche di Zak Brown che in un secondo tempo s’è ricreduto facendo marcia indietro. Bearman, qualificatosi 8°, ha arpionato 2 punti con la sua Haas-Ferrari malgrado un’azione alquanto imprudente nel superare Tsunoda in cui è finito in testacoda ed è riuscito a proseguire. Infine Alonso, che sfoderando l’inesauribile grinta, ha mantenuto la posizione di partenza remando su un’Aston Martin poco efficace.
Immagini Pirellipress
Ordine d’arrivo:
1° – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 56 giri
2° – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 7″959
3° – Charles Leclerc (Ferrari) – 15″373
4° – Lewis Hamilton (Ferrari) – 28″536
5° – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 29″678
6° – George Russell (Mercedes) – 33″456
7° – Yuki Tsunoda (Red Bull-Honda) – 52″714
8° – Nico Hulkenberg (Sauber-Ferrari) – 57″249
9° – Oliver Bearman (Haas-Ferrari) – 1’04″722
10° – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1’10″001
11° – Liam Lawson (Racing Bulls-Honda) – 1’13″209
12° – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1’14″778
13° – Andrea Kimi Antonelli (Mercedes) – 1’15″746
14° – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1’20″000
15° – Esteban Ocon (Haas-Ferrari) – 1’23″043
16° – Isack Hadjar (Racing Bulls-Honda) – 1’32″807
17° – Franco Colapinto (Alpine-Renault) – 1 giro
18° – Gabriel Bortoleto (Sauber-Ferrari) – 1 giro
19° – Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1 giro
Ritirato:
Carlos Sainz (Williams-Mercedes)
Classifica piloti:
1° Piastri 346 – 2° Norris 332 – 3° Verstappen 306 – 4° Russell 252 – 5° Leclerc 192 – 6° Hamilton 142 – 7° Antonelli 89 – 8° Albon 73 – 9° Hulkenberg 41 – 10° Hadjar 39 – 11° Sainz 38 – 12° Alonso 37 – 13.Stroll 32 – 14° Lawson 30 – 15.Ocon, Tsunoda 28 – 17° Gasly, Bearman 20 – 19° Bortoleto 18
Classifica costruttori:
1^ McLaren-Mercedes 678 – 2^ Mercedes 341- 3^ Ferrari 334 – 4^ Red Bull-Honda 331- 5^ Williams-Mercedes 111 – 6^ Racing Bulls-Honda 72 – 7^ Aston Martin-Mercedes 69 – 8^ Sauber-Ferrari 59 – 9^ Haas-Ferrari 48 – 10^ Alpine-Renault 20











