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sabato 15 Novembre 2025

F1 – La prima della Honda

Di Carlo Baffi

Nel G.P. del Messico del 1965, la casa giapponese appone il suo primo sigillo nella massima serie grazie all’exploit dell’americano Richie Ginther.

La IV^ edizione del Gran Premio messicano, ha segnato una tappa importante per la Formula Uno e per un grande marchio automobilistico, la Honda. E’ il 24 ottobre quando sul tracciato di Magdalena Mixhuca di Città del Messico (dal ’72 sarebbe stato intitolato ai fratelli Ricardo e Pedro Rodriguez prematuramente scomparsi in pista) va in scena il decimo ed ultimo round del 16° Campionato del Mondo. Situata in un parco alla periferia della capitale, la pista ha uno sviluppo di circa 5 km caratterizzati da un lungo rettilineo e da tornanti impegnativi, come la velocissima Peraltada. Altro fattore peculiare del circuito è la sua posizione in altura a circa 2.200 metri, che potrebbe influire sui propulsori. Sia il titolo piloti che quello costruttori sono già stati assegnati a Jim Clark ed alla Lotus. Un binomio formidabile salito sul tetto del mondo con tre gare d’anticipo, per la precisione dopo il G.P. di Germania del 1 agosto disputato sul temutissimo Nurburgring. Clark ha ottenuto ben sei vittorie nei primi sei round disputati; non va contato il G.P. di Monaco a cui non prese parte per essere al via nella mitica “500 Miglia di Indianapolis”, che s’aggiudicò sempre per la scuderia di Colin Chapman. Sebbene i giochi siano decisi, l’evento offre ancora notevoli spunti d’interesse, in primis c’è in palio il secondo posto tra i piloti. A giocarselo sono i due alfieri della BRM separati da soli 7 punti, parliamo di Graham Hill e della giovane rivelazione Jackie Stewart al suo esordio nel Circus e vincitore del suo primo G.P. in quel di Monza. Clark gode comunque dei favori del pronostico (su quella pista s’è imposto già nel ’62 e nel ’63), anche se potrebbero inserirsi degli outsider come le Ferrari del trio Bandini, Rodriguez e Scarfiotti. C’è poi la Honda che schiera gli statunitensi Richie Ginther e Ronnie Bucknum, sulla quale però gravano non poche incognite legate ai problemi di gioventù ed all’alimentazione. La compagine del Sol Levante è sbarcata nel Circus la stagione precedente in occasione del G.P. di Germania col modello RA271E condotto da Bucknum. Dopo i ritiri iniziali, i primi punti sono arrivati proprio nel ’65 (in Belgio ed in Olanda) conseguiti dal neo ingaggiato Ginther, classe 1930 con 5 stagioni di F.1 alle spalle divise tra Ferrari e B.R.M. Le prime prove ufficiali sono caratterizzate da numerosi incidenti. Il più serio ha coinvolto l’idolo di casa Pedro Rodriguez, che fortunatamente resta incolume dopo aver perso una ruota posteriore della sua Ferrari. Altre uscite di pista seppur lievi riguardano Bandini sull’altra Rossa ed i due drivers della Lotus, Clark e Spence. A salire subito alla ribalta è il vincitore dell’anno prima, ovvero l’americano Dan Gurney su Brabham-Climax; segna il miglior crono in 1’56”24 abbassando di un secondo il primato di 1’57”2 fatto registrare da Clark nel ‘53. Ma pure altri quattro hanno abbassato quel tempone: sono nell’ordine Ginther, Brabham sulla vettura omonima, lo stesso Clark che si migliorerà due volte ed Hill. Nelle qualifiche è Clark a prevalere girando sull’1’56”17, a seguire Gurney, Ginther, Brabham, Hill, Spence, Bandini, Stewart, Solana e Bucknam. Sulla griglia si schierano solo 17 anziché 19 monoposto, in quanto Innes Ireland ha ceduto il volante della sua Lotus a Bob Bondurant, mentre il nostro Scarfiotti ha dovuto lasciare la sua 512 a Rodriguez (piazzatosi solo 14°), la cui auto non ha potuto esser riparata in tempo dopo il botto di venerdì. E veniamo alla corsa.

In partenza Ginther è il più lesto di tutto e ben presto balza in testa davanti al poleman Clark che all’8° dei 65 giri previsti, pari a 325 km, deve alzare bandiera bianca tradito dal motore. La Honda n°11 dell’americano procede spedita si prende una ventina di metri da Spence, Stewart, Gurney, Hill, Bandini, Rodriguez e Siffert. Dopo 15 tornate il leader porta il proprio margine a 4”3 su Spence ed Hill che ha la meglio su Gurney, quest’ultimo però non demorde, dopo poco fredda il britannico e va a caccia del secondo posto. Passato il 30° giro il leader non cambia a differenza del suo inseguitore, divenuto Gurney sulla Brabham n°8 dalla 20^ tornata. Nel frattempo sono usciti di scena McLaren e Bondurant per noie meccaniche. Poco più tardi, stessa sorte anche per Stewart, Brabham ed il 23enne talento austriaco Jochen Rindt (Cooper-Climax), alla sua prima stagione completa nel Circus. Poco fortunata pure la gara di Bandini che al passaggio 33 rientra ai box con la Ferrari danneggiata nell’avantreno dopo un leggero contatto con Rodriguez. Intanto Ginther è sempre più inarrestabile spinto dal 12 cilindri made in Japan, marca il record sul giro percorso a 157,200 km di media e porta il suo vantaggio ad 8” su Gurney. Più staccati risultano Spense, Hill e Siffert. Le ultime battute sono animate dal duello a distanza tra i due americani. Dan cerca di riportarsi sul battistrada ma il suo gap si fermerà a 2”8. Nella sorpresa generale, Richie Ginther transita primo sotto la bandiera scacchi festeggiando così il suo primo successo in F.1, così come la Honda e la Goodyear, gommista ufficiale della vettura giapponese.” E’ stata una corsa molto, molto dura – confessa il vincitore – Quando Dan è passato in seconda posizione, la faccenda si è fatta difficile perché mi ha dato del filo da torcere. E’ la prima volta che vinco questa corsa e naturalmente sono felice.” Sul secondo gradino del podio sale Gurney, autore del giro più veloce in 1’55”84, che chiude davanti a Spence terzo e Siffert. Poi Bucknum ed Attwood ritardati di 1 giro, Bandini e Rodriguez di tre. Dunque solo otto monoposto al traguardo e tra queste mancano la Lotus del messicano Solana e la BRM di Graham Hill tradito dal propulsore a 9 tornate dal termine. Risultato incolore per la Ferrari, rispettivamente 7^ e 8^ con Rodriguez e Bandini. A fronte di quest’ultimo responso della pista, che segna l’epilogo del ciclo tecnico dei motori con 1500 cc di cilindrata, Graham Hill diviene vice-campione del mondo con 40 punti all’attivo contro i 33 di Stewart. Tra i costruttori, dietro alla Lotus si classificano la BRM, la Brabham e la Ferrari.

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