Di Carlo Baffi
Al nuovo pilota della Ferrari è stata dedicata la cover della celebre rivista americana.
Tra le copertine dedicate in questo periodo a Lewis Hamilton, una è speciale. E’ quella pubblicata in concomitanza con l’inizio del mondiale di F.1 da “Time”, il popolare magazine statunitense. Parliamo di una testata storica, fondata nel 1923 e divenuta un’icona della stampa internazionale, che da sempre ha dedicato i propri numeri ai personaggi più illustri della storia: politici, scienziati, artisti, meno frequenti i campioni dello sport. Di conseguenza, per un atleta, finire sulla prima pagina di questa rivista assume un’importanza particolare. Il matrimonio tra il sette volte iridato e la Ferrari continua a fare clamore, anche al di là dell’oceano dove la Rossa ha da sempre riscosso grande passione. Diffusa in rete con largo anticipo, la cover in questione ha subito destato parecchio interesse nell’ambito motoristico. “Sir Lewis” dallo sguardo serio, veste un completo bianco che contrasta con il colore nero lucente di uno stallone rampante alle spalle: due figure che si amalgamano con lo sfondo scuro.
Un’immagine elegante e di effetto che ben si sposa col titolo “Horse power”. E’ il prodotto di un servizio realizzato in uno studio fotografico londinese, insieme ad Aroma, il cavallo portoghese di 1.300 libbre apparso in alcuni lungometraggi e spot pubblicitari. Per “Hammertime” si tratta del secondo numero su Time, il primo risale al dicembre 2016, titolato “Speed Racer”, quando era in forza alla Mercedes. Allora era il fenomeno indiscusso del Circus, forte dei suoi 4 titoli, di cui 3 ottenuti sulla Freccia d’Argento. Ne sarebbero arrivati altri ed avrebbe eguagliato il record di 7 come un mostro sacro di nome Michael Schumacher. Il “Kaiser” di Kerpen finì sul numero di Time nel settembre del 2001. Era nel pieno del dominio con la Ferrari ed aveva appena messo le mani sulla sua quarta corona (con 4 gare d’anticipo) dopo il successo nel Gran Premio di Ungheria. Lo scatto in bianco e nero ritraeva il teutonico in tenuta da lavoro ed era sovrastato da due parole emblematiche “The best”, ovviamente in rosso. Pure Schumi era alla sua seconda apparizione sul magazine. Sette anni prima era stato immortalato in azione sulla sua Benetton con l’effetto panning, al fine di trasmettere il senso della velocità per enfatizzare il titolo: “The Kid is fast”. La data era quella del 7 novembre 1994 e dopo una settimana, Schumi si sarebbe laureato campione del mondo nell’ ultimo round stagionale in Australia, sul cittadino di Adelaide complice un contatto con il diretto rivale Damon Hill. Michael aveva 25 anni ed aveva ereditato lo scettro di Re del Circus dal compianto Ayrton Senna, scomparso pochi mesi prima ad Imola in un cruento incidente. Una tragedia a cui Time non rimase insensibile, tanto che nei giorni successivi pubblicò un numero titolandolo “The last lap”, l’ultimo giro. Anni prima “The Magic” era stato eletto dal magazine “Man of the year”, abbozzava un sorriso, vestiva la tuta rossa della McLaren (la scuderia con cui ha vinto tre mondiali), aveva una mano sull’immancabile casco giallo decorato con le strisce orizzontali verdi e blu della bandiera del suo Brasile. Prima del grande Senna fu la volta di Gilles Villeneuve, il campione di emozioni ripreso mentre si trovava nell’abitacolo della Ferrari Turbo 126CK, col fatidico numero 27. Era il 31 agosto 1981, il soggetto era la Formula Uno e non solo il canadese, reduce da due memorabili vittorie a Monte Carlo ed in Spagna. Ma il primo pilota della massima formula ad essere consacrato dal quattordicinale newyorkese fu Jim Clark. Un mostro sacro del motorsport degli anni ’60, che divenne popolare negli States trionfando nella 500 Miglia di Indianapolis del ‘65. Già popolare nel vecchio continente, lo scozzese s’impose al volante della Lotus 38, la prima monoposto con motore posteriore a vincere sul noto catino dell’Indiana. Un successo non solo per la scuderia inglese di Colin Chapman, bensì pure per il motorista americano Ford. L’impresa di quel 31 maggio venne esaltata da Time con la cover del 9 luglio in cui lo scozzese fu raffigurato attraverso un’illustrazione che lo ritraeva al volante, ma senza casco e gli occhialoni calati sotto il volto. In alto a sinistra compariva la scritta “The quickest man on wheels”, scritto all’interno di uno spazio bianco obliquo. Frase azzeccatissima, perché in quella stagione “Big Jim” avrebbe conquistato la sua seconda iride con la Lotus, siglando 6 successi in 10 Gran Premi in calendario. Ma torniamo ai tempi moderni. Prima dell’attuale numero su Hamilton, nel novembre 2023 fu la volta del nuovo astro nascente del Circus, Max Verstappen. Il giovane olandese che a soli 17 anni e 3 giorni esordì in Formula Uno sulla Toro Rosso nel 2015, era fresco del suo terzo mondiale consecutivo al volante della formidabile Red Bull con la quale aveva detronizzato Hamilton due stagioni prima e avrebbe poi fatto poker nel 2024. Un ruolino di marcia inarrestabile, proprio come il titolo “Unstoppable”.