L’analisi di Carlo Baffi
L’inglese autore di un fine settimana perfetto, regala al team di Woking il titolo costruttori che mancava da 26 anni. La Ferrari, chiamata ad una missione impossibile, ha chiuso seconda e terza con Sainz e Leclerc, partito 19°.
Il 16° Gran Premio di Abu Dhabi era tutto incentrato sulla sfida McLaren-Ferrari per il mondiale costruttori. Se all’inizio l’esito appariva quasi scontato a favore dei britannici, dopo lo start il quadro per il team anglo-tedesco s’è complicato complice lo speronamento subito da Piastri ad opera di Verstappen. C’ha pensato però Norris a tenere la barra dritta e condurre la nave in porto vittoriosa. La Ferrari ha fatto tutto il possibile e francamente gli va dato atto che ha chiuso questo campionato in crescendo.
Batticuore – Aveva 21 punti di vantaggio in classifica sulla Ferrari ed aveva monopolizzato la prima fila. Credenziali secondo cui il titolo costruttori poteva solo perderlo da sola. Ebbene, la McLaren ha trascorso tutti i 58 giri in tensione, dal momento che ha perso Oscar Piastri dopo il via alla prima curva, per l’incontro ravvicinato con Verstappen. Da quel momento la responsabilità è finita tutta sulle spalle di Lando Norris, che dopo l’ottimo spunto in partenza ha preso la testa e non l’ha più mollata. Il 25enne inglese è stato ripetutamente criticato per le sue fragilità mentali palesate nella sfida per il titolo lanciata a Verstappen. I suoi tanti errori gli sono stati fatali, tali da attribuirgli l’impietoso ruolo di eterno perdente. Invece, come per miracolo, a Yas Marina è stato determinante ed ha portato la McLaren sul tetto del mondo. Bravo Lando, sei stato grande! E chissà che proprio in virtù di questo risultato non sia avvenuto quel tanto auspicato “switch”, che lo trasformerà in un pilota maturo degno dei suoi colpi di classe. Davanti ai media, Lando ha ringraziato e la squadra e s’è spinto oltre:” L’obiettivo del 2025 è vincere. In questa stagione ho imparato tanto da Max e dagli avversari.” Decisamente in salita la domenica di Piastri condizionata dall’urto iniziale. Eloquente il suo commento via radio:” Questo è lo stile del campione del mondo”. L’australiano s’è preso però anche un penalty di 10” per la toccata a Colapinto ed ulteriormente retrocesso ha potuto contribuire solo marginalmente nell’offensiva contro la Ferrari. Alla fine è risultato decimo, ma il suo rendimento al di sotto delle attese negli ultimi G.P. deve far riflettere. Critiche a parte, è doveroso rendere omaggio ad uno degli artefici della rinascita della scuderia di Woking. E’ un italiano di 53 anni, arriva da Orvieto, è stato per anni in forza alla Ferrari e porta il nome di Andrea Stella. Approdato in McLaren nel 2015, di strada ne ha fatta tanta e dal 2022 ricopre il ruolo di team principal. Insieme all’amministratore delegato Zak Brown, con cui si trova in grande sintonia, governa la squadra. Il successo raggiunto ad Abu Dhabi lo ripaga della delusione patita 12 anni prima, quando proprio su quella pista vide sfumare il titolo mondiale di Fernando Alonso, suo driver al volante della Rossa. Dopo oltre un decennio, il destino l’ha messo di fronte al Cavallino ed ha fatto centro. “Abbiamo investito sulle persone – ha spiegato Stella – creando una mentalità vincente ed una resilienza emotiva. Per fare ciò occorre avere una scorza dura. In quest’ultimo appuntamento siamo riusciti a restare calmi e freddi, soprattutto dopo curva 1. Nell’ultimo pit-stop di Norris, ci giocavamo la stagione e nonostante il momento delicato siamo stati velocissimi.” La McLaren si candida ovviamente ad essere protagonista nel prossimo campionato in cui punterà alla leadership sul fronte piloti. L’ultima corona risale al 2008 ed a vincerla fu Lewis Hamilton.
Vice Campioni! – Il team principal Frederic Vasseur aveva giurato che la Ferrari avrebbe lottato per il “costruttori” sino all’ultimo tornante e così è stato. Malgrado le traversie che si sono abbattute su Charles Leclerc, il Cavallino ha braccato la McLaren di Norris per tutto il Gran Premio e solo la bandiera a scacchi ha sancito la sua sconfitta del tutto onorevole, a sole 14 lunghezze dal team papaya. Se solo pensiamo a come la Rossa era messa nella parte centrale del Campionato, l’esser riuscita a contendere il titolo sino all’ultimo round alla monoposto di riferimento è da considerarsi un grande risultato, anche in ottica 2025. La gestione Vasseur, al suo secondo anno di vita, ha messo in bacheca 5 vittorie contro la sola del 2023 ed ha permesso alla Scuderia di salire a seconda da terza. Numeri che confermano il gran lavoro del manager transalpino svolto con determinazione e che punta a raccogliere ulteriori frutti nella prossima stagione quando accanto a Leclerc ci sarà il sette volte iridato Lewis Hamilton. Trattasi senza dubbio della coppia più forte del Circus, ma pure quella più a rischio. Sono ben noti i bollenti spiriti del Principino, che smania dalla voglia di affermarsi definitivamente al volante della vettura di cui è un super tifoso. Il suo broncio ripreso dalle telecamere prima del podio la dicono lunga. A nostro parere avrebbe dovuto essere al settimo cielo dopo un weekend iniziato sotto i peggiori auspici: intossicazione alimentare, batteria della sua SF-24 in tilt nella PL1, sostituzione ed automatica retrocessione di dieci posizioni. Ma non era finita, perché in qualifica il monegasco s’è visto cancellare il tempo causa un track limits in Q2 che l’ha costretto a partire 19°. Chiamato a fare un miracolo, Leclerc ha affrontato la competizione con una determinazione esemplare, tant’è che dopo il primo passaggio era già ottavo. Spinto dalla sua consueta grinta ha spinto ed alla fine è salito sul podio, terzo alle spalle del compagno Sainz. Un altro risultato encomiabile che fa breccia nel cuore del popolo ferrarista. Come non ricordare i suoi capolavori su tracciati iconici come Monte Carlo e Monza? A fine gara, appena uscito dall’abitacolo ha incrociato Hamilton, i due si sono guardati negli occhi, quasi un assaggio della prossima convivenza a Maranello. Charles è ben conscio che il binomio Hamilton-Ferrari è una leggenda nella leggenda e che “Sir Lewis” punterà all’ottava corona malgrado i suoi 40 anni. Una sfida avvincente che come detto cela non pochi rischi, ovviamente a patto che i tecnici del Cavallino partoriscano un macchina competitiva. Carlos Sainz era alla sua ultima uscita con la divisa Ferrari, un rapporto iniziato nel 2021 e che gli ha regalato grandi soddisfazioni contribuendo in modo determinante al suo processo di maturazione. Per lui questo 2024 era iniziato in salita, la sua mancata riconferma l’ha invece caricato a mille ed ha dimostrato che è un driver da piani alti. A Yas Marina ha concluso secondo marcando Norris e meritandosi tutti gli onori del caso. Anch’egli è amato dal popolo del Cavallino e non a caso ha dichiarato che quando un pilota approda a Maranello, è ferrarista a vita. Ora lo attende un futuro targato Williams, un salto nel buio con una nobile decaduta i cui obiettivi non sono di certo quelli della Ferrari. Per lui sarà anno di transizione in attesa di approdare in un top-team, che francamente si merita.
Eterno arrogante – L’ultima gara targata 2024 del neo Campione del Mondo è stata decisamente opaca, conclusa al 6° posto. Beneficiato dalla penalità di Hulkenberg, Max Verstappen è scattato dalla quarta piazza e s’è avventato su Piastri con il conseguente patatrac. Sono entrambi ripartiti, ma “Mad Max” è stato punito con 10”. Lui ha scaricato la colpa sul rivale che ha respinto le accuse al mittente. Innervosito per la sanzione, ha perso la brocca dando via radio degli stupidi e degli idioti agli steward. Parole che si aggiungono alle minacce rivolte a George Russell in Qatar. Come detto più volte, sulle doti tecniche del quattro volte iridato non si discute, ma sul piano caratteriale continua a comportarsi da bulletto di quartiere. Per sua sfortuna, la lista dei suoi nemici aumenta e come dice il proverbio, chi semina vento….Il suo team principal Chris Horner l’ha difeso ancora una volta (anche perché è in debito del mondiale appena concluso) dando dell’isterico a Russell. Wolff gli ha risposto per le rime definendolo un piccolo terrier che ringhia. Insomma, un nuovo capitolo dell’eterna guerra tra Red Bull e Mercedes iniziata nel 2021. Al di là questo, ci auspichiamo che la Federazione dia un segnale forte (non limitandosi ai lavori socialmente utili), in modo che il figlio di “Joss the boss”, impari a stare a tavola. Va sempre rammentato che un campione del suo calibro diventa inevitabilmente un esempio per le giovani leve. Passiamo a Sergio Perez. Ad Abu Dhabi è calato il sipario sulla via crucis del messicano, probabilmente alla sua ultima presenza in Red Bull. Alla vigilia della corsa aveva rimarcato di avere un contatto, confidando di poter guidare ancora per Milton Keynes nel 2025. Qualificatosi col decimo tempo, è stato urtato nel mucchio selvaggio e s’è girato. Game over e malinconico ritorno ai box, questa volta esente da colpe. Tempo fa, in piena lotta iridata tra Verstappen e Norris, Helmut Marko, eminente manager dei bibitari aveva parlato in pubblico delle debolezze mentali del britannico, al punto da provocare una reazione dei vertici di Woking. Rasoiate con cui cercava di esercitare una pressione sul nemico. Beh, per restare nell’ambito psicologico, era forse meglio che “Herr Marko” pensasse maggiormente ai problemi di casa sua. In quanto a psico-drammi ha in “Checo” Perez un caso clinico, mentre sul piano dell’aggressività incontrollata, tenga sotto controllo “Mad Max”.
Titoli di coda – Ha corso il suo ultimo G.P. in Mercedes con la scritta “danke” sul casco. Una volta tagliato il traguardo, 4° davanti al compagno Russell, si è esibito in alcuni “tondi” sulla finish-line per poi inginocchiarsi al fianco della sua Freccia d’Argento accarezzandola. Foto ricordo, discorsi e celebrazioni varie, quello di Lewis Hamilton è sembrato più un addio alle competizioni che la fine di un lungo matrimonio. Intendiamoci, parliamo sempre della coppia più vincente della storia della F.1: le sei corone iridate sono la prova tangibile. Anche il team boss Toto Wolff gli ha riservato frasi toccanti a riprova che il rapporto tra i due era molto forte. A fronte di una debacle in qualifica in cui Hamilton non ha superato la Q1, Wolff s’è pure scusato per il grossolano errore strategico del team. Per dirla tutta, ci si è messa anche la cattiva sorte, con un paletto colpito dalla Haas di Magnussen ed infilatosi sotto la W15. Costretto a partire dal fondo (16°), “Hammertime” ha dato vita ad una bella rimonta che l’ha proiettato fino ai piedi del podio, beffando il compagno Russell all’ultima tornata.
Missione compiuta – Grazie alla 7^ posizione di Pierre Gasly, l’Alpine chiude il campionato sesta con 7 lunghezze di vantaggio sulla Haas. Il pilota francese è stato protagonista di un proficuo finale di stagione andando a punti in quattro degli ultimi cinque round; strepitoso il suo terzo posto in Brasile. A Yas Marina ha fatto il suo esordio l’australiano Jack Doohan, classe 2003, che ha ereditato il volante da Esteban Ocon, appiedato in anticipo. Il rookie partiva dalla 20^ piazza ed ha concluso 15°.
Disastroso – Con domenica s’è chiuso il capitolo Sauber per Valtteri Bottas e pure nel modo peggiore. Al giro 1 ha mandato in testacoda Perez beccandosi 10” di penalty ed al passaggio 32 ha centrato Magnussen arrivando lungo in frenata, dopodiché s’è ritirato. Fortunatamente.
Ordine d’Arrivo
1° – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 58 giri
2° – Carlos Sainz (Ferrari) – 5″832
3° – Charles Leclerc (Ferrari) – 31″928
4° – Lewis Hamilton (Mercedes) – 36″483
5° – George Russell (Mercedes) – 37″538
6° – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 49″847
7° – Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1’12″560
8° – Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1’15″554
9° – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1’22″373
10° – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 1’23″821
11° – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1 giro
12° – Yuki Tsunoda (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
13° – Guan Yu Zhou (Sauber-Ferrari) – 1 giro
14° – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
15° – Jack Doohan (Alpine-Renault) – 1 giro
16° – Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1 giro
Ritirati
Liam Lawson (Racing Bulls-Honda)
Valtteri Bottas (Sauber-Ferrari)
Franco Colapinto (Williams-Mercedes)
Sergio Perez (Red Bull-Honda)
Classifica Piloti
1° Verstappen 437 – 2° Norris 374 – 3° Leclerc 356 – 4° Piastri 292 – 5° Sainz 290 – 6° Russell 245 – 7° Hamilton 223 – 8° Perez 152- 9° Alonso 70 – 10° Gasly 42 – 11° Hulkenberg 41 – 12° Tsunoda 30 – 13° Stroll 24 – 14° Ocon 23 – 15° Magnussen 16 – 16° Albon, Ricciardo 12 – 18° Bearman 7 – 19° Colapinto 5 – 20° Lawson, Zhou 4
Classifica Costruttori
1^ McLaren-Mercedes 666 – 2^ Ferrari 652 – 3^ Red Bull-Honda 589 – 4^ Mercedes 468 – 5^ Aston Martin-Mercedes 94 – 6^ Alpine-Renault 65 – 7^ Haas-Ferrari 58 – 8^ Racing Bulls-Honda 46 – 9^ Williams-Mercedes 17 – 10^ Sauber-Ferrari 4