Published on Settembre 4th, 2024 | by Massimo Campi
0GP Italia nella storia: 13 settembre 2009, doppietta Brown con Barrichello e Button
di Carlo Baffi
Il leit motiv della stagione riguarda senz’alcun dubbio la Brawn GP, il team creato alla velocità della luce sulle ceneri della Honda. Artefice del miracolo, è Ross Brawn, il tecnico inglese di Manchester classe 1954, con un trascorso ricco di successi targati Benetton, Ferrari e poi passato al servizio del colosso giapponese a partire dal 2007. Questa nuova realtà prede corpo dal nulla nei primi giorni di febbraio, dopo che a dicembre 2008 la Honda aveva annunciato il proprio ritiro dalla F.1 al termine di un triennio avaro di risultati in qualità di costruttore. Erano ben lontani i fasti di un tempo, quando forniva i propulsori alla McLaren di Senna e Prost, o alla Williams di Mansell e Piquet. Quando tutto sembra perduto spunta l’uomo della provvidenza. Brawn, che in realtà agiva in gran segreto al progetto da tempo, diventa ufficialmente il nuovo proprietario dell’ex team Honda, rilevandolo per una simbolica sterlina. E’ il 6 marzo e poche ore dopo l’inedita BG001 scende in pista a Silverstone per il primo test condotto da Jenson Button, l’altro pilota è Rubens Barrichello (entrambi erano stati confermati). La grossa novità riguarda il motore, non più Honda bensì Mercedes, più facilmente adattabile al telaio rispetto a quello marchiato Ferrari, che magicamente risponde con ottime prestazioni. Ma chi sono i finanziatori del business? Brawn si limita a dire che il team vive grazie ai diritti commerciali ed ai soldi ereditati dall’ex casa madre. “Senza l’aiuto di Fota (la nuova associazione costruttori) e la Fia non ci saremmo salvati” confessa il nuovo team-owner. Se gli obiettivi iniziali sono quelli di macinare chilometri e superare i problemi di affidabilità, vengono presto fugati dai risultati dei test, che vedono quella monoposto bianca con pochissimi sponsor, sulla cui scocca spiccano due linee nere e verde fluo, svettare davanti a tutti. Performances sorprendenti che vengono confermate anche nella prima parte del mondiale in cui conquista 6 vittorie ed un 3° posto in sette appuntamenti. All’indomani del G.P. di Turchia del 7 giugno, Button è leader della classifica piloti con 61 punti e Barrichello ne ha 35, Vettel della Red Bull è terzo con 29. Tra i costruttori la Brawn GP è saldamente davanti con 39,5 lunghezze dalla Red Bull, una scuderia creata nel 2005 dal produttore della popolare bevanda energetica entrato in F.1 come sponsor e che nutre grandi ambizioni. Un margine notevole sul quale, il brutto anatroccolo diventato cigno getterà le basi per la vittoria finale. Ma al di là della scuderia-rivelazione, la stagione verrà ricordata per altre importanti novità sulle quali è d’obbligo soffermarsi. Partiamo dall’ambito tecnico, dove è avvenuta una vera e propria rivoluzione relativa a tre punti. Partiamo dalle gomme slick con il battistrada liscio investito direttamente dai flussi d’aria provenienti dal nuovo alettone anteriore più basso e largo, che fa lavorare maggiormente l’impronta a terra. L’ala posteriore è alta e stretta quindi poco influente, di conseguenza buona parte dell’efficienza aerodinamica si produce sotto il telaio, da qui la scelta di adottare da parte dei progettisti un muso più alto al fine di far affluire più aria. Ed infine c’è il Kers (Kinetic Energy Recovery System), seppure facoltativo. Trattasi di un sistema elettromeccanico (ad uso facoltativo: lo usano Toyota, Ferrari e McLaren) per il recupero dell’energia cinetica durante la frenata. Il vantaggio si traduce in 82 cavalli in più per 6-8 secondi al giro. Un surplus di potenza d’accordo, anche se la Brawn dimostrerà di essere altrettanto veloce senza questo ausilio. Il suo peso è di 35kg ed è collocato dietro al pilota. Le fiancate delle vetture risultano più voluminose per raffreddare le batterie al litio. Gli svantaggi sono rappresentati dal costo per lo sviluppo e dai problemi di sicurezza: chiedere al meccanico della Bmw Sauber che durante i test datati luglio 2008 a Jerez si prese una scossa elettrica tale da esser sbalzato a terra. Sul fronte economico, a Fom e Fia si aggiunge un terzo soggetto, la Fota (Formula One Team Association), l’associazione che raggruppa le squadre del Circus. E’ nata a Maranello il 29 luglio del 2008 ed è presieduta dal numero uno della Ferrari, Luca di Montezemolo. Una struttura che dovrebbe fare fronte comune contro il potere sportivo ed economico della F.1 contro cui si sviluppano grosse controversie (come per il budget-cap) ma in cui non mancheranno crepe. Come anticipato la Brawn domina inizialmente però già dopo il primo successo in Australia, spunta subito il primo reclamo (presentato da alcune scuderie) riguardo al doppio diffusore che a grandi linee migliorava l’aderenza con due buchi celati dalle pance aventi il compito di convogliare l’aria verso la zona contestata. Un concetto sfruttato anche dalla Toyota, che insieme alla Williams chiese lumi alla Federazione Internazionale, al contrario della Brawn. Secondo voci di corridoio, pare che ad introdurre la trovata fu uno dei membri del Technical Working Group… tale Ross Brawn, abilissimo a sfruttare una zona d’ombra del regolamento. Se inizialmente la Fia non punì la cosiddetta “banda del buco”, considerando regolare il tutto, guarda caso la soluzione fu vietata dal 2011, ma intanto la Brawn aveva fatto il vuoto. Una situazione controversa, favorita da una presa di posizione dell’allora Presidente Federale Max Mosley che usò il pugno duro nei confronti di alcuni costruttori. Un atteggiamento dettato da qualche rancore di troppo, complice il sex-gate che l’aveva visto coinvolto nel 2008 con tanto di filmato reso pubblico dal periodico inglese “News of the World” (chiuso nel 2011). Come possiamo vedere dunque gli animi erano già infuocati sin dalle prime battute del mondiale. E la Ferrari? L’inizio della F60 è disastroso col primo podio che arriva al 6° G.P. , quello di Monte Carlo dove Raikkonen giunge 3°. Ma il cammino della Rossa sarà segnato purtroppo da un brutto incidente che chiuderà anzitempo la stagione di Felipe Massa. Nel corso delle qualifiche del G.P. d’Ungheria il brasiliano viene colpito sul casco da una molla staccatosi dal posteriore della Brawn di Barrichello. Un urto terribile che fa perdere i sensi al pilota che finisce rovinosamente contro le barriere. Le immagini del volto spiritato del ferrarista che viene estratto, con la parte frontale del casco colpita fanno il giro del mondo. Felipe lamenta una commozione cerebrale e una lesione alla parte sinistra del cranio, oltre che un taglio sulla fronte, che richiede un immediato intervento chirurgico. Starà lontano dalle piste alcuni mesi, ma fortunatamente si riprenderà. Si apre quindi la caccia al suo successore che inizialmente vede in Schumacher il più accreditato, il quale però rinuncia per i postumi di un brutto incidente in moto avuto nel febbraio precedente sulla pista di Cartagena. Di conseguenza viene promosso il collaudatore Luca Badoer, ma dopo gli scarsi risultati (sempre complice una vettura molto problematica) viene sostituito da Giancarlo Fisichella proprio alla vigilia di Monza, in ballottaggio sino all’ultimo col bravo polacco Robert Kubica. L’insediamento del 36enne pilota romano, ormai a fine carriera viene reso noto giovedì 3 settembre a dieci giorni dalla corsa monzese. Fisichella si sente al settimo cielo, è riuscito a coronare il sogno di ogni pilota e per di più guiderà la Rossa nella gara di casa. “Non ho vinto il Mondiale – ammette Giancarlo – ma sono orgoglioso di quello che ho fatto in 14 anni di F.1. Se la Ferrari mi ha scelto vuol dire che qualcosa di buono ho fatto.” Fisichella, è reduce dallo splendido fine settimana del G.P. del Belgio in cui ha siglato la pole con la Force India (il suo volante sarà affidato a Vitantonio Liuzzi) ed è poi giunto alle spalle di Raikkonen suo prossimo compagno. Ma attenzione, appena terminata la corsa di Spa spunta un giallo. Inizia a diffondersi nel paddock una voce secondo la quale nel G.P. di Singapore dell’anno prima, l’incidente occorso a Nelsinho Piquet a bordo della Renault sarebbe stato architettato dai vertici del team francese per favorire la vittoria del loro pilota di punta Fernando Alonso beneficiando di una strategia studiata sull’uscita della safety car. Ebbene quella notizia, inizialmente di basso taglio, acquisterà sempre più credibilità fino a sfociare nel famoso crash-gate. Un nuovo terremoto che terrà banco nel paddock monzese e che sconvolgerà il Circus, dopo la spy-story del 2007. Produrrà sanzioni pesantissime sui diretti responsabili: Flavio Briatore e Pat Symonds, poi riabilitati. Monza accoglie la F.1 presentando i nuovi cordoli realizzati nelle prime due varianti al fine di impedire ai piloti di tagliare la pista. Il nuovo disegno presenta una gobba esterna e l’altezza massima è passata da 10 a 12 cm. In casa Ferrari si celebra l’accordo economico per 5 anni con il Banco di Santander, la banca spagnola con filiali in tutto il globo che sarà il secondo main sponsor dopo la Marlboro. Un’unione che a detta di molti è il preludio all’arrivo del due volte iridato spagnolo Alonso, ancora in forza alla Renault, ma in trattativa con Maranello da parecchio tempo. E questo apre ad una riflessione sul mercato piloti, perché dopo aver detto a Kimi Raikkonen di cercarsi un altro sedile, ora con l’infortunio di Massa (ed i dubbi sul suo futuro), si vede costretta e prendere tempo. Si parla addirittura di una terza monoposto per il 2010. Intanto il presente si chiama Fisichella. Dopo i primi test sul simulatore, è giunto il gran giorno in cui Giancarlo può salire sulla F60. Nelle libere 1 del venerdì è ottavo per poi retrocedere ultimo nella sessione pomeridiana, mentre Raikkonen passa da 10° ad 8°. Il più veloce al termine della giornata è il tedesco Adrian Sutil sulla Force India (una beffa per il neo-ferrarista capitolino) col tempo di 1’23”924. Precede le due Renault di Grosjean ed Alonso, poi la McLaren-Mercedes di Kovalainen e la Bmw di Kubica. Davanti ai taccuini, Fisichella non nasconde le difficoltà riscontrate nel la guidare la scorbutica F60, dove bisogna agire molto sui manettini piazzati sul volante (kers ed ala mobile):” … la Force India era più semplice, dovevo concentrarmi più sulla guida.” Ma comunque si dice ottimista, perché a suo avviso la macchina è da prime file, anche se ammette che deve imparare ed il tempo stringe. Al sabato rispuntano le Brawn con Barrichello e Button in 3^ fila, la pole però è appannaggio di Lewis Hamilton, il campione uscente della McLaren, che si mette dietro Sutil, Raikkonen e Kovalainen. Fisichella conferma le difficoltà del venerdì ed è solo 14°. Purtroppo per lui, è stato protagonista di una brutta uscita di strada alla Parabolica nelle libere 3 del mattino, in cui ha distrutto la Rossa contro le barriere perdendo così una buona mezz’ora per acquisire ulteriore confidenza con la macchina. Un brutto colpo al morale in vista delle qualifiche che alla fine sono andate meno peggio del previsto:” Devo ringraziare i meccanici – dice il romano – hanno fatto un lavoro eccezionale. Il cofano motore è stato fissato a 3” dalla qualifica.” E in previsione della gara:” Posso scegliere benzina e strategia, il kers mi dovrebbe permettere di partire bene e di fare subito sorpassi per precedere gli avversari in prima variante.” E siamo a domenica. L’80° Gran Premio d’Italia scatta alle 14 con Raikkonen autore di un ottimo spunto. Passa Sutil e si porta negli scarichi del capofila Hamilton. Dietro Barrichello controlla Button che a sua volta ha la meglio su Kovalainen in crisi. Il trio di testa, la cui strategia prevede due soste contro l’unica dei rivali, forza il ritmo. Al giro 15 dei 53 previsti, Hamilton effettua il pit-stop, mentre Sutil e Raikkonen si fermeranno 4 tornate dopo. Una situazione che permette alle Brawn di portarsi al comando e di procurarsi un buon margine di vantaggio forti del loro efficace passo gara. Rientreranno in pit-lane tra il 28° ed il 29° passaggio con Button prima di Barrichello, il quale torna in pista sempre da leader. E’ la svolta decisiva della corsa. Hamilton cerca di non mollare e quando dopo il 33° giro è risalito terzo dietro a Button, spinge la sua Freccia d’Argento rosicchiando terreno al connazionale. E’ l’unico obiettivo rimasto a Lewis, dato che Barrichello procede abbastanza tranquillo al comando. L’ultimo colpo di scena si verifica alla prima Curva di Lesmo e toglie definitivamente di mezzo Hamilton, il quale perde il controllo dell’auto e termina rovinosamente contro il guard-rail, consegnando la terza posizione al buon Raikkonen, protagonista di una prova concreta viste le problematiche della F60. Lewis chiederà scusa al team dicendo:” Spingevo ogni giro come se fossi in qualifica, cercavo di prendere a tutti i costi la Brawn e l’incidente è qualcosa che ci si poteva aspettare.” Con la MP4-24 ferma a bordo pista, la direzione gara fa entrare in azione la Safety Car che neutralizza di fatto le posizioni e pone fine ai giochi. Barrichello può così siglare il suo terzo trionfo nel “Tempio della Velocità”. Button è secondo e stacca Vettel in classifica, che ha concluso soltanto ottavo. Per contro Jenson ha perso due lunghezze dal compagno che rappresenta l’insidia più concreta nella lotta iridata. Sul terzo gradino del podio c’è Raikkonen che nel finale ha contenuto il ritorno di Sutil. Fisichella chiude nono (ai margini della zona punti) dopo esser partito in mezzo al gruppone ed aver rimontato cinque posizioni, del resto dopo il botto di sabato ha giustamente mirato a portare la vettura al traguardo e macinare chilometri. Raikkonen, contento per il podio è obiettivo:” Questo terzo posto è in effetti un regalo della McLaren, ma quel che conta per noi sono i punti. All’inizio se avessi avuto più spazio, forse avrei scavalcato Hamilton, ma ciò non avrebbe cambiato più tanto le sorti della gara. La realtà – prosegue il finnico – è un po’ frustrante e anche senza sbagli siamo finiti lontano dai primi due. Abbiamo tirato fuori il massimo dalla nostra macchina ed è stato bello per i nostri tifosi vederci sul podio.” Grande entusiasmo per il vincitore alla sua seconda affermazione stagionale, che durante la premiazione ha finto di scoccare una freccia da un fantomatico arco e che a 37 anni si ritrova in lizza per il mondiale. E’ a 14 punti da Button e con 4 G.P. da disputare sente di poter giocare le sue carte:” Qualsiasi cosa succeda, l’annata è già un successo. Non troppo tempo fa ero senza un lavoro, ora invece mi trovo a guidare una macchina fantastica, spinta da un motore potente e con una squadra che lavora alla grande. Tra me e Jenson sarà una lotta dura, ma corretta.” Parole che anticipano una stoccata quando parla del duello ad armi pari con Button.” Posso mostrare il vero Rubens. Non ho lasciato anzitempo la Ferrari perché in quegli anni era la vettura migliore ed ho imparato a superare i problemi e cercare di battere un campione del mondo di nome Michael, davvero un grande dietro al volante. Come ho già detto, lui forse ha più talento di me, ma se ci buttaste entrambi in una gabbia con una tigre, io forse riuscirei a uscire vivo, lui no.” Frase a cui Schumi, presente a Monza, ribatte ironicamente” Sono felice di essere ancora uno stimolo per Barrichello.” Button invece, tornato a podio dopo un digiuno di 5 gare, si mostra sereno:” Non ho mai parlato di pressione. So di essere in un’ottima situazione, guido la macchina migliore, ho 14 punti di vantaggio sul mio compagno ed ho aumentato il margine sulla Red Bull, perché non dovrei essere positivo?” Il derby targato Brawn si sarebbe risolto il 18 novembre in Brasile, penultimo round in calendario. Dopo le qualifiche più lunghe della storia, durate quasi tre ore per via di una pioggia insistente e violenta, Barrichello ottiene la pole mentre Button è disperso in 14^ posizione. In gara il vento cambierà. “Rubinho” partito bene guida la corsa fino a dieci tornate dal termine, quando dopo esser stato superato da Hamilton deve ripiegare ai box per una foratura precipitando ottavo. Da dietro Jenson rimonta e chiude quinto laureandosi campione proprio in casa del suo diretto contendente. E’ l’ennesima beffa che dovrà mandar giù il caro vecchio Rubens. Pur avendo lottato alla grande e ad armi pari con Button, ha dovuto soccombere di fronte ad una sorte che s’è sempre divertita a legnarlo. E nella graduatoria finale non risulterà nemmeno secondo perché Vettel lo supererà di sette lunghezze retrocedendolo terzo vantando 7 punti in più. La Brawn GP sarà la regina del mondiale con 18,5 lunghezze sull’emergente Red Bull e ben 101 sulla Ferrari terza. L’avventura vincente della scuderia di Ross Brawn si concluderà qui, perché a breve avrebbe mutato nuovamente pelle. L’abile tecnico e manager britannico avrebbe rivenduto la franchigia di sua proprietà e notevolmente rivalutata alla Mercedes che fece il suo ritorno in F.1 nel 2010, dopo 55 lunghi anni di assenza. Una rentrée che desterà un grande clamore, anche perché su una delle due “Frecce d’Argento” sarebbe salito Michael Schumacher, dopo un triennio di latitanza dai Gran Premi.