Published on Settembre 3rd, 2024 | by Massimo Campi
0GP Italia nella storia: 12 settembre 2004, doppietta rossa con Barrichello e Schumacher
di Carlo Baffi
In Formula Uno si vivono gli anni dello strapotere Ferrari-Schumacher. Il fuoriclasse tedesco, approdato a Maranello nel ‘96, ha conquistato il suo primo mondiale in rosso nel 2000 e da allora non s’è più fermato. Discorso analogo sul fronte costruttori col Cavallino dominatore dal 1999. La stagione 2004 è un autentico monologo di “Kaiser Schumi” che centra ben 12 primi posti nelle prime 14 gare. Quando il Circus sbarca in Italia, Schumacher è già Campione del mondo per la settima volta, s’è laureato 15 giorni prima in Belgio. Anche la Ferrari s’è riconfermata campione in anticipo, grazie alla doppietta siglata a Ferragosto in Ungheria. Stagione chiusa d’accordo, ma a Monza il popolo del Cavallino vuole celebrare i suoi eroi, soprannominati gli “Invincibili”. In preparazione al 75° Gran Premio d’Italia (15° round in calendario), hanno luogo i consueti test collettivi sullo stradale brianzolo, dove a sette giorni dalla gara irrompe l’allarme gomme. Tutto inizia nel tardo pomeriggio di giovedì 2 settembre. Schumacher sta compiendo il 96° giro della simulazione di gara, è lanciato a circa 330 km/h sul rettilineo e dopo aver superato la finish-line, la F2004 scarta improvvisamente verso destra, attraversa la pista come impazzita ed inizia a compiere alcuni testa coda prima di sbattere contro il muro che delimita l’uscita della pit-lane, dove in quell’istante stava passando la Williams-Bmw di Montoya. Il botto è così violento che dopo esser rimbalzata in pista, la Ferrari vola trasversalmente verso la parte opposta del rettifilo, travolge il cartello che indica i 150 metri alla 1^ variante per arrestarsi definitivamente contro le barriere. Il pilota resta immobile per qualche attimo, poi muove il capo, le braccia e lentamente dopo essersi slacciato le cinture esce dall’abitacolo per sdraiarsi sull’erba frastornato. Soccorso immediatamente, Michael risponde alle domande dei sanitari confermando di non aver subito lesioni, o traumi, tant’è vero che invece di recarsi al centro medico torna ai box e spiega a Montoya l’accaduto. La Ferrari è praticamente distrutta nella parte posteriore e dopo un primo esame dei tecnici della Bridgestone emerge che la causa del fuori strada riguarda lo pneumatico posteriore sinistro. Si scoprirà in seguito che si stava collaudando un set di coperture sperimentali. E nello stesso giorno anche Jarno Trulli ha subito un problema analogo con il copertone andato in pezzi mentre a 300 orari si trovava alla staccata della Roggia; bravo il pescarese a controllare la sua Renault evitando seri danni. E manco a farlo apposta, a 24ore di distanza, sempre nel tardo pomeriggio e nel medesimo punto di Michael, Olivier Panis distruggerà la sua Toyota complice il cedimento della gomma posteriore sinistra. Pure in questo caso, il francese sarà miracolosamente illeso nonostante viaggiasse a 290 km/h. Fatti gravi che si aggiungono alle forature patite a Spa, la domenica prima, da Coulthard e Montoya oltre all’incidente di Button per lo scoppio di uno pneumatico: le tre vetture in questione sono gommate Michelin. E che dire dei crash accaduti a giugno, prima a Zonta e Fisichella, poi ad Alonso e Ralf Schumacher che si procura delle microlesioni alle vertebre che gli impongono uno stop di 12 settimane. Bridgestone e Michelin vengono quindi chiamate a far luce sulle cause di questa fragilità manifestatasi sempre su piste veloci, quelle che stressano le coperture. Se dalla Michelin imputano i problemi verificatisi in Belgio ai cordoli, Hisao Suganuma, direttore tecnico della Bridgestone cerca di rassicurare in vista del G.P. escludendo il cedimento strutturale, ma fa presente che trattandosi di gomme da gara devono garantire prestazioni sempre più alte ed essere al tempo stesso leggere (quindi costruite con parti sottili):” La sicurezza è fuori discussione, ma non si possono escludere forature.” Sta di fatto che di fronte ai quesiti irrisolti, si inizia a parlare di utilizzare pneumatici più duri nel 2005. La settimana del G.P. si apre il giovedì sera, prima delle prove, dove allo stadio Brianteo si gioca la partita di calcio benefica tra nazionale piloti e comici finita 10-3. Nell’occasione viene presentata in anteprima la Fiat Stilo “Michael Schumacher”, prodotta in edizione limitata a 3.500 esemplari per celebrare la settima corona del teutonico, che in tenuta da bomber autografa il modello presente a bordo campo. Il venerdì mattina s’accendono i motori e guarda caso il più veloce al termine della giornata è ancora lui, il “Barone Rosso” (1’20”526 alla media di 258,982 km/h), che precede Kimi Raikkonen (McLaren-Mercedes) e Barrichello. Il suo casco presenta una grafica inedita che gli fascia il capo con i colori sfumati del tricolore, un doveroso omaggio all’Italia. Lo schianto dei test è ormai acqua passata, sul quale il teutonico puntualizza:” Si è trattato di una perdita di pressione della gomma che poi è esplosa, senza gravi conseguenze. Un problema che può succedere ovunque e quasi, quasi non me lo ricordo nemmeno più, tanto che già domenica scorsa sono tornato in pista al Nurburgring e sono pronto a farlo qui a Monza senza alcun problema fisico, o psicologico (alcune ore dopo l’incidente era già rientrato a casa con un volo privato). Se devo esser sincero ai fini della sicurezza generale – aggiunge l’eptacampione – mi ha preoccupato di più quanto successo a Spa. Noi della commissione piloti sappiamo cosa fare, non occorre parlarne in pubblico. In casi del genere sarebbe meglio fermare la corsa anziché limitarsi alla safety car? Ad agire in fretta, non sempre si fanno le cose più sagge.” A chi gli chiede se darà una mano al compagno di squadra a consolidare il secondo posto nel mondiale (Button è a 23 punti con 3 G.P. da disputare), risponde di si precisando:” Vedrete che ce la farà da solo. E’ importante che lui chiuda secondo, in modo che la nostra stagione sia perfetta.” Ed il brasiliano non deluderà aggiudicandosi la pole fermando il cronometro su 1’20”089 a 260,395 km/h, la più elevata media nella storia della F.1 fino a quel momento. Prestazione ottenuta con “qualifiche a giro secco” introdotte dal 2003 per vivacizzare l’interesse degli spettatori. Un format inedito che prevede due sessioni concentrate il sabato (inizialmente erano distribuite sul venerdì), la prima stabilisce l’ordine di uscita nella seconda. Ed è proprio nelle prequalifiche che Montoya è stato ancora più rapido di Rubens girando in 1’19”525 (media 262,242 km/h), beneficiando però dei serbatoi scarichi. Alle spalle di Barrichello si piazzano Montoya a 0,531 e Schumacher a 0,548 colpevole di una sbavatura alla Parabolica.” Un giro vicino alla perfezione, Monza mi carica.” dirà il poleman che odora il profuma della vittoria. Ma in questo fine settimana, il “Tempio della Velocità” non celebra solo la Ferrari, c’è anche un’altra realtà italiana salita alla ribalta nella F.3000 Internazionale, la serie monomarca che corre al fianco della F.1. Parliamo di Vitantonio Liuzzi, pugliese di 24 anni che dopo il titolo raggiunto a Spa, a Monza ha riportato la sua 7^ affermazione in 10 round, al volante della Lola B2/50 Zytec schierata dal team britannico Arden International fondato da un ex-pilota d’oltre Manica, tale Christian Horner che farà carriera negli anni a venire in F.1. L’impresa di Liuzzi ha assunto un’importanza particolare, perché il 2004 è stato l’ultimo anno della categoria, sostituita dalla GP2 Series dal 2005. Nel paddock monzese non sono mancate le polemiche di carattere economico sulla gestione del Circus. A scatenarle è il Presidente della Ferrari e della Fiat Luca di Montezemolo. A qualifiche terminate, dopo aver tracciato il bilancio della stagione meravigliosa, affronta il tema sicurezza, in particolare sulle gomme:” Noi abbiamo fatto una scelta che predilige la sicurezza rispetto alle prestazioni.” Dopodiché parte in quarta:” Stanno venendo al pettine i nodi che avevo rivelato tre anni fa. Non è possibile che questo sport stia in piedi con i protagonisti che incassano solo il 47% dei diritti tv. Non è realistico che i team prendano la stessa cifra se a Monza ci siano 3 persone o 3 miliardi. E’ stato un errore vendere l’affare F.1 a chi non era in grado di gestirlo, ad un magnate della televisione che poi è fallito (Leo Kirch, il cui gruppo andò gambe all’aria nell’aprile 2002). Così oggi ci ritroviamo con il 75% che è nelle mani delle banche. Ma quale sport è mai stato gestito da istituti finanziari? Inoltre non esiste che chi organizza si tenga in mano il 90% dei profitti, al massimo deve avere il 20. Occorre una Fia forte – dichiara il numero uno del Cavallino – che imponga regole certe ed una Lega, tipo Nba, che gestisca lo sport a vantaggio di tutti. C’è una situazione allarmante in cui vi sono scuderie che rischiano di sparire. La F.1 rischia di diventare troppo cara, tutti devono capire che un’epoca è finita. Inoltre avverto troppa distanza del pubblico.” Ed infine arriva l’ultima stoccata sulla permanenza di Imola nel calendario:” Qualcuno dimentica il ruolo del nostro Paese in F.1. Farebbe bene a consultarci prima di prendere certe decisioni.” Un vero e proprio attacco frontale a Bernie Ecclestone, il 74enne boss del Circus e della Fom che controlla i munifici introiti dei diritti televisivi, un sistema consolidato che dura quasi trent’anni. E la replica di “Mister E” non si fa attendere:” Montezemolo vuol dare l’impressione che i costruttori siano d’accordo con lui, in realtà sono tutti contro la Ferrari, perché vince troppo. La storia che vuole più soldi non è nuova e non posso risolverla qui a Monza.” Sulla questione interviene anche Flavio Briatore, responsabile della Renault:” Siamo d’accordo con Montezemolo riguardo ad una migliore redistribuzione dei guadagni. Però bisogna anche tagliare i costi e la Ferrari non è in prima linea per ridurre i giorni di test privati, molto onerosi. A mio avviso abbiamo percorso sei volte i chilometri che sarebbero necessari.” Il rapporto tra Montezemolo ed Ecclestone ha sempre vissuto di alti e bassi, d’altronde visti gli interessi in ballo è plausibile che si creino delle tensioni. Sta di fatto che dopo la sfuriata è seguito un incontro tra i due nel motorhome della Rossa, al termine del quale il manager inglese s’è detto possibilista a trovare una via d’uscita. E c’è stato pure lo spazio per un siparietto avallato da Bernie, abile a stemperare le questioni delicate con il classico humour britannico. E’ infatti spuntata nel paddock una Mini Cooper S gialla con un Cavallino Rampante raffigurato sul tettuccio bianco, donata proprio a Montezemolo per tutti i trionfi ottenuti dalla sua squadra. Una sorpresa consegnata all’ignaro Presidente della Fiat da Mario Theissen, direttore della Bmw Motorsport, che ha voluto rendere merito a Barrichello più veloce di Montoya, portacolori della Williams-Bmw. Un regalo accompagnato dalla frase:” La guidi pure, ma nel momento in cui torneremo a vincere noi ce la dovrà restituire.” Si torna a sorridere ed i pensieri di Montezemolo tornano alla corsa del giorno dopo, logicamente con la dovuta scaramanzia:” Sono felice – sentenzia il Presidentissimo – anche se preferisco festeggiare le pole della domenica sera, piuttosto che quelle del sabato.” Ed in effetti la domenica non inizia sotto i migliori auspici, causa la pioggia del mattino che bagna l’asfalto. Una variabile inattesa che induce Barrichello a partire con le Bridgestone intermedie, sebbene la pista vada asciugandosi. Allo start, la F2004 numero 2 tiene la testa, mentre “Kaiser Schumi”, con le gomme d’asciutto, va lungo in 1^ variante e si tocca con la Bar-Honda di Button alla Roggia. Morale, si ritrova 15° a 23”6 dal leader. Un inizio tanto disastroso quanto imprevedibile. “Rubinho” resta davanti per 4 giri, poi effettua il pit-stop dando via libera agli immediati inseguitori: Alonso, Button e Montoya. Ma i giochi non sono affatto chiusi, perché le tornate da percorrere sono 53, la pista è sempre più asciutta e le Ferrari forti di un rendimento costante e veloce sul passo gara, iniziano a segnare giri velocissimi. La strategia prevede 2 soste per Schumacher e ben 3 per Barrichello. Un azzardo? Forse, però al muretto c’è un mago della tattica come Ross Brawn ed ai box ci sono gli uomini in rosso, praticamente infallibili. Nel frattempo la concorrenza perde i colpi: Raikkonen è tradito dal suo V10 ed Alonso sbaglia alla Roggia ritrovandosi in sabbia al giro 41. Il giovane e promettente spagnolo scende dall’auto deluso e non risparmierà critiche ai commissari:” Se la mia auto fosse stata rossa avrei finito la gara. I commissari non solo non mi hanno spinto, come avrebbero fatto con la Ferrari, ma mi hanno costretto ad uscire dall’abitacolo.” Parole al veleno dettate dalla delusione. Prima ancora, per l’esattezza al 30° passaggio, si sono vissuti attimi di paura ai box della Minardi. Nel corso del secondo rifornimento di Gianmaria “Gimmi” Bruni, al momento di staccare il bocchettone del rifornimento è fuoriuscita della benzina finita sugli scarichi roventi della monoposto facendo divampare delle fiamme che hanno avvolto l’abitacolo. L’immediato intervento degli estintori ha scongiurato il peggio e nessuno ha riportato serie conseguenze. Bruni sarebbe potuto perfino ripartire, ma il liquido antincendio essendogli entrato nel casco gli impediva di respirare, da qui il ritiro. “Mi sono fatto dare ossigeno e cortisone, ma sto bene – dirà il pilota romano. Tuta e guanti mi hanno protetto.” Barrichello balzato nuovamente al comando continua a forzare e quando deve rientrare per la terza fermata vanta un margine di 23”3 sul secondo, ovvero Button, il quale risulta penalizzato per il set-up da bagnato che mal si addice al manto asciutto. Ed è così che “Rubinho” rientra in pista ancora primo, proprio mentre l’inglese viene sopravanzato da un indiavolato Schumi. Con le due Rosse prima e seconda, va in scena la marcia trionfale con arrivo in parata che suggella la superiorità schiacciante del Cavallino per la gioia dei 173 mila presenti. Barrichello transita primo sotto la bandiera a scacchi aggiudicandosi pure il giro più veloce in 1’21”046. Alle sue spalle giungono il Kaiser a 1”347 e Button più staccato a 10”197. A seguire Sato sulla seconda Bar-Honda, Montoya, Coulthard, Pizzonia (sua la velocità massima di 369,9 km/h raggiunta dalla sua Williams-Bmw in fondo al rettilineo delle tribune) ed il nostro Fisichella al volante della Sauber-Petronas che chiude il gruppo dei primi otto che vanno a punti. La premiazione è salutata dalla classica invasione di pista che raduna sotto il podio il popolo del Cavallino che stende l’immancabile cuore rosso gigante. Barrichello emozionatissimo confesserà:” Ho avuto più volte l’istinto di tuffarmi in quel cuore per unire la mia gioia alla loro. Volevo ringraziare i nostri tifosi, perché sono stati loro a farmi capire che ero in testa dopo la terza sosta ai box. Quando sono tornato in pista – racconta il paulista – non vedevo nessuno, né davanti né dietro, non capivo dov’ero. Urlavo via radio per avere informazioni, ma questa non funzionava, finché ho visto la gente che saltava in tribuna e gridava il mio nome. Poi, finalmente, ho sentito la voce di Ross che mi diceva che ero primo. Una sensazione incredibile. Stavo vincendo a Monza e per la seconda volta (la prima nel 2002).” I complimenti a Rubens arrivano anche da Schumi:” Non aveva molto senso attaccarlo negli ultimi passaggi. Raggiungere un avversario è una cosa, superarlo è diverso specie se ha una macchina uguale alla tua. Rubens è felice ed io con lui. Si è meritato questa vittoria e se l’è guadagnata con grandi prestazioni sia in qualifica che in gara.” Puntuali i complimenti di Montezemolo fatti giungere al team.” E’ stato qualcosa di incredibile. Piloti strepitosi, fantastica la squadra, le macchine e le gomme. Non avrei mai immaginato, dopo i primi giri che saremmo arrivati primo e secondo. Questa è la dimostrazione di quanto sia difficile vincere in Formula 1.” Comprensibilmente rassegnato Button, che ammette di aver cullato per 23 tornate il sogno di ottenere la sua prima affermazione in F.1:” Qui, nessuno poteva fermare quei due.” Il pilota britannico avrebbe concluso onorevolmente la stagione al terzo posto, staccato di 29 lunghezze da Barrichello secondo. Negli ultimi tre appuntamenti, il Cavallino avrebbe ottenuto altre due affermazioni, rispettivamente una in Cina ancora con Barrichello ed un’altra con Schumacher in Giappone. Sul fronte costruttori, alle spalle della Ferrari, la Bar-Honda sarebbe risultata la seconda forza davanti alla Renault. Il team diretto Flavio Briatore visse un finale di stagione tormentato. All’indomani del Gran Premio d’Italia in cui venne scavalcato dalla Bar-Honda, Briatore non usò mezzi termini per criticare la performance di Jarno Trulli, terminato 10°. Fu il preludio al divorzio tra la scuderia transalpina e Jarno, malgrado questi avesse trionfato qualche mese prima nel prestigioso Gran Premio di Monte Carlo. Il triste epilogo di un rapporto andato via via deteriorandosi. Al posto dell’italiano sarebbe stato ingaggiato Jacques Villeneuve che nelle ultime tre fatiche avrebbe conseguito risultati anonimi. Trulli si sarebbe poi accasato alla Toyota a partire dal 2005.