Published on Agosto 29th, 2024 | by Massimo Campi
0F1 GP del Belgio 2004 – Il settimo sigillo di Schumacher
Di Carlo Baffi
Grazie al secondo posto nel Gran Premio del Belgio 2004, il fuoriclasse tedesco della Ferrari, conquista il suo settimo titolo mondiale, quinto consecutivo con la Rossa.
E’ il 29 agosto del 2004, quando il Circus fa tappa in Belgio per disputare la 14^ tappa delle 18 in calendario. Lo scenario è suggestivo e carico di tradizione, siamo infatti a Spa-Francorchamps in una zona boschiva delle Ardenne, dove nei primi anni ‘20 è stata ricavata una pista lunga che si snoda tra saliscendi, rettilinei e curve velocissime che nascondono molte insidie. A queste si aggiungono anche quelle del meteo che variano rapidamente con pioggia, sole, nuvole basse e modificano di conseguenza le condizioni dell’asfalto. Non è un caso che Spa venga considerata l’università del motorsport. Il campionato mondiale di F.1 sta vivendo il completo dominio della Ferrari, che al termine del G.P. d’Ungheria, con 202 punti contro i 91 dell’emergente Renault ha messo le mani sul titolo marche. Sul fronte piloti, Michael Schumacher è primo a quota 120, seguito dal compagno Rubens Barrichello a 82 e da Jenson Button della Bar-Honda staccato a 65. Una dittatura rossa in attesa che la matematica consegni ufficialmente il titolo al teutonico. E proprio il G.P. del Belgio, il 700° per la Ferrari, offre a Schumacher il match-ball.
La zampata italiana – Le qualifiche hanno luogo sotto una fastidiosa pioggia intermittente che rende molto incerto il pronostico, però cogliendo il momento propizio il nostro Jarno Trulli centra al volante della sua Renault, la sua seconda pole stagionale. Un risultato importante che si aggiunge alla prestigiosa vittoria ottenuta mesi prima a Monte Carlo da dove era sempre partito dalla pole. Alle spalle del pescarese c’è la Ferrari di Schumacher il campione in carica, stretto a sandwich dalla seconda Renault, quella del giovane e quotato Fernando Alonso. A seguire Coulthard con la McLaren-Mercedes, Fisichella sulla Sauber e l’altra rossa di Barrichello.
Gara caotica – Al via Trulli è abile a mantenere il comando, mentre il teutonico, in difficoltà, viene sopravanzato da Alonso e Coulthard. Alle spalle dei primi si verifica una paurosa carambola, innescata da Webber che sulla Jaguar tampona Barrichello. Si produce un effetto domino che coinvolge parecchie vetture all’Eau Rouge e richiede l’intervento della safety-car. La neutralizzazione dura quattro dei 44 giri previsti, dopodichè si riparte con le monoposto gommate Michelin più efficaci rispetto a quelle che montano le Bridgestone. Prova ne è che Schumi, viene passato sia da Kimi Raikkonen (McLaren-Mercedes) che da Juan Pablo Montoya, qualificatisi inizialmente col 10° ed 11° tempo. La corsa prosegue offrendo altri colpi di scena, complici i numerosi incidenti (alla fine si conteranno ben 11 ritiri) che rendono necessarie altre entrate in scena della vettura di sicurezza. I concorrenti sfruttano allora la situazione per effettuare i loro pit-stop: un valzer che scombussola non poco la classifica e che nella parte finale vede Raikkonen nel ruolo di capofila. Il finnico vanta un discreto margine su Schumacher, il quale si ritrova minaccioso negli specchietti Barrichello. Michael però gestisce alla grande chiudendo secondo riconfermandosi Campione per la settima volta (le prime 2 con la Benetton e le altre 5 con la Ferrari). Certo, essendo un cannibale avrebbe preferito festeggiare la settima corona iridata salendo sul gradino più alto del podio spiccando il suo consueto salto e celebrare al meglio il suo storico traguardo sul tracciato che salutò il suo esordio in F.1 nel 1991 sulla Jordan ed il suo 1° successo sulla Benetton nel 1992. Gioco forza il “Barone Rosso” deve accontentarsi della seconda piazza dietro al finnico della McLaren.
Euforia – Al termine della premiazione, la festa si sposta intorno al motorhome del Cavallino con brindisi e canti di gioia, il più gettonato il classico “We are the champions” dei Queen. Una volta senza casco e berrettino, Michael sfoggia il suo particolare look in cui i capelli della parte sinistra sono di colore biondo chiaro. Immancabile la foto di rito attorniato da tutta la squadra con in primo piano la micidiale F2004. Accanto vi sono i due cartelli usati per le segnalazioni dal pit-wall recanti la scritta:” Michael 7 volte campione del Mondo piloti. Davanti ai media, Schumi appare tranquillo, forse è ormai abituato ad allungare la sua striscia di record e vittorie:” “Non sono abbastanza poeta – attacca – per spiegare i miei sentimenti e mi è difficile trovare le parole. Ora sono tranquillo ed intendo godermi il momento”. E poi lancia una frecciatina all’indirizzo di qualcuno:” Mi ricordo ancora quando in inverno molti dicevano che quest’anno non avrei vinto io.” Non mancano i complimenti al vincitore:” Kimi ha fatto una gara superba ed ha meritato. In più con tutte queste safety car in pista, le mie gomme, che sono ottime per la gara, ma che ci mettono un po’ ad andare in temperatura, hanno sofferto.” Ed infine c’è spazio per un rammarico più che plausibile:” Avrei preferito conquistare il mondiale, vincendo la gara.” Un’opinione condivisa anche dal Presidente Luca di Montezemolo:” Peccato non aver vinto nel giorno in cui la Ferrari ha corso il suo settecentesimo Gran Premio di Formula Uno. Ma va bene anche così – prosegue l’avvocato – così non si potrà dire che per noi è facile vincere. Comunque sia, Michael Schumacher è un campione come ce ne saranno pochi nella storia, anche futura dell’automobilismo.” Felice anche il direttore tecnico Ross Brawn, proveniente dalla Benetton insieme al progettista Rory Byrne ed al tecnico Nigel Stepney insieme a Schumacher a fine ’95:” Quello che abbiamo vinto in questi sei anni rappresenta qualcosa di incredibile.”
Il seguito – Parole che sintetizzano un ciclo fantastico che però saranno all’insaputa di Brawn una sorta di titoli di coda. Nel 2005, la Ferrari e Schumacher verranno detronizzati dalla Renault di Flavio Briatore che lancerà in orbita il 23enne Alonso. Complice una Ferrari poco competitiva, Michael dovrà inchinarsi all’iberico per il biennio 2005-06, al termine dei quali annuncerà il suo ritiro dalle competizioni. Il Cavallino celebrerà nel 2007 il titolo piloti di Raikkonen sostituto del tedesco. Successivamente, la monotonia del “pensionamento”, indurrà Schumacher a ritornare sui suoi passi e ripresentarsi ai ranghi di partenza del mondiale 2010 come alfiere della Mercedes, nata dalle ceneri dell’iridata Brawn GP gestita dall’inseparabile Ross Brawn. Un connubio che a detta dei pronostici dovrebbe fare sfracelli e permettere a Schumi di fare sua l’ottava corona. Invece la realtà sarà molto diversa. In tre anni, colpa anche di una vettura acerba, Michael salirà solo una volta sul podio, grazie al terzo posto nel G.P. d’Europa a Valencia. Un bilancio alquanto mesto che indurrà il tedesco a ritirarsi definitivamente dalle scene a fine 2012. Per uno strano gioco del destino, il suo volante verrà ereditato dal fenomeno britannico Lewis Hamilton, che tra il 2014 ed il 2020 potrà fregiarsi dell’appellativo di eptacampione come Michael.