Storia

Published on Agosto 25th, 2024 | by Massimo Campi

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GP Italia nella storia: 6 settembre 1964, la vittoria di Surtees

 

Di Carlo Baffi

Un campionato combattuto sul filo del rasoio fino all’ultimo Gran Premio, dal 10 maggio al 25 ottobre, dal G.P. di Monaco al G.P. del Messico. Una lotta che ha come prim’attori tre sudditi del Regno Unito: John Surtees, Graham Hill e Jim Clark. Le scuderie sono invece la nostra Ferrari e le due inglesi: BRM e Lotus. Monza è il terz’ultimo round in programma e risulterà determinante nella corsa al titolo. La classifica piloti vede in testa divisi da soli 2 punti rispettivamente Hill (32) e Clark (30). Surtees è più staccato a quota 19 ma conta di potersi giocare le sue chances confidando nella sua Ferrari 158, anche se a Maranello le acque sono particolarmente agitate. Ma che sta succedendo? Nella giornata di giovedì 3 settembre, a Milano s’è riunita la Commissione Sportiva Internazionale e non ha omologato il modello della Ferrari “250 Le Mans”, contravvenendo le promesse fatte dalle autorità sportive italiane al Cavallino. La reazione di Enzo Ferrari non si fa attendere. Il “Drake” dirama un comunicato ufficiale in cui dopo aver confermato la sua partecipazione al G.P. d’Italia, annuncia che la sua Scuderia rinuncerà ad ogni futura attività sportiva in Italia, perché si sente priva di quella difesa dei colori e degli interessi italiani che “doverosa da parte delle autorità preposte, è stata posposta ad ambizioni, compromessi e procedure temerarie mai attuate nei confronti di nessun costruttore e lesive del diritto di una ditta italiana.” Ma non è finita qui perché il Commendatore rassegna le dimissioni da socio dell’Automobil Club d’Italia e restituisce a G.P. concluso la tessera di concorrente italiano. Una presa di posizione durissima, che è l’apice di un contenzioso in atto da tempo tra le parti e che mette alle strette l’A.C. d’Italia, il quale dovrà agire tempestivamente per non perdere la Ferrari, anche a fronte (così si vocifera) di un’importante offerta arrivata a Maranello da parte di un grosso gruppo industriale tedesco. Che sia un bluff da parte di Ferrari, abilissimo a districarsi nelle battaglie politiche-economiche come un giocatore di poker? Possibile, ma sta di fatto che nelle stanze dei bottoni dell’automobilismo nazionale si suda freddo. E’ indubbio che si sarebbe potuto difendere con più vigore la posizione del costruttore italiano che a breve avrebbe raggiunto il numero di 100 vetture stabilito dal regolamento. Invece così non è stato. Una brutta vicenda finita su tutti i giornali e che ha pure rischiato di mettere in dubbio la presenza della Ferrari a Monza. Il Commendatore alla fine non è arrivato a tanto per rispetto del pubblico che sarà presente in massa nel Tempio della Velocità, evitando anche danni economici agli organizzatori. Ma torniamo in pista. La giornata in cui si disputa la seconda sessione di prove cronometrate è disturbata da una pioggia insistente da clima autunnale, motivo per cui la Ferrari rinuncia a schierare le moderne 12 cilindri, affidando a Surtees e Bandini le monoposto col V-8. La pista bagnata non ha infatti permesso ai tecnici di fare le debite valutazioni sul nuovo modello, rimandandole di una settimana in una tornata supplementare di test sempre sul tracciato brianzolo. Maltempo fatale anche per il 26enne debuttante Giacomo “Geki” Russo, che non ottiene il crono utile per qualificarsi al volante della sua Brabham BT11. La pole è appannaggio di Surtees col tempo di 1’37”4, davanti alla Brabham di Dan Gurney (1’38”2) ed alla BRM di Graham Hill 1’38”7. Clark è 4° (1’39”1) dopo aver preceduto McLaren (1’39”4). Si registra una grande curiosità intorno alla Honda, classificatasi decima con l’americano Ronnie Bucknum. La monoposto interamente progettata dal colosso giapponese (dal telaio al motore) ha fatto il suo esordio in F.1 nel Gran Premio di Germania e con il modello RA217E, affronta la sua seconda gara. Il 35° Gran Premio d’Italia scatta alle 15.30 sotto un cielo coperto, ma con l’asfalto asciutto. Surtees e McLaren hanno uno spunto migliore rispetto ai rivali, dolenti note invece per Graham Hill che resta fermo al palo col motore spento causa noie alla frizione. Un colpo di scena che toglie di mezzo uno dei pretendenti al titolo. Alla fine del 1° dei 78 giri previsti per una distanza pari a 448,500 km, è però Gurney a farsi sotto e balzare in testa, seguito da Surtees, McLaren e Clark. La seconda Ferrari di Bandini è più staccata e guida il gruppo che comprende Bonnier, Ginther, Brabham, Siffert ed altri. Davanti la lotta è accesissima, Surtees infila il leader alla seconda tornata, ma il quartetto resta compatto. La corsa procede ed a mettersi in evidenza è il giovane Giancarlo Baghetti sulla BRM P57 della Scuderia Centro Sud di Mimmo Dei, che all’11° passaggio si issa al 5° posto davanti a Brabham. L’australiano non ci sta, lo ripassa insieme ad Ireland, ma il milanese si riporta davanti per la grande gioia del pubblico accalcato sulle tribune. La sua cavalcata è però destinata ad esaurirsi poco dopo, quando sarà Bandini a guidare il gruppo degli inseguitori. Intanto nelle prime posizioni Surtees e Gurney allungano lasciando McLaren a 5”, che diventeranno oltre i 10 al giro 34. Nel frattempo ha alzato bandiera bianca anche Clark tradito dal motore al 27° passaggio. La battaglia tra l’americano e l’inglese si fa sempre più serrata, ma ad un certo punto ecco che il ferrarista tenta il tutto per tutto e spinge a fondo. La Brabham di Gurney accusa il colpo e quando Surtees piazza il giro record in 1’38”8 a 209,514 km/h di media, si stacca sempre più sino ad imboccare la pit-lane lamentando problemi all’alimentazione, che faranno retrocedere il coriaceo statunitense. E con McLaren a 1’09”, “Il Figlio del Vento” ha praticamente chiuso la partita. L’interesse si sposta allora sulla lotta per la terza posizione, con Ginther e Bandini ai ferri corti, dopo che Brabham s’è arreso alla 60^ tornata. Un testa a testa che si risolve solo sulla finish line dove la 158 numero 4 ha la meglio sulla BRM P261. Ireland è 5°, precedendo Spence, Siffert, Baghetti, Scarfiotti e Gurney, riuscito a vedere la bandiera a scacchi. Domenica da dimenticare per la Honda, ritiratasi dopo 12 giri per un guasto all’impianto frenante. Le due Rosse sul podio sono la testimonianza di un trionfo significativo dell’industria motoristica italiana su quella fortissima d’oltre Manica. Un’impresa salutata calorosamente dal popolo del Cavallino, che a fronte della nuova classifica in cui Surtees è terzo, a sole due lunghezze da Clark ed a quattro da Hill, realizza che il ferrarista è tornato in lizza per il mondiale. Con due appuntamenti ancora da disputare tutto è possibile ed infatti grazie ai due secondi posti guadagnati a Watkins Glen ed a Città del Messico, sarà proprio “Big John” a laurearsi Campione beffando di un solo punto Graham Hill. Dopo il G.P. messicano non mancheranno le polemiche da parte di Hill vittima di un contatto con Bandini che gli fece perdere due giri mentre duellavano per la terza piazza. Non andò meglio a Clark finito ko all’ultimo passaggio per una perdita d’olio. Con Bandini secondo staccato dal leader Gurney, il box del Cavallino diede l’ordine all’italiano di cedere la posizione a Surtees che lo seguiva, una manovra che permise così all’ex iridato delle due ruote di diventare Re anche sulle auto. I preziosi punti arpionati dai due ferraristi regalarono al Cavallino pure il Mondiale Costruttori con 3 lunghezze di margine sulla BRM ed 8 sulla Lotus. E per quanto riguarda la violenta polemica di Ferrari? Il Drake non ritornò affatto sui propri passi, ma trovandosi in piena lotta per il mondiale escogitò una trovata delle sue. Visto che le ultime due tappe si sarebbero disputate al di là dell’Oceano, decise di schierare le 158 (spinte dal 12 cilindri) con una livrea inedita. Anziché il tradizionale rosso, fu adottato il colore bianco e blu della Scuderia Nart (North American Racing Team) la compagine creata nel 1958 dall’italo-americano Luigi Chinetti che coltivando un ottimo rapporto con il Commendatore, sarebbe diventato un punto di riferimento per la diffusione del marchio Ferrari in tutto il Nord America, con ottimi risultati di mercato.

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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