Storia

Published on Agosto 18th, 2024 | by Massimo Campi

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Piste da cavalieri del rischio

 

La stori dei circuiti automobilistici nasce oltre un secolo fa, ai primi del 1900, quando le vetture impiegare nella gare erano sempre più performanti e con le loro potenze e conseguenti velocità, rappresentavano un pericolo per il pubblico che si assiepava ai bordi delle strade per vederle passere nelle gare stradali. I primi circuiti sono nati con lo scopo delle sicurezza, ma anche per dare la possibilità al pubblico di vedere passare più volte i loro beniamini in lotta per la vittoria.

Dopo le competizioni che si svolgevano tra due diverse località, come la Parigi-Rouen, e la Parigi-Bordeaux, nel 1906, nacquero la Targa Florio su un tracciato di ben 93 Miglia sulle strade siciliane e nella cittadina di Le Mans viene disputato il primo Gran Premio della storia con 32 vetture su un lunghissimo circuito di 105 km per due giorni, percorrendo in media 6 giri al giorno.

Il primo tracciato è l’ovale inglese di Brooklands nel 1907, seguito nel 1909 da quello americano di Indianapolis. Nel 1922 nasce l’Autodromo di Monza ed è rimasta la pista più antica ancora presente tra i circuiti del mondiale.

Nel corso della storia il mondiale di Formula 1 ha visto gare su molte piste, come le gare di durata. Tracciati con diverse caratteristiche e difficoltà, alcuni decisamente impegnativi che mettevano a dura prova mezzi e piloti.

Con l’avvento della televisione, e la necessità di misure di sicurezza sempre più restrittive, molti tracciati hanno avuto modifiche o sono stati abbandonati. Con l’epoca della Formula 1 sempre più televisiva c’è stato l’invasione dei cosiddetti “Tilkodromi” ovvero i tracciati disegnati dall’Architetto Hermann Tilke, amico di Bernie Ecclestone, piste spesso anonime, senza particolari difficoltà e lunghezze decisamente contenute.

Negli ultimi sette decenni sono molti i tracciati che hanno ospitato gare di validità mondiali e molti di questi sono scomparsi o trasformati in piste molte più corte e banali. È il caso di Spa Francorchamps, che, dagli originali 14,1175 Km è stato ridotto praticamente alla metà, anche se è il circuito più lungo di tutto il mondiale. La vecchia pista era nota per alcuni tratti velocissimi e molto pericolosi, ed era nato utilizzando le strade normalmente aperte al traffico che collegavano le località di Francorchamps, Malmedy e Stavelot. Era un tracciato sul quale i grandi campioni potevano fare la differenza ed è cambiato nell’attuale dal 1983, mantenendo comunque le caratteristiche che lo hanno reso un circuito tra i più celebri e spettacolari al mondo.

Il tracciato più lungo che ha ospitato un Gran Premio Mondiale è stato quello di Pescara con una lunghezza di ben 25,579 km. Nel lontano 1957 si svolse il Gran Premio di Pescara, dopo la disputa della celebre “Coppa Acerbo” che era nata prima del secondo conflitto mondiale, e vide la vittoria della Vanwall di Stirling Moss che percorse il giro più veloce a quasi 158 km/h di media.

Tra le piste più iconiche e lunghe attualmente in uso c’è ancora la Nordschleife, l’anello nord del Nurburgring di oltre 22 km dove si disputa ancora a 24 Ore ed alcune gare del campionato VLN.

Anche Monza originariamente era lunga ben 10 Km, con il tracciato stradale e quello di alta velocità, in seguito abbandonato. Le Mans è un’altra pista da veri campioni, con i suoi rettilinei, le curve impegnative, la lunghezza di oltre 13,6 Km e le difficoltà di correre con il buio della notta, magari sotto la pioggia.

Vincere su una di queste piste: Monza, Spa, Le Mans, Nurburgring, rappresenta sempre un punto di arrivo per la carriera di un campione, ed avere il proprio nome scritto nell’albo d’oro di una competizione vale sicuramente molto di più di quello conseguito su una pista anonima ed una gara senza particolari difficoltà.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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