Vetture da corsa

Published on Febbraio 20th, 2024 | by Massimo Campi

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La Lotus 20 Formula Junior di Jo Siffert

In pista con la Lotus 20 usata da Jo Siffert per vincere il titolo Europeo del 1961.

Immagini ©Massimo Campi

La Formula Junior è nata nel 1958, su una proposta del Conte Lurani. In sei stagioni ha formato molti piloti ed ha lanciato verso la F.1 ben quattro campioni del mondo. Formula Junior, già il nome la dice lunga sugli intenti di questa formula, ovvero una monoposto addestrativa per lanciare i giovani piloti, con costi adeguati, possibilmente bassi, ed una guida fortemente addestrativa. Le vetture, monoposto, devono avere un motore di 1.000 cc derivato da una vettura turismo, costi contenuti ed essere adatte a formare i giovani. Il debutto è il 25 aprile 1958 a Monza in occasione del VI° Trofeo Vigorelli con la prima gara organizzata dalla Scuderia Madunina sotto la guida di Marcello Giambertone. Dopo un paio di anni, con il dominio di vetture italiane, inizia il periodo della tecnologia inglese. Le vetture a motore posteriore realizzate da John Cooper, Colin Chapman e Ron Tauranac/Jack Brabham, invadono il mercato con un grande aumento delle prestazioni e della professionalità necessaria per gestire i mezzi.

La Lotus 20 di Formula Junior

Il genio di Colin Chapman è sempre stato riconosciuto come uno dei più importanti nella ideazione di auto da corsa. I principi che hanno sempre ispirato le sue monoposto Lotus sono quelli di leggerezza e maneggevolezza. Il Team inglese che ha debuttato nel 1952, all’inizio degli anni ’60 è tra i maggiori produttori di auto da competizione per i vari team privati. Il successo della F.Junior rappresenta un ottimo mercato commerciale e Chapman non si fa sfuggire l’occasione di entrare nel lotto dei costruttori della formula addestrativa.

La Lotus 20 succede alla precedente 18, con una costruzione molto più raffinata che prelude alle successive monoposto della casa inglese. La monoposto evidenzia chiaramente la filosofia costruttiva di Colin Chapman: un telaio leggero e una linea molto bassa e profilata, che prevede una posizione di guida con il pilota sdraiato. Il telaio è realizzato da una struttura in tubi e rivestito con una carrozzeria in fibra di vetro. Le sospensioni sono del tipo a quadrilatero, i freni sono a tamburo del tipo in alluminio alettati “Al-Fin” (Aluminium Finned). Sull’asse anteriore i freni sono integrati con il mozzo ruota, posteriormente sono entrobordo attaccati alla scatola del cambio. Tra le finezze ci sono anche la barra antirollio posteriore e ammortizzatori regolabili esternamente, caratteristiche che ne fanno una tra le monoposto più competitive del lotto. Rispetto alla progenitrice 18 la Lotus 20 presenta una sezione frontale più ridotta ed un baricentro più basso. Anche la posizione di guida è reclinata e non più seduta come sulla 18.

Il motore è il Ford Kent dell’Anglia di un litro di cilindrata, il cambio è a cinque rapporti. Il telaio della Lotus 20 servirà da base per future realizzazioni della casa inglese. La prima evoluzione è la Lotus 22 costruita nel 1962 in 77 esemplari, con i freni a disco Girling sulle quattro ruote, ed il quattro cilindri Ford Kent preparato dalla Cosworth di 1.098 cc, montato inclinato e dotato di carter secco per abbassare il centro di gravità. In seguito il telaio, sebbene modificato, viene riutilizzato su molti altri modelli della casa britannica come la Lotus 31, sviluppata nel 1964 per le gare di Formula 3, e per la Lotus 51 del 1967, prima vettura per la Formula Ford realizzata per la scuola di guida fondata in Inghilterra da Jim Russell.

Jo Siffert, lo svizzero volante e campione della F.Junior

La sua immagine è rimasta impressa negli appassionati del motorsport, una vera icona delle corse degli anni sessanta e dei primi settanta. Parliamo di Joseph Jo “Seppy” Siffert, con quel suo casco bianco e rosso, la croce svizzera disegnata sopra, gli occhiali da sole a goccia, i baffetti da gentleman ed il piede di piombo.  Jo Siffert, nasce 7 luglio 1936 a Friburgo, la passione per i motori arriva in una domenica di luglio del 1948 quando Jo va con il padre a vedere il GP di Formula 1 della Svizzera sul circuito del Bremgarthen. Inizia a correre con due ruote ed in sella alla sua Norton Siffert è diventa campione svizzero nella categoria 350cc.

Come molti piloti dell’epoca arriva ben presto il passaggio dalle due alle quattro ruote. Siffert ottiene la licenza con un corso a Monthelry e nel 1960 acquista la sua prima Formula Junior, una Stanguellini con motore Fiat 1.100. In seguito acquista una Lotus 18 per la stagione 1961 e con la nuova monoposto Seppi inizia a vincere gare.

Colin Chapman ha messo in campo la sua nuova creatura, la Lotus 20, è molto più veloce della 18, e subito dopo Montecarlo Jo Siffert vende la sua monoposto a Geki Russo per acquistare la nuova monoposto della factory inglese. Trova uno sponsor, Jo Pasquier, un pellicciaio di Friburgo, sarà lui a finanziare la Ecurie Romande del pilota svizzero ed arriva ben presto la nuova Lotus 20. Prima uscita con pole position e terzo posto in gara al GP des Frontieres a Chimay.

Continua la stagione alla guida della Lotus 20, è quarto nella Coupe de Vitesse dell’Automobile Club de Normandie di Rouen, vince a Teramo, ed è secondo a Caserta. A Reims, per la Formula Junior International Speed ​​Cup , è terzo dopo avere lottato contro Trevor Taylor e Tony Maggs, due piloti ufficiali, è secondo a Collemaggio, ma si deve ritirare a Messina. In Sicilia, ad Enna è primo, oltre a segnare il giro più veloce. Le ultime gare dell’anno si svolgono in Francia, a Cadours è ancora primo, sempre con giro più veloce in gara. A Monthlery è terzo nella Coupe du Salon e poi ha vinto la Coupe de Paris.

La stagione 1961 è finita. Con la Lotus 20, Joseph Siffert è primo nell’European Formula Junior Championship, a pari punti con Tony Maggs, pilota della Tyrrel Racing, la squadra che gestisce le vetture ufficiali della Cooper.

È stata una stagione dura, con una squadra ridotta all’osso. La Ecurie Romande di Jo Siffert è composta dal pilota, la sua compagna Yvette, i meccanici ed aiutanti Oberson e Piller che si accampano spesso in fondo alle tribune del paddock. Dormono in tenda o sul furgone cucinano le scatolette direttamente sui fornelli e spesso mangiano raccogliendo frutta sul ciglio delle strade pur di risparmiare soldi per la benzina.  Non esiste un vero titolo europeo, ma a Siffert viene assegnato il “World Junior Trophy” sempre a pari punti con Maggs.

Una monoposto facile da pilotare

La Lotus 20 di Jo Siffert è di proprietà di Mauro Coppini, un appassionato collezionista e gentleman driver che ha portato in pista la rossa monoposto della Ecurie Romande. “È una monoposto molto sincera, l’impressione è quella di averla sempre guidata. Trasmette una sensazione di guida molto positiva. Un bellissimo inserimento in curva, a cui segue una percorrenza leggera e pulita. Unico neo sono i freni, a tamburo, quasi inesistenti se si paragonano ad una monoposto della generazione successiva”.

Questa Lotus 20 è una monoposto molto importante.

“Jo Siffert è una icona del passato, degli anni d’oro del motorsport. È stato un grande pilota, ha fatto risultati importanti partendo dalla sola passione per la meccanica, sacrificando tanto, tutto pur di dare sfogo alla sua passione. Siffert viaggiava per l’Europa trainando il carrello con la monoposto, in cerca di risultati ed ingaggi per correre. Questa Lotus 20, con cui ha conquistato vittorie ed il titolo, l’aveva comprata investendo i suoi risparmi, rischiando tutto pur di emergere, una vicenda che mi ha molto colpito e che da il senso della voglia di arrivare in alto del campione svizzero. Ho trovato questa vettura su un annuncio per la vendita di vetture da corsa inglese. Mi ha subito incuriosito, ho fatto delle ricerche sulla vettura ed ho deciso che la volevo avere. È una vettura unica ed oggi sento l’onore di essere in pista con una monoposto importante nella storia delle corse”.

Marco Coppini è un appassionato gentleman driver che porta spesso in pista le sue vetture

“Mi sono approcciato al mondo delle vetture da competizioni in età matura. Le prime avventure in vari track day con macchine Gt ad alte prestazioni. Mi è sempre piaciuto girare su piste impegnative ed iconiche, come la Nordschleife, Spa Francorchamps, Imola, Mugello. Guidando su questi tracciati dove ho imparato a ricercare non tanto la performance estrema ma il piacere della armonia di pilotaggio. Con il tempo ho scoperto la bellezza di pilotaggio delle vetture storiche, con la loro semplicità di guida senza l’ausilio di tanti accessori elettronici per la tenuta di strada e lo scarico della potenza. Non cerco più la prestazione e le velocità estrema, ma le sensazioni che ti possono trasmettere le vetture con la massima velocità possibile della vettura su tracciati guidati”.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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