Formula 1

Published on Ottobre 31st, 2023 | by Massimo Campi

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GP Messico 2023: Verstappen, il nuovo Professore

 

Di Carlo Baffi

Il Campione del Mondo porta a 51 le sue vittorie in Formula Uno eguagliando il grande Alain Prost. Al volante della Red Bull domina il Gran Premio del Messico diviso in due parti, complice la sospensione della gara dopo il violento schianto della Haas di Magnussen. Il posto d’onore è appannaggio di un irriducibile Hamilton sulla Mercedes, che precede Leclerc autore della pole Ferrari. Quarto Sainz sulla seconda Rossa che scattava anch’egli dalla prima fila.

Il messaggio rivolto via radio a Max Verstappen dopo aver tagliato vittoriosamente il traguardo è stato eloquente:” Max…un altro giorno, un’altra vittoria, un altro record”. Una frase che sintetizza al meglio il momento magico che sta vivendo il fuoriclasse olandese. I 16 centri ottenuti in questo campionato, rappresentano il nuovo primato di successi stagionali per un totale di 491 punti in classifica, più del doppio di quelli guadagnati dal suo compagno Sergio Perez.

Confronti – Il quattro volte iridato Alain Prost, vinse il suo ultimo Gran Premio in Germania il 25 luglio del 1993 con 38 primavere sulle spalle. Max Verstappen ha ottenuto lo stesso numero di successi quando di anni ne ha 12 in meno. Vogliamo essere più precisi e vedere in quante stagioni di F.1 sono stati conseguiti tanti successi?  Ebbene, il “Professore” francese ha esordito nel 1980 ed è arrivato a quota 51 dopo 14 mondiali, “l’olandese volante” dopo nove. Chiaro il concetto? Qualcuno potrebbe precisare che Max abbia a disposizione un’astronave, la strepitosa Red Bull, ma pure Alain ha guidato dei missili. Ricordiamoci delle McLaren motorizzate TAG-Porsche prima e Honda poi, con cui ha ottenuto tre mondiali? E della Williams-Renault ne vogliamo parlare? Fra l’altro, tra i progettisti della FW15C c’era un certo Adrian Newey il padre dell’attuale RB19 di Verstappen. Se misuriamo il valore degli avversari, vediamo che Prost combattè contro fuoriclasse del calibro di Lauda, Senna, Piquet, Mansell ed un giovane Schumacher. Qualcuno in più rispetto ai rivali di “Mad Max”, tra i quali però svetta Lewis Hamilton: sette volte iridato, di cui sei con la Mercedes piglia tutto tra il 2014 ed il 2020. Il grande sovrano, che fu detronizzato proprio da Verstappen. Inoltri non vanno dimenticati Vettel, Alonso ed i giovani emergenti come Leclerc, Norris e Russell. Con ciò, lungi da noi stabilire chi sia il più forte tra Max ed Alain, perché ogni epoca ha il suo campione. Comunque sia, i dati di cui sopra confermano per l’ennesima volta che nel Circus si aggira un vorace predatore dall’appetito insaziabile. Sotto il podio, alla domanda di Jenson Button sui prossimi obiettivi s’è espresso con un incerto ”…mah, vedremo.” Quasi non sapesse individuarli per l’imbarazzo della scelta. Il traguardo più vicino sono i 53 trionfi di Sebastian Vettel, molto più distanti si trovano Schumacher a 91 ed Hamilton a 103, ma la carriera di “Super Max” è ancora lunga. Sul tracciato in altura (2.240 metri) di Mexico City e sotto un caldo torrido, Verstappen ha firmato un’altra corsa maiuscola contrassegnata da una partenza al fulmicotone dalla terza piazzuola, in cui ha beffato le Ferrari che occupavano la prima fila. S’è involato al comando e fermato per primo al giro 19 dei 71 previsti (passando dalle medie alle hard) per ripigliarsi la leadership 13 tornate dopo. Al botto di Magnussen, ha approfittato dell’iniziale bandiera gialla per montare altre hard per arrivare in sicurezza alla fine. Al restart da fermi dopo l’interruzione, l’orange non ha avuto alcuna esitazione scattando dalla pole. S’è presentato in testa alla prima curva ed ha nuovamente compiuto il salto nell’iperspazio per tornare ad essere inquadrato dalla regia televisiva all’ultimo passaggio, l’epilogo della sua marcia trionfale. Sul podio, con tanto di sombrero in testa, ha perfino rivolto un pensiero magnanimo al suo compagno Perez, dicendosi dispiaciuto per il ritiro. “Come è umano Lei” avrebbe commentato il ragionier Fantozzi.

Via Crucis – Per restare in casa Red Bull, ci troviamo di fronte ancora una volta ad un weekend da dimenticare per Sergio Perez: caso clinico conclamato. Nemmeno l’atmosfera di casa gli è stata d’aiuto. Per i suoi connazionali resta sempre un supereroe al punto che dopo i fischi indirizzati a Verstappen sul podio di Austin, s’è resa necessaria una campagna per calmare i messicani più focosi. Un’iniziativa riuscita in parte, perché non sono mancati i “buuu” durante la premiazione di Leclerc e pure una scazzottata tra due energumeni in tribuna dopo l’urto iniziale. E qui arrivano le dolenti note. La condizione psicologica del 33enne driver di Guadalajara è ai minimi storici e non vede alcuna luce in fondo al tunnel. Dopo le qualifiche del sabato, la pressione su di lui è salita ancora di più complice l’exploit di Ricciardo sull’AlphaTauri. Oltre alle insistenti voci di mercato che accostano i nomi di Sainz e Norris al ruolo di sostituti del messicano, si rafforza l’ipotesi di vedere Daniel come prossimo compagno di Verstappen. Non è un caso che prima del via Horner abbia esaltato l’australiano: quasi una promozione ufficiale, oltre che l’ennesima bordata tirata a Sergio. Eppure nonostante tutto il padre di “Checo”, ai microfoni di Sky, parlava della Red Bull come una famiglia ideale per il suo pargolo. Contento lui… Sta di fatto che allo spegnimento dei semafori, Perez s’è catapultato in avanti dalla terza fila emulando il suo compagno. Portatosi all’esterno ha tirato una staccatona cercando di intromettersi nella lotta fra le Ferrari e Verstappen, ma quando ha dovuto impostare la curva s’è trovato di fianco Leclerc che non poteva eclissarsi. Morale, ha centrato la SF-23 danneggiandone l’ala anteriore ed è volato per aria ricadendo nella via di fuga: fine dei giochi! Vani i tentativi di rimetterlo in pista da parte dei meccanici. Sergio ha atteso a lungo nell’abitacolo per poi farsene una ragione e presentarsi davanti ai media con le orecchie basse. “Al via ho visto uno spazio e c’ho provato. Pensavo che Leclerc fosse rimasto più in mezzo. Ho attaccato e mi è andata male. Peccato, perché ho fatto la partenza dell’anno.” Opinione condivisa pure dal suo team boss Chris Horner, che durante la gara è stato ripreso mentre consolava il suo pilota.” Ha fatto un’ottima partenza. S’è trattato di un incidente di gara. I ragazzi han cercato di rimettere in sesto la macchina, ma purtroppo non c’è stato verso”. Sta di fatto però che con lo zero rimediato e con Hamilton giunto secondo, la seconda posizione di Perez in classifica è in serio pericolo. Solo 20 punti lo separano dal britannico a tre gare dalla fine. Ed è risaputo quanto sia importante per Sergio concludere dietro a Max in ottica del rinnovo contrattuale.

Hammertime – Non partiva proprio dalla posizione migliore Lewis Hamilton, solo sesto in griglia, eppure se la Mercedes ha guadagnato punti preziosissimi in chiave Mondiale Costruttori, è grazie a lui. La Ferrari resta una concreta minaccia per il secondo posto e con entrambe le Rosse davanti in qualifica, le “Frecce d’Argento” dovevano reagire in gara. Ci ha pensato l’eptacampione, sfoderando ancora una volta la sua classe immensa. Al primo via ha saggiamente evitato i guai pur trovandosi in mezzo al mucchio selvaggio, ha proceduto quinto dietro a Ricciardo che poi ha superato al giro 11. Dopodiché ha insidiato Sainz che s’è difeso. Nella “seconda manche”, ripartendo dalla seconda fila, Lewis ha giocato la carta delle gomme medie che ha pagato. Sverniciato Leclerc, che l’ha pure accompagnato sull’erba, s’è preso il secondo posto per non mollarlo più. Anzi, all’ultima tornata ha siglato il giro più veloce in 1’21″334 arpionando il punto addizionale. Una zampata in barba a chi pensava che le sue gialle avrebbero ceduto. “Non abbiamo neanche dovuto spingere al massimo – ha commentato il britannico soddisfatto a fine G.P. – E’ un ottimo risultato, considerando che siamo partiti sesti. Sono davvero orgoglioso della squadra”. Segno che sul passo gara la Mercedes è progredita e se negli Stati Uniti non ci fosse stata la squalifica di Hamilton (2°) per il problema al pattino, godrebbe di un margine più consistente sul Cavallino. Fra pochi giorni si corre in Brasile ad Interlagos, una pista favorevole alle “Frecce Nere”, dove l’anno scorso s’impose George Russell. Attualmente, il 25 enne inglese, è un po’ il tallone d’Achille di Brackley, finendo quasi sempre dietro ad Hamilton. A Mexico City, ottavo in qualifica, ha concluso sesto freddato nel finale da Norris mentre era in difficoltà. Nella “1^ gara” è parso nervoso, lagnandosi col team reo di averlo rispedito in pista in mezzo al traffico dopo la sosta. E quando cercava di attaccare Sainz, ha più volte segnalato gli spostamenti del rivale. A sua difesa c’è una scarsa resa delle Medium, calzate al restart.

Chance sprecata – La notizia del colpaccio Ferrari col monopolio della prima fila, ha sorpreso un po’ tutti, in primis la scuderia stessa. Tant’è che Charles Leclerc ammetteva:” Non avrei mai pensato di avere la prima fila tutta Ferrari e di essere in pole oggi.” Gli faceva eco anche Carlos Sainz:” Onestamente, per tutto il fine settimana ho faticato a mettere insieme un buon giro. Il primo che ho messo insieme è stato quello della Q3 e all’improvviso ero in prima posizione. Faremo del nostro meglio.” Una situazione inaspettata, ma particolarmente gradita dal popolo del Cavallino che ha iniziato a sognare ed a chiedersi se il “Principino” alla sua terza pole del 2023 sarebbe riuscito a trasformarla in vittoria. Rispetto ad Austin, aveva al suo fianco il compagno, ma ciò rappresentava una garanzia o una minaccia? Inoltre, i due avrebbero collaborato per seminare la concorrenza, in primis la Mercedes? Dubbi che si sono sciolti nei primi metri di gara. Lo start delle SF-23 non è stato eccellente. Hanno lasciato aperto un varco sfruttato da Verstappen, il cui software di partenza ha funzionato meglio di quello made in Maranello. Inoltre complice l’effetto scia, le Rosse sono state raggiunte pure da Perez che poi ha speronato Leclerc. Malgrado i danni che hanno diminuito il carico aerodinamico, il monegasco ha proseguito tenendo il 2° posto con un ritmo costante per tutto il primo stint, percorso con le medie. Sainz terzo, riusciva a tenere a bada Hamilton, che avrebbe avuto la meglio soltanto dopo l’undercut. Con la sospensione della corsa le tattiche sono cambiate. Alla ripresa Leclerc e Sainz ripartivano con la mescola hard contro la medium delle Mercedes, una decisione da “o la va, o la spacca”, che purtroppo non ha dato i suoi frutti. Charles ha ben presto ceduto la posizione ad Hamilton. Dai box del Cavallino, confidavano in un degrado degli pneumatici di Lewis alla distanza, ma le previsioni non si sono avverate e Leclerc s’è dovuto accontentare del gradino più basso del podio: che non è affatto da buttare. Anche Carlos ha lottato respingendo le incursioni di Russell ed ha portato a casa la quarta piazza, altrettanto utile per la classifica di campionato. Sicuramente resta il rammarico per non aver capitalizzato il capolavoro delle qualifiche, ma più di tanto non si poteva fare come ha detto Charles a fine gara. “Non è stata una corsa facile – ha spiegato il monegasco – Al via sono stato stretto tra le Red bull, purtroppo io e “Checo” ci siamo toccati e ad avere la peggio è stato lui. Nella seconda parte di gara ho faticato parecchio con le Hard, ho perso terreno da Hamilton che poi, forte di un ottimo passo e di un degrado contenuto, è riuscito a rimanerci davanti. Purtroppo non abbiamo chiuso dove volevamo.” Più ottimista Sainz:” Entrambe le partenze sono state piuttosto caotiche, ma abbiamo messo in atto la strategia a una sosta che avevamo scelto già prima della bandiera rossa. In definitiva abbiamo conquistato dei buoni punti per la squadra e ora ci concentriamo sulla prossima gara in Brasile, dove ci sarà la sprint-race.” Obiettiva l’analisi del Team Principal Frederic Vasseur:” Quando parti dalla prima fila e chiudi terzo e quarto non puoi essere contento del risultato, anche se per come si sono messe le cose, abbiamo massimizzato il potenziale della nostra vettura. Sapevamo – prosegue il manager transalpino – che la partenza sarebbe stata complicata a causa del lungo rettilineo in cui la scia può avere un grande effetto e sicuramente il nostro via non è stato ideale. Nel primo stint avevamo un buon passo ma poi, come altri, abbiamo faticato alla ripartenza con le gomme Hard. Per noi sarebbe stato veramente al limite riuscire a terminare la gara con le Medie, se le avessimo montate nuovamente approfittando della sospensione.” Al netto degli errori, la Mercedes è ancora a 22 punti e Vasseur ha spronato la squadra a migliorare il passo gara vista la fatica patita con la mescola dura. E’ indubbio che i rivali stiano gestendo meglio le gomme. Prima di chiudere il capitolo Ferrari, permetteteci una riflessione sulle parole pronunciate in mondo visione da Leclerc sotto il podio, nell’arena. A fronte dei fischi, il “Principino” s’è detto dispiaciuto per il ritiro di Perez, sottolineando che non poteva andare da nessun altra parte:” Non l’ho fatto apposta, non avevo davvero spazio.” Allora: ci sta che il ferrarista abbia cercato di smorzare i toni, però la topica di “Checo” è sotto gli occhi di tutti. E se dei facinorosi contestano per sciovinismo, è bene che si rendano conto che il loro pupillo non è affatto un fulmine di guerra.

The warrior – E’ stato eletto miglior pilota della giornata, per via dei sorpassi messi a segno con abilità e freddezza. Una condotta di gara che ha consentito a Lando Norris di risalire da 17esimo a quinto. Da incorniciare l’incursione che ha messo a segno ai danni del connazionale Russell a tre passaggi dalla bandiera a scacchi. Il suo compagno Oscar Piastri invece, che s’era schierato settimo, è arrivato ottavo davanti alla Williams di Albon.

Asso pigliatutto – Chris Horner l’ha definito così sulla griglia di partenza al microfono dell’inviata di Sky. Daniel Ricciardo occupava la quarta casella nella griglia di partenza, ottenuta dopo una qualifica strepitosa su una competitiva Alpha Tauri (la sorella minore della Red Bull). Confrontatosi direttamente coi grossi calibri ha sofferto, ma ci sta e sapientemente non ha voluto strafare badando al sodo, ossia fare punti. Alla fine s’è piazzato settimo e nel finale ha pure tentato di minacciare Russell. Grazie ai 6 punti l’AlphaTauri non è più ultima, ha infatti raggiunto l’Alfa Romeo all’ottavo posto. Nella compagine diretta da Franz Tost però c’è pure un grande rammarico, perché il bottino poteva essere più ricco. Al 48° passaggio, Yuki Tsunoda, che da ultimo era risalito nella top-ten, ha sferrato un attacco a Piastri finendo fuori pista e compromettendo il gran lavoro fatto fino a quel momento. Una manovra suicida, forse spinta dalla voglia di figurare al pari di Ricciardo, che ha fatto credere al nippon di non pilotare una AT04, bensì un caccia Zero.

Nel baratro – Da tempo andiamo sostenendo che l’Aston Martin si trova alle prese con un’involuzione preoccupante, ma in Messico ha toccato il fondo. L’impressione è che il team di Silverstone sia in caduta libera ed il doppio ritiro patito domenica ne è la prova. Fernando Alonso ha abbandonato al 48° giro per noie tecniche (partiva 13°), mentre Lance Stroll (scattato dalla pit-lane) ha avuto la brillante pensata di avventarsi su Bottas cozzando contro l’Alfa Romeo. Un azzardo che l’ha mandato al tappeto a tre tornate dal termine. “Warning! Il canadese è sempre più fuori controllo.”

Fanalino di coda – Trasferta amara per la Haas-Ferrari, che oltre al 13° posto di Nico Hulkenberg, ha perso la vettura di Kevin Magnussen andata in pezzi contro le barriere nel pauroso schianto alla tornata 33, provocato dal cedimento della sospensione posteriore sinistra. Un’uscita di pista violenta che ha reso necessaria la sospensione della corsa al fine di riparare le protezioni molto danneggiate. Fortunatamente il danese è uscito incolume dall’abitacolo coi propri mezzi. La compagine americana capitanata da Gunther Steiner è ultima con 12 punti.

 

Ordine d’arrivo
1°-  Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 71 giri
2°-  Lewis Hamilton (Mercedes) – 13″875
3° – Charles Leclerc (Ferrari) – 23″124
4° – Carlos Sainz (Ferrari) – 27″154
5° – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 33″266
6° – George Russell (Mercedes) – 41″020
7° – Daniel Ricciardo (Alpha Tauri-Honda) – 41″570
8° – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 43″104
9° – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 48″573
10° – Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1’02″879
11° – Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1’06″208
12° – Yuki Tsunoda (Alpha Tauri-Honda) – 1’18″982
13° – Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1’20″309
14° – Valtteri Bottas (Alfa Romeo-Ferrari) – 1’20″597
15° – Guan Yu Zhou (Alfa Romeo-Ferrari) – 1’21″676

Ritirati
Logan Sargeant (Williams-Mercedes)
Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes)
Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes)
Kevin Magnussen (Haas-Ferrari)
Sergio Perez (Red Bull-Honda)

Classifica Piloti
1° Verstappen 491 punti – 2° Perez 240 – 3° Hamilton 220 – 4° Alonso, Sainz 183 – 6° Norris 169 – 7° Leclerc 166 – 8° Russell, 151; 9° Piastri 87 – 10° Gasly 56 – 11° Stroll 53 – 12° Ocon 45 – 13° Albon 27 – 14° Bottas 10 – 15° Hulkenberg 9 – 16° Tsunoda 8 – 17° Zhou, Ricciardo 6 – 19° Magnussen 3 – 19° Lawson 2 – 20° Sargeant 1

Classifica Costruttori
1^ Red Bull-Honda 731 punti –  2^ Mercedes 371 – 3^ Ferrari 349 – 4^ McLaren-Mercedes 256 – 5° Aston Martin-Mercedes 236 – 6^ Alpine-Renault 101 – 7^ Williams-Mercedes 28 – 8^ Alfa Romeo-Ferrari, Alpha Tauri 16 – 10^ Haas-Ferrari 12

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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