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martedì 18 Marzo 2025

Ferruccio Lamborghini: solo un decennio al timone della sua azienda

 

Ferruccio Elio Arturo Lamborghini nasce il 28 aprile 1916 a Renazzo, frazione del comune di Cento, in provincia di Ferrara. La data di nascita è sotto il segno zodiacale del toro, un dettaglio che diventerà molto importante, poiché verrà adottato come simbolo per i suoi trattori ed in seguito per Lamborghini Automobili.

Ferruccio è il classico figlio della sua terra, determinato, caparbio, con la voglia di fare e di avere successo. Lamborghini fa tutto in fretta: lavora frequentando i corsi delle scuole elementari e poi si specializza in tecnologia industriale, spinto dalla passione per i motori che lo porta in un’azienda che revisiona veicoli da guerra. Scoppia la Seconda Guerra Mondiale, Lamborghini diventa un tecnico riparatore di veicoli presso una base militare di Rodi e quando vengono deposte le armi ed inizia la rinascita dell’Italia Lamborghini si impegna nella meccanizzazione dell’agricoltura. Acquista veicoli da guerra sopravvissuti al campo di battaglia e li trasforma in macchine agricole. La Lamborghini Trattori nasce nel 1948 e tre anni dopo è già diventata un’azienda produttrice di macchine di nuova concezione.

Lamborghini è un tipo schietto, gli piace fare, tanto ed in fretta, vuole risultati immediati e nel migliore dei modi. La sua industria è florida, i trattori sono un successo, e come tanti industriali ama le macchine veloci e la più richieste sono le rosse, con il marchio del cavallino rampante. Compera una Ferrari 250GT ma ben presto ha problemi con la frizione. Si lamenta, con il Ferrari in persona. Ma entrambi sono figli della stessa terra, tenaci, vulcanici, irascibili.

“Ferrari il problema è che la frizione della 250GT è troppo piccola, deve risolvere il problema!”  il Drake  si infiamma subito. “Il problema non è la frizione – risponde – il problema è Lei che non sa guidare le Ferrari e rompe la frizione.” La risposta di Ferruccio arriva altrettanto veloce e schietta. E suona come una sfida. “Caro Ingegnere, non comprerò più le sue macchine. Da ora in poi le auto me le faccio io, così sono sicuro che andranno come piace a me.”

La sfida è lanciata, un anno dopo, ed il 7 maggio 1963, nasce a Sant’Agata Bolognese la Lamborghini Automobili. Lo scopo, mai nascosto, sarà proprio quello di costruire l’auto perfetta e di competere commercialmente con le creature di Maranello.

La struttura della azienda è molto semplice: al centro c’è un ampio e luminoso hangar, annesso alla palazzina uffici, in modo che i responsabili possano monitorare costantemente la situazione produttiva. La prima creatura uscita dalla fabbrica di Sant’Agata è la 350GT presentata al Salone di Torino del 1965: spinta da un motore 12 cilindri da 3,5 litri progettato da Giotto Bizzarrini, uno dei tecnici cacciati da Maranello nell’ottobre 1961. La linea della 350GT è disegnata da Franco Scaglione ed in seguito affinato dalla carrozzeria Touring che le da la forma definitiva.

Il grande traguardo è raggiunto poco dopo con la Miura progettata da Giampaolo Dallara e Giampaolo Stanzani. Una vettura rivoluzionaria, con il V12 4,0 litri della 400 GT (evoluzione della 350), ma posizionato trasversalmente dietro l’abitacolo, con cambio e differenziale fusi nel blocco motore. La scocca è realizzata in lamiera piegata, saldata e forata per ridurre il peso frutto del progetto affidato a Marcello Gandini della Carrozzeria Bertone. La supercar viene presentata per la prima volta al Salone di Ginevra nel 1966. Il nome Miura deriva dal nome di una delle razze di tori da combattimento più forti, intelligenti e spietate, caratteristiche che l’affascinante e potente vettura sembra incarnare alla perfezione. La Lamborghini parcheggiò uno dei primi esemplari, verniciato di arancione, fuori dal casinò di Monte Carlo nel fine settimana del Gran Premio di Formula 1 e suscitò un’ondata di entusiasmo che fece salire alle stelle gli ordini.

Dallo stabilimento bolognese escono anche la Islero, erede della 400 GT, e la Espada, una GT a quattro posti ispirata alla concept Marzal di Bertone. Nel 1970 fu la volta della Jarama e della “piccola” Urraco con motore V8.

La Lamborghini è la supercar del momento, ma il patron Ferruccio rimane al timone della sua fabbrica  poco meno di dieci anni e, quasi a sorpresa abbandonò improvvisamente la sua azienda nel 1972, cedendo la maggioranza delle azioni all’imprenditore svizzero Georges-Henri Rossetti, per poi vendere il restante pacchetto a René Leimer nel 1973. Le ragioni sono molteplici, ufficialmente il motivo è un calo della domanda dovuto alla crisi petrolifera, che non favorisce la fortuna delle auto sportive, a cui si aggiunge il disinteresse del figlio Tonino per l’automobile, il che non fa ben sperare la continuazione dell’attività di famiglia. Inoltre c’è anche la necessità di reperire fondi per la fabbrica di trattori in difficoltà ed il malumore che Lamborghini provava nei confronti delle agitazioni sindacali che già da tempo erano diffuse in gran parte delle fabbriche italiane

Nonostante questa separazione prematura, seguita da mille avventure per il marchio bolognese, questo primo decennio di storia pesa ancora nella storia di Santagata Bolognese. Il nome e lo spirito di Ferruccio sembrano ancora oggi molto vivi nella stirpe delle prime automobili ed ancora oggi il marchio Lamborghini è simbolo di supercar sportive sognate dagli appassionati di tutto il mondo.

 

 

 

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

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